Coronavirus e prestiti, come sono cambiate le abitudini dei siciliani - QdS

Coronavirus e prestiti, come sono cambiate le abitudini dei siciliani

Pietro Vultaggio

Coronavirus e prestiti, come sono cambiate le abitudini dei siciliani

sabato 28 Novembre 2020

L’analisi Hyperlink: la pandemia ha modificato le ragioni per cui gli isolani si rivolgono alle società di credito. Più richieste di liquidità per fronteggiare la crisi (+2,7%), meno per le ristrutturazioni (-4,2%). Enna è la provincia dove sono stati richiesti importi più alti, seguono Ragusa e Catania

PALERMO – La pandemia da Covid-19 ha nettamente cambiato alcuni aspetti della vita quotidiana ed anche modi di fare e di interagire con la società, dal punto di vista economico. Secondo l’analisi di Hyperlink (prestiti.it e facile.it), sono cambiate le ragioni per cui i siciliani si rivolgono ad una società di credito.

Stando al report, realizzato su un campione di oltre 9.900 domande di finanziamento raccolte nell’Isola, la prima motivazione, per cui nel terzo trimestre 2020 si è chiesto un prestito, è stata l’ottenimento di liquidità. Il 24,4% (quasi una richiesta su quattro) è stata presentata per avere la possibilità di poter disporre di una certa somma di denaro al fine di poter vivere tranquillamente un periodo economicamente difficile. Questo dato è aumentato di 2,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Quindi, quello che è emerso, in vista di imprevisti o difficoltà lavorative, è che la necessità di maggiore liquidità ha rappresentato la scelta primaria, cambiando il mondo di vedere alcuni progetti di vita, rimandandoli al prossimo futuro. Infatti, sono diminuite le quote di prestiti per la ristrutturazione della casa, stabilizzatasi al 17,9% del totale, in calo di 4,2 punti percentuali rispetto al 2019 e quelle per l’arredamento, scese di 0,9 punti percentuali. Priorità, quindi, solo al necessario.

Continuando nella lettura dell’analisi, secondo l’indagine di Facile.it, la richiesta media, rilevata nel terzo trimestre del 2020, è stata pari a 13.271 euro, valore in aumento del 6,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per quanto riguarda, invece, il piano di restituzione medio, questo è stato di 62 rate (poco più di 5 anni). Guardando alle domande di prestito personale è aumentato anche il peso percentuale dei prestiti legati all’acquisto di auto usate, che rappresentano ormai il 18,7% del totale (in aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al 2019).

Il report fa anche un resoconto sui prestiti di genere: si evidenzia come solo il 23% delle donne sia disposto a richiedere un prestito, contro il 77% del campione maschile.

Viene tracciato un vero e proprio identikit del richiedente: emerge un significativo 67% dei casi in cui, a richiedere un prestito, è un dipendente privato a tempo indeterminato; in aumento anche la percentuale di pensionati siciliani per un finanziamento, passata dal 10,3% del 2019 al 13,8% del 2020, dato che si lega anche all’età media dei richiedenti, passata da 41 anni e 6 mesi a 42 anni e 10 mesi.

Probabilmente a causa dell’incertezza lavorativa cala, invece, la quota dei liberi professionisti e lavoratori autonomi che hanno chiesto un prestito personale, passata dal 14,1% del terzo trimestre 2019 all’8,4% dello stesso periodo del 2020. Un periodo di grandi incertezze, quindi, che non aiuta ad alimentare progetti di vita, passati nel dimenticatoio. Un periodo cupo che fa emergere la paura di chi ha una partita Iva e deve fare i conti con lo Stato e con la ‘fine del mese’.

Dal punto di vista territoriale e della suddivisione per province, emerge che Enna è la provincia siciliana dove sono stati richiesti gli importi medi più alti (14.269 euro, il 7,5% in più rispetto alla media regionale); seguono nella classifica le province di Ragusa (14.059 euro), Catania (13.814 euro), Messina (13.399 euro) e Caltanissetta (13.369 euro). Inferiori al valore medio siciliano, invece, gli importi richiesti a Palermo (13.063 euro) e Agrigento (12.907 euro); chiudono la graduatoria la provincia di Siracusa (12.717 euro) e quella di Trapani (11.952 euro).

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