Intervenendo a Buongiorno Regione questa mattina il direttore e fondatore del Quotidiano di Sicilia Carlo Alberto Tregua ha presentato il suo nuovo libro, la raccolta di 5000 editoriali scritti dalla fondazione del nostro giornale al 2024. “Abbiamo cominciato nel 1979 quando non era semplice pensare ad un nuovo giornale in Sicilia. Ci differenziamo dagli altri quotidiani generalisti siciliani perchè cerchiamo di portare in evidenza i fatti. I fatti, la verità, l’obiettività raccontati bilanciando le fonti da cui arriva l’informazione. Dicendo con semplicità e rapidità quali sono i fatti ognuno può farsi l’opinione che ritiene”.
Il Quotidiano di Sicilia ha lanciato la campagna “Italia vista da Sud” perchè il guaio del Meridione è un legame profondo con la Questione meridionale. “I due argomenti sono stati sempre agganciati ed è un problema – ha spiegato Tregua a Buongiorno regione -, il Sud è solo uno dei problemi nazionali e quindi bisogna che gli sia dia voce per intervenire, esprimendo opinione e punto di vista del Sud, rispetto alle problematiche nazionali. Pubblica amministrazione che non funziona, crisi ambientale, debito pubblico, pensioni, infrastrutture sono tutti argomenti nazionali. Negli argomenti nazionali il Sud deve poter dire la sua.
Il direttore del Quotidiano di Sicilia ha evidenziato le difficoltà che i giovani siciliani vivranno in futuro causa “l’egoismo” dei più anziani. “La mia generazione – ha detto – sta “mangiando” il futuro delle attuali e le prossime generazioni. Continuiamo a scaricare tonnellate di anidride carbonica nell’ambiente e non a caso oggi ci sono 21 gradi a febbraio. Secondo discorso è quello delle pensioni. Ai giovani è destinato solo il 30 per cento delle pensioni attuali perchè lo Stato non riuscirà a pagare. Ultimo argomento è il debito pubblico: si stima che un bambino nato oggi abbia già sulle spalle 50.000 euro di debito a causa dei tremila miliardi di debito pubblico previsto nel 2026″. Il direttore Carlo Alberto Tregua ha ricordato quanto sia datato il dibattito su Ponte sullo Stretto e di collegamenti utili a creare un sistema infrastrutturale che colleghi la Sicilia al resto d’Italia.
“Il corridoio Helsinki – Palermo è previsto da decenni. C’è una legge del 1971 e ancora prima, nel 1861, durante il convegno di “Italia Nuova”, si è parlato per la primissima volta di Ponte sullo Stretto. Le infrastrutture fanno muovere l’economia, se non si muovono persone e cose, non si muove l’economia. In Sicilia è stata interrotta la linea ferroviaria Catania – Palermo fino al 2025, se fosse successo sulla linea Milano-Torino sarebbe accaduta la rivoluzione. Per due anni e mezzo non possiamo andare da Catania a Palermo in treno, ma non ci sono state alcun tipo di proteste”.
Ultimo cenno sul turismo, arma vincente ma poco sfruttata. “In Sicilia ci sono 13 milioni di pernottamenti – ha evidenziato il direttore Tregua -, in Veneto 73 milioni, in Lombardia 39 milioni. I tesori siciliani sono tantissimi, com’è possibile che questo patrimonio non venga sfruttato? Non c’è un’organizzazione adeguata. La regione e le città turistiche più importanti potrebbero puntare sulla convegnistica. Le nostre ambasciate nel mondo potrebbero essere anche terminali per acquisire turisti stranieri”.