Il Palermo di Maurizio Zamparini è stata una delle realtà più interessanti del panorama italiano tra il 2004 e il 2013
Gli appassionati di calcio che seguono la Serie A da abbastanza tempo ricorderanno il Palermo di Maurizio Zamparini come una delle realtà più interessanti del panorama italiano tra il 2004 e il 2013. L’epopea del vulcanico presidente ebbe inizio a luglio 2002 quando il club, che prima apparteneva alla famiglia Sensi, era in Serie B. La nuova proprietà impiegò solo due stagioni per ottenere la promozione in massima serie dopo un’assenza di 31 anni.
Da allora i rosanero hanno militato ininterrottamente in Serie A per nove stagioni, qualificandosi alle coppe europee in cinque occasioni (tre partecipazioni alla fase a gironi di Coppa UEFA/UEFA Europa League e due eliminazioni ai preliminari). Sotto la gestione dell’imprenditore friulano, celebre per la sua nomea di mangiallenatori, il Palermo ha persino sfiorato per tre volte la qualificazione alla Champions League con tre quinti posti in Serie A (2005-2006, 2006-2007 e 2009-2010) che rappresentano il miglior piazzamento nella storia del club a partire dal 1929-30 (anno dell’unificazione dei campionati).
I segreti del Palermo delle meraviglie
Tra i fattori che hanno contribuito al successo del club siciliano durante la presidenza di Zamparini, scomparso il 1º febbraio 2022, i direttori sportivi hanno avuto un peso specifico importante. In particolare Rino Foschi e Walter Sabatini sono i due dirigenti che hanno avuto la capacità di scoprire e valorizzare una quantità incredibile di talenti sconosciuti che sono poi stati rivenduti a peso d’oro garantendo alla società la possibilità di autofinanziarsi.
Il manto erboso del Barbera in quel meraviglioso decennio è stato calcato da giocatori che poi si sono affermati su palcoscenici internazionali, a partire dagli azzurri Luca Toni, Andrea Barzagli, Fabio Grosso, Cristian Zaccardo e Simone Barone (poi diventati campioni del mondo con l’Italia ai mondiali di Germania 2006), passando per stelle sudamericane del calibro di Edinson Cavani, Javier Pastore, Amauri (brasiliano naturalizzato italiano) e soprattutto Paulo Dybala. Nominarli tutti è impegnativo, ma non si possono lasciare fuori da questa lista anche calciatori tecnicamente dotatissimi come Fabrizio Miccoli e Josip Ilicic, o comprimari di grande importanza come l’australiano Mark Bresciano e Federico Balzaretti. Grazie a un reparto scouting di prim’ordine e ad allenatori di qualità come Francesco Guidolin, Gigi Del Neri, Delio Rossi e Davide Ballardini, capaci di lavorare in maniera efficace con i giovani e di creare un gioco efficace e spettacolare, basato sulla velocità, sulla tecnica e sull’intesa, il Palermo ha ottenuto risultati strabilianti, arrivando a giocare anche una finale di Coppa Italia contro l’Inter nel 2011.
A tutto questo insieme va aggiunto il determinante apporto offerto dai tifosi palermitani, i quali hanno sempre riempito lo stadio Renzo Barbera rendendolo un campo difficile per ogni avversario, accompagnando la squadra in massa anche nelle trasferte.
Gli sponsor del Palermo degli anni d’oro
Trovandosi alla ribalta nazionale, il Palermo di Zamparini in quel periodo è stato capace di attrarre importanti sponsor. Si è passati da brand istituzionali come la Provincia di Palermo, a grandi realtà industriali come Pramac, ma sulle maglie rosanero sono comparsi anche sponsor di società di betting come BetShop ed Eurobet, che hanno campeggiato sulle divise dal 2010 al 2013, anni in cui le piattaforme di gioco web hanno iniziato a primeggiare sulle sale da gioco fisiche, anche grazie a piccoli incentivi (i cosiddetti bonus) disponibili sia su piattaforme di scommesse che in quelle casinò che consentono ai giocatori di provare i giochi senza dover effettuare un deposito in contanti.
La nuova proprietà punta in alto
Dopo essere retrocesso nel 2013, il Palermo tornò subito in A rimanendovi per altre tre stagioni prima di subire una nuova retrocessione in B al termine della stagione 2016-2017. Trascorse altre due annate tra i cadetti, nell’estate del 2019 la società fu esclusa dai campionati professionistici a causa di inadempienze finanziarie e costretta ripartire dalla Serie D.
Trascorso un solo anno tra i Dilettanti, tornò subito in C rimanendovi per due stagioni, venendo promossa in B dopo aver vinto la finale play-off col Padova. Oggi il Palermo è di proprietà del City Football Group, fondo d’investimento che possiede 12 club in tutto il mondo tra cui il Manchester City. Una proprietà solida, che garantisce ai rosanero di essere competitivi e che punta a riportare il Palermo nella massima serie nel più breve tempo possibile.