In Sicilia torna a suonare la campanella, ma i problemi della scuola, nonostante i tanti sforzi fatti negli ultimi anni, permangono. Il precariato per docenti e personale Ata e lo stato pessimo delle strutture scolastiche sembrano davvero problemi cronici. Quest’anno, poi, si aggiunge la polemica sulla decisione del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara di emettere una circolare che vieta l’utilizzo dei cellulari nelle scuole secondarie di secondo grado.
Un provvedimento che, inevitabilmente, ha dato vita un dibattito molto acceso e che a sua volta chiama in causa argomenti come la custodia dei dispositivi, le responsabilità legali e il ruolo dei docenti, ma anche altre questioni come le deroghe per studenti con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento o l’uso dei dispositivi per necessità personali documentate e/o attività didattiche specifiche.
E le polemiche sulla scuola non finiscono qui, dato che in alcuni istituti il divieto dei cellulari – o comunque la limitazione dell’uso dei telefonini – è esteso anche ai docenti, eccetto che per le attività didattiche e la compilazione del registro elettronico o in momenti di pausa.
Il QdS, data l’importanza dei dibattiti che ruotano attorno alla scuola, ha intervistato i tre segretari regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola, Adriano Rizza, Francesca Bellia e Claudio Parasporo.
Problemi della scuola in Sicilia: “Stabilizzare i precari”
“Ci aspettavamo che qualcosa cambiasse, ma nella sostanza non è cambiato nulla”, ha esordito il segretario della Flc Cgil Adriano Rizza, che ha menzionato le recenti immissioni in ruolo, sia del personale Ata che tra i docenti, ma anche come il precariato sia ancora dilagante: “A livello nazionale – ha continuato Rizza – ci sono circa 250mila precari tra i due settori e l’operazione di consolidamento non si è verificata. Riguardo al personale Ata in Sicilia a fronte di 1.400 posti liberi le immissioni in ruolo sono state solo per circa 400 persone. Una grande discriminazione perché le immissioni in ruolo si fanno solo quando qualcuno va in pensione e così si farà per molto tempo fin quando la norma non sarà cambiata. In Sicilia abbiamo circa 3mila posti di sostegno, ma oltre la metà di questi sono in deroga, ovvero aleatori e che saranno occupati solo da precari”.
La continuità didattica è fondamentale, ma viene preclusa come il diritto ad avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato, in quanto “non è giusto – ha aggiunto Rizza – soprattutto per gli alunni con disabilità. Invitiamo il Ministero e il governo a stabilizzare i precari. Sul sostegno abbiamo chiesto più volte che una buona parte di questi posti vengano stabilizzati. Questo è l’invito forte che abbiamo fatto a livello nazionale, ma non abbiamo avuto riscontro, così come per il personale Ata. Io vedo molto poco di positivo, perché in tre anni abbiamo più di 100 scuole in Sicilia in virtù di una norma nazionale inserita nella legge di bilancio”.
“L’unica nota positiva che abbiamo avuto in un incontro con l’assessore Turano è stata quella relativa al fatto che ci ha assicurato che le ultime 5 scuole che avrebbero chiuso il prossimo anno forse riusciranno a non chiudere, ma è molto poco. Pensiamo anche al calo demografico e allo spopolamento, fenomeni che non accennano a diminuire. Siamo molto preoccupati anche perché la Sicilia per la dispersione scolastica e la povertà educativa è ai primi posti”.
“Valditara non pensi solo ai cellulari”
Ma la polemica più forte riguarda il divieto dell’uso dei cellulari. Una tematica senza ombra di dubbio importante, ma che non sarebbe proprio la prima a cui pensare. Riguardo all’edilizia il monitoraggio continua.
“Questa cosa – ha concluso Rizza – la vedo come un tentativo del ministro Valditara di spostare l’attenzione su altri temi e distogliere dai problemi che abbiamo nel sistema di istruzione. C’è un’emergenza salariale fortissima, con stipendi incredibilmente bassi e il ministro parla di cellulari in classe o degli esami di Stato. Ci vuole ben altro per riportare i ragazzi sulla diritta via, come un patto di fiducia e rispetto con le famiglie, strumenti affinché gli insegnanti possano svolgere al meglio il proprio lavoro. Sono questi i problemi che se risolti portano gli insegnanti a svolgere al meglio il proprio lavoro. I dirigenti scolastici non sono nelle condizioni di proibire l’uso dei cellulari in classe, anche perché ci vorrebbero gli armadietti e non possono essere tipo 1.200 in una scuola. I bambini di 2 anni già hanno il cellulare e questo è un fenomeno che andrebbe affrontato da un punto di vista sociale”.
“Noi come Cgil con la Fillea abbiamo fatto degli studi e dei monitoraggi sia sulle condizioni degli edifici in Sicilia che sulla certificazione antincendio della quale molte scuole prive. Tutto questo è di competenza degli enti locali e molte scuole non sono in regola”.
