Esplora il valore della normalità nella vita di tutti i giorni. Apprezzare i fatti abituali può portare gioia e soddisfazione
È giusto inseguire i sogni perché, come afferma Papa Bergoglio, quando qualcuno pensa che un obiettivo sia impossibile, lo sta già realizzando.
Ma i sogni sono cosa diversa dalle questioni e dai fatti terreni e soprattutto sono proiettati nel futuro, anche di molti anni. Proprio per questo per perseguirli ci possono volere anche generazioni.
Cosa diversa dai sogni sono le illusioni del vivere in modo avulso dalla realtà, la quale è come una calamita che dovrebbe tenerci sempre con i piedi ancorati a terra. Chiunque faccia voli pindarici “Cade sovente, precipitevolissimevolmente”, come ci insegna la vicenda di Icaro.
A fronte di questo comportamento irrealistico e irreale, vi è quella che viene definita Normalità, cioè i fatti usuali e abituali che si vivono tutti i giorni e che non si apprezzano mai abbastanza.
Le buone abitudini, piccole e grandi, da quando ci si alza dal letto la mattina, a quando si va a bere il caffé, alla ginnastica da risveglio, fino a tutti quei gesti abituali e quotidiani, spesso non si apprezzano abbastanza.
Poi, vi è il pensiero di andare a svolgere una qualche attività, o meglio, il proprio lavoro, e come migliorare la performance, come raggiungere prima e meglio gli obiettivi. Ecco, quando si è immersi/e nell’attività lavorativa o professionale o sociale, il tempo passa in fretta, anche troppo in fretta, per cui si arriva la sera stanchi/e, ma se si è prodotto quanto si era precedentemente stabilito, anche con una moderata soddisfazione.
Il rovescio della medaglia è quando chi va a lavorare non lo fa di buon grado o perché è nato/a stanco/a o perché il lavoro non gli/le piace, costituendo così un peso anziché un gravame tollerato in quanto rientrante nell’attività stessa. Questa è la differenza che c’è sul modo di affrontare la propria attività giornaliera, spesso notturna per tanta gente, e poi di seguito mensile e annuale.
Dobbiamo constatare purtroppo che lo scenario appena descritto non è per tutti, ma forse per una minoranza di persone, con la conseguenza che gli/le scontenti/e sono in maggioranza. Costoro non sanno cosa sia la Normalità, cioè il vivere e gustare tutte le cose che si ripetono giorno dopo giorno, anche quelle piccole.
Nella Normalità rientrano anche i periodi ludici, le ferie, i pranzi domenicali, le cene con gli/le amici/che. Questi periodi non dovrebbero però far spegnere il cervello, il quale, da una parte, funziona autonomamente per gestire il corpo e, dall’altra, funziona solo se noi lo facciamo funzionare attraverso letture di vario genere (libri, quotidiani, siti e social).
Qui deve, però, intervenire il buonsenso, che è quello di non sprecare il proprio tempo, per esempio sui social, perché esso è prezioso. Vogliamo infatti ricordare nuovamente che lo spazio fra quando nasciamo e quando tiriamo l’ultimo respiro è determinato e non ce n’è un secondo (almeno non in questo corpo, per chi ci crede), con la conseguenza che quello a nostra disposizione dev’essere utilizzato il meglio possibile.
Attenzione, non stiamo facendo l’ode alla Normalità per una questione riduttiva, perché non lo è, bensì per ricordare che tutte le cose che andiamo facendo ripetutamente hanno un valore e quindi è bene per noi che questo valore emerga.
La questione che stiamo ponendo oggi alla vostra attenzione, care/i lettrici/ori, sembra secondaria, ma a nostro modesto avviso non lo è perché è proprio vivendo bene, anche intensamente, tutti i giorni e tutti i fatti e circostanze che ci vanno capitando nel corso degli stessi, che miglioriamo la nostra qualità della vita.
Non possiamo ignorare che ogni tanto ci capitano dei momenti difficili, a volte anche più di ogni tanto, ma proprio nei momenti negativi dobbiamo trovare in noi stesse/i la forza per affrontarli in maniera adeguata, tentando sempre di trovare le soluzioni opportune, in modo da risolvere le questioni che via via si vanno presentando.
Ovviamente non sempre tutto dipende da noi, perché ci sono circostanze esterne, però noi ce la dobbiamo mettere tutta e soprattutto vederle nel loro aspetto positivo e non negativo, ricordando il comune modo di dire che il bicchiere va visto mezzo pieno e non mezzo vuoto.
Vivere così non è semplice, ma è utile volerlo perché probabilmente ci aiuta a stare meglio.