Le dichiarazioni di Montante nel processo di appello sono fragorose come un vulcano che erutta
Le
dichiarazioni di Montante nel processo di appello sono fragorose come un vulcano
che erutta.
“Venivano
da me per chiedere cosa fare”. Parla del Presidente e del vicepresidente della
Regione attuali. A questo punto l’unica via di uscita per questa deflagrante
affermazione è la querela per salvare l’istituzione regionale da un possibile tentativo
di mascariamento di un uomo capace di molto se non di tutto. I cittadini
siciliani, ma soprattutto l’opinione pubblica nazionale, non può continuare a
giustificare il nostro cupio dissolvi in logiche che tutto hanno a che fare
tranne che con la democrazia e la politica che riguarda la cittadinanza.
Montante
nei fatti dichiara che il potere istituzionale eletto dai cittadini continuava anche
dopo Crocetta ad essere asservito a logiche ultronee rispetto ai diritti ed agli
interessi dei siciliani. E questo non è ammissibile per mantenere integro il concetto
di Istituzione democratica.
È
impossibile per quanto riguarda Musumeci ed Armao rimanere inerti davanti a
questa sconcertante affermazione. E saremmo increduli se non querelassero
Montante, non solo e non tanto per il loro incontrovertibile danno di immagine,
ma per quello causato alla Sicilia che loro rappresentano.
Una
Sicilia che tra il disperante ed il grottesco ricalca quella descritta
all’Arena di Giletti, una terra in cui è assente il concetto di verità, di
democrazia e di Stato di diritto. Una terra di poteri cosiddetti forti, mafiosi
o falsamente antimafiosi, una terra di padroni e servi, di interessi, spesso
non legittimi, a cui le istituzioni devono sottostare.
Non
può essere questa la Sicilia in cui fare crescere i propri figli, da cui la
fortissima spinta migratoria del capitale umano più avveduto e scoraggiato.
Questa
ricostruzione di Montante va sconfessata, con atti concreti e restituenti
verità ai siciliani.
Montante
e le sue affermazioni devono essere portate in giudizio, deve essere querelato,
e la Sicilia si deve costituire parte civile. In caso contrario perderemmo il
diritto ad essere consesso civile, ad essere uomini liberi, perderemmo la
verità e quindi, come dice il vangelo, la vita.
Queste
affermazioni sono il nuovo Trionfo della Morte della Sicilia, come quello
conservato a Palazzo Abatellis, sono un attentato alla