Bellia (Cisl Scuola): “Precari meritano rispetto”
La segretaria regionale della Cisl Scuola, Francesca Bellia, ha posto l’accento su una revisione obbligatoria per far fronte al precariato e all’assegno dei posti per insegnanti di sostegno in deroga.
“Il precariato è una ferita aperta nella scuola siciliana – ha detto Bellia – e nell’intero sistema educativo nazionale. Ogni anno migliaia di docenti e operatori scolastici garantiscono il funzionamento delle scuole senza alcuna certezza sul proprio futuro. In particolare, i posti di sostegno continuano a essere assegnati in deroga, con numeri che crescono vertiginosamente: nel 2025/26 c’è stato un incremento di 15.000 unità, pari all’intero organico di diritto. Questo paradosso dimostra l’urgenza di un intervento strutturale. I meccanismi di reclutamento sono farraginosi, sovraccaricati da procedure concorsuali sovrapposte e gestite in tempi irrealistici. Non si può più rimandare. Serve una revisione profonda degli organici e una strategia chiara per la stabilizzazione. Chi lavora da anni in condizioni di precarietà merita rispetto, dignità e certezze. È tempo di trasformare i posti in deroga in organico stabile, di garantire continuità didattica e di restituire alla scuola pubblica la solidità che le spetta. La stabilizzazione non è un favore: è un atto dovuto”.
Il problema dell’edilizia scolastica
Per l’edilizia scolastica si fa affidamento ai fondi del Pnrr, che però devono essere ben utilizzati, dato che “in Sicilia sono in corso interventi di messa in sicurezza su oltre 10.000 edifici – ha proseguito la Bellia -, finanziati dal PNRR e da altri stanziamenti ministeriali, che interessano circa il 22% del patrimonio scolastico. I risultati concreti saranno visibili solo alla scadenza del dicembre 2026. Dopo questa data gli enti locali non saranno in grado con le proprie risorse a garantire un’edilizia scolastica efficiente. Per questo vanno utilizzate pienamente le risorse e gli interventi previsti nel programma PNRR”.
Il divieto di cellulari a scuola? “Rischia di essere contraddittorio”
Riguardo al divieto di utilizzo dei cellulari in classe, deve essere ben regolamentato. “Il divieto dell’uso del cellulare a scuola, se non inserito in un piano educativo più ampio – ha concluso Bellia -, rischia di essere inefficace e contraddittorio. Le scuole si trovano oggi in una posizione complessa: da un lato devono limitare l’uso improprio dei dispositivi, dall’altro sono le stesse istituzioni a richiedere agli studenti di utilizzare il cellulare per accedere a strumenti fondamentali come il registro elettronico, lo SPID e le app didattiche. Inoltre, la scuola incontra ostacoli concreti nella gestione del divieto: non può sottrarre un oggetto privato agli studenti, e qualora lo facesse, si aprirebbe il problema della custodia e della responsabilità in caso di smarrimento o danno”.
“Questo rende la regolamentazione non solo difficile da applicare, ma anche rischiosa dal punto di vista legale e organizzativo. Regolamentare il divieto in modo uniforme è, a mio avviso, quasi impossibile. Serve invece un piano educativo sistemico, rivolto a tutta la comunità scolastica, che promuova un uso consapevole del cellulare. Solo attraverso scelte condivise e autonome, maturate all’interno degli organi collegiali, si può affrontare il problema in modo efficace e duraturo”.
Scuola in Sicilia, le parole di Parasporo
Il segretario regionale della Uil Scuola, Claudio Parasporo, ha parlato dei problemi relativi ai posti per il sostegno ancora dati in deroga e di quelli relativi a personale Ata.
“Abbiamo tantissimi posti di sostegno – ha sottolineato Parasporo – che non vengono coperti, se non da incarichi annuali. Quest’anno già siamo oltre i 5mila posti a incarico annuale e al sud Italia si mantengono i precari. Dicono che è dovuto alla denatalità, ma si va a diminuire il numero degli allievi. Vengono diminuiti il servizio e l’organico e il personale Ata è stato falcidiato e le segreterie hanno sempre più lavoro, con quello che prima era dell’Inps e che adesso viene passato alle scuole, ma meno personale”. Riguardo all’edilizia c’è ancora tanta strada da fare, mentre il divieto all’uso dei cellulari non è l’unica soluzione.
“Per l’edilizia scolastica qualcosa l’ha smossa il Pnrr – ha concluso Parasporo -, ma siamo indietro con i lavori, con ristrutturazioni mai iniziate e tetti crollati nelle scuole. Tra comuni, Regione e province non siamo messi bene. Vengono convocate le persone ogni giorno, ma potrebbero lavorare a tempo determinato. Abbiamo chiesto di aumentare il numero per l’organico in Sicilia vista la denatalità, ma viene visto tutto come una spesa superflua. Il divieto per i cellulari va bene, anche se i tablet servono a livello scolastico. Vietare il cellulare però non è la cura, il problema è l’educazione dei ragazzi”.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

