Prima lo sviluppo, poi i sussidi - QdS

Prima lo sviluppo, poi i sussidi

Carlo Alberto Tregua

Prima lo sviluppo, poi i sussidi

martedì 23 Febbraio 2021

Dividere ricchezza, non povertà

Una delle linee più importanti del nuovo governo Draghi è già stata indicata nell’utilizzare le risorse europee e quelle nazionali per la spesa buona (investimenti) e non per quella cattiva (corrente).
Cassa integrazione, reddito di cittadinanza, ristori, sussidi ed altre forme di elargizione sono le componenti principali della spesa corrente (cattiva). Non che non si debbano fare in assoluto, ma vanno gestite con oculatezza, buon senso ed equilibrio, avendo la consapevolezza che tali spese sono sostenute dalle cambiali che lo Stato firma sotto forma di Buoni del Tesoro, i quali dovranno essere pagati nei successivi decenni dalle generazioni che arriveranno.
Dunque, la nostra generazione non può continuare nell’egoismo di dare a piene mani somme a questi e a quelli, sapendo che tali somme dovranno essere pagate poi dai giovani.
Intendiamoci, i deboli vanno sostenuti, i malati cronici anche, i veri bisognosi pure, però bisogna stendere un frego su chi è in condizione di lavorare ed invece si comporta da fannullone.

Siamo persuasi che il professore Draghi interpreterà con rigore questa linea, per spendere verso gli investimenti piuttosto che per i sussidi. In questo quadro dovranno essere tagliati i finanziamenti non giustificati da esigenze sociali vere ed effettive e bisognerà trasformare il Reddito di cittadinanza in Assegno di povertà, da erogare ai poveri e non ai nullafacenti.
Stessa attenzione bisognerà rivolgere al sistema previdenziale che non è più in condizione di pagare assegni a chi non ha accumulato contributi corrispondenti. Ancora oggi vi sono centinaia di migliaia di pensionati, fra cui gli insegnanti, che ricevono assegni pensionistici molto superiori ai contributi versati a suo tempo, per effetto del deprecato metodo retributivo, per fortuna cessato dal primo gennaio 1996.
Non è lontano l’anno in cui il denaro fresco che va agli enti previdenziali sotto forma di contributi sul lavoro attivo, non sarà più sufficiente per pagare le pensioni. Cosicché si verificherà uno sbilanciamento che dovrà essere coperto dalla fiscalità generale, cioé dal bilancio dello Stato.
Detto bilancio è già in affanno per la carenza di entrate dovuta all’epidemia e all’enorme uscita di denaro per cassa integrazione e, in poca misura, per i ristori.
I demagoghi, gli ignoranti e gli stupidi continuano a trovare nuove categorie cui dare sussidi di ogni genere, per ottenerne il consenso elettorale, cioé i voti. è facile questa manovra, però è dannosa. Molto più difficile è dare risposte negative alle richieste di cittadini non meritevoli che vogliono vivere a spese della comunità senza dare il proprio contributo.
In questo quadro rientra la questione del Sud, il quale non va trattato come un malato, ma come una componente di tutto il Paese. Per il Sud, il governo Draghi dovrebbe adottare gli stessi provvedimenti che il governo tedesco adottò dopo l’unificazione del 9 novembre 1989, quando cominciò a fare massicci investimenti nei Lander dell’est. Cosicché oggi la Germania è un Paese con gli indici di reddito pro-capite e di Pil abbastanza omogenei.
Per raggiungere questi obiettivi, il Governo dovrà fare massicci investimenti (spesa buona) per fare circolare i treni nel Sud e nelle isole alla stessa velocità di quelli nel Nord e avere edifici scolastici efficienti e a norma, nonché il territorio opportunamente riparato.

Altra questione da non sottovalutare è quella della prevenzione del rischio sismico, per il quale esiste già la buona legge del centodieci per cento. Ma le procedure sono complicatissime e quasi respingono quei cittadini che hanno la buona volontà di attivare i relativi meccanismi di spesa (buona).
Dunque, una semplificazione delle procedure, digitalizzandole e consentendo a tutti i cittadini di accedervi con semplicità e rapidità.
Però, nelle more che ciò accada, sarebbe importante estendere l’assicurazione obbligatoria contro i terremoti, prevista per la responsabilità civile delle auto, anche a tutti i proprietari di tutti gli immobili, siano essi privati che società, in modo da riparare lo Stato da richieste di risarcimenti nel caso si verificassero catastrofici eventi sismici. Anche gli enti pubblici dovrebbero assicurare i loro immobili contro il terremoto.
Attendiamo con fiducia i provvedimenti del governo Draghi per rompere l’immobilismo dei governi Conte.

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