Quanto guadagna un detenuto in carcere in Italia nel 2024?

Quanto guadagna un detenuto in carcere in Italia nel 2024? La legge e i criteri di valutazione

marikacontarino

Quanto guadagna un detenuto in carcere in Italia nel 2024? La legge e i criteri di valutazione

Redazione  |
venerdì 26 Luglio 2024

Oltre a fare parte del percorso rieducativo, il lavoro permette ai detenuti di far fronte alle spese quotidiane per la permanenza in carcere.

La detenzione negli istituti penitenziari in Italia è motivata principalmente dal fine di rieducare chi ha commesso un reato. L’obiettivo principale dunque è quello di reintrodurre il detenuto nella società, rispettando la legge e contribuendo anche allo sviluppo economico. Per questo motivo, nelle carceri italiane ai detenuti può essere concesso di lavorare, ma quanto guadagna un detenuto?

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Il lavoro per i detenuti assolve anche a una seconda importante funzione, ossia permettere loro di far fronte alle spese quotidiane per la permanenza in carcere. In questo modo possono occuparsi sia delle necessità extra, ma anche della quota addebitata a ogni detenuto per “alimenti e corredo”. Il compenso è fissato con precisione dalla legge.

Quanto guadagna un detenuto: la legge

La legge sull’ordinamento penitenziario (legge n. 354/1975) interviene anche per fissare quanto guadagna un detenuto che presta attività lavorativa. Questa prevede due diversi parametri di valutazione.

Il lavoro per l’amministrazione penitenziaria

Quando il detenuto lavora direttamente per conto dell’amministrazione penitenziaria, la remunerazione deve essere pari a due terzi di quanto stabilito dalla contrattazione collettiva. Il tutto in base al tipo di lavoro e all’orario svolto.

Si crea, così, una disparità voluta tra i lavoratori esterni e quelli reclusi. In questo modo l’amministrazione penitenziaria è incentivata ad assumere i detenuti in virtù del costo minore, con i relativi risvolti positivi. Ovviamente, non mancano le polemiche sullo sfruttamento del lavoro dei detenuti, ma è molto importante che vi si cimentino e che siano produttivi, al fine di validare quanto più possibile il percorso di rieducazione.

Il caso dell’azienda esterna

Se, invece, il detenuto viene assunto da un datore di lavoro terzo deve percepire la stessa remunerazione di un cittadino libero. Le aziende esterne, sia pubbliche che private, usufruiscono comunque di alcuni sconti contributivi e fiscali.

I benefici hanno sempre lo scopo di promuovere l’assunzione dei detenuti, ma in questo caso soprattutto quello di favorirne l’inserimento nella società una volta fuori dal carcere.

Quanto guadagna un detenuto: le mansioni

Dopo aver chiarito quanto guadagna un detenuto, possiamo soffermarci sui dati del ministero della Giustizia rispetto alle mansioni principalmente svolte dai detenuti in Italia all’interno delle strutture penitenziarie:

  • lavoro domestico, ossia gestione dell’istituto (facchinaggio, pulizie, consegna dei pasti, manutenzione e similari);
  • lavoro industriale necessario al fabbisogno degli istituti nazionali (sarti, falegnami, fabbri e tipografi ad esempio);
  • lavoro agricolo, quando il carcere ha colonie o tenimenti agricoli, per specializzazioni come l’apicoltura, la mungitura e così via.

Il presupposto di partenza, come è evidente, è quello di favorire la produzione destinata all’autoconsumo e al sostentamento dell’istituto penitenziario stesso. Tenendo conto anche delle tipologie di impiego, la retribuzione massima a cui può ambire un detenuto è di circa 600 euro al mese.

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