Agricoltura

Prezzo dell’olio in picchiata, “Sia almeno di 7 euro al litro”

PALERMO – È guerra tra le organizzazioni di categoria del settore agroalimentare dopo la notizia del crollo del prezzo dell’olio extravergine in Sicilia, sceso addirittura sotto i 5 euro al litro secondo l’ultima rilevazione Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare.

Attorno all’“oro verde” siciliano già si era scatenata una guerra di cifre tra Assolivo e Cia Sicilia occidentale, con proiezioni totalmente opposte riguardo alla produzione dell’ultima campagna di raccolta tra ottobre e novembre scorsi. Una guerra che proprio sulla base del crollo del prezzo torna a riemergere: “Oggi gli interessi delle multinazionali e degli speculatori – afferma il presidente regionale di Assolivo Sicilia, Rosario Vitale – prevalgono su quelle che sono le reali situazioni del mercato olivicolo del territorio. I produttori sono traditi e non garantiti. Una produzione con dati alla mano pari al -60% quella di quest’anno, e torno a ribadirlo. Vogliono far credere il contrario per importare in silenzio l’olio dalla Tunisia che quest’anno registra un consumo superiore alla norma. Oggi più che mai i produttori olivicoli siciliani vanno tutelati e non con le false promesse, ma imponendo il prezzo sul mercato. Ecco perché Assolivo-coltivatori con i propri aderenti esce allo scoperto con una indicazione specifica di 7 euro al litro che riteniamo essere il giusto prezzo al dettaglio sfuso, per poter assicurare ai produttori il recupero delle spese per una coltivazione olivicola di qualità a tutela del Made in Italy che garantisce a tavola genuinità per un olio evo, una sana alimentazione e la tutela dell’ambiente”.

Con un’annata quindi scarsa, l’alto rischio frode (olive siciliane mischiate a quelle provenienti da altri paesi o la miscelazione dell’olio extravergine con altro prodotto estero, nda) resta come ogni anno dietro l’angolo. “Vedere supermercati che offrono olio extravergine di oliva a meno di 3 euro a bottiglia – commenta Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale – è un’offesa ma anche un colpo basso per i produttori siciliani: l’anno scorso l’olio sfuso più scarso è stato venduto a 4 euro, ci chiediamo che prodotto ci sia dentro quelle bottiglie”.

A preoccupare sul mercato sono anche le importazioni di olio dall’estero cresciute del 12% nei primi cinque mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un problema perché gli accordi commerciali siglati dall’Unione europea non garantiscono che i prodotti importati in Europa rispettino le stesse condizioni di sostenibilità e salubrità che sono richieste ai prodotti fatti nell’Ue, portando dietro di sé un rilevante aumento del rischio di frodi e contraffazioni, con il prodotto straniero spacciato per Made in Italy che danneggia agricoltori e consumatori.

Per non cadere nelle trappole del mercato e scegliere Made in Italy il consiglio fornito da Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop. Sostanziale stessa posizione da parte di Confagricoltura: “Dare sempre colpa agli accordi euromediterranei a mio avviso è sbagliato – sostiene il presidente catanese Giovanni Selvaggi – a cui sicuramente va riservata una giusta attenzione. Purtroppo l’Italia produce una quantità di olio inferiore al suo fabbisogno e quindi deve necessariamente importare. Semmai bisogna chiedere maggiori controlli sui banchi alimentari affinché siano rispettate tutte le regole, a cominciare dalla trasparenza dell’etichettatura. Solo così si può davvero tutelare il nostro olio e la nostra qualità”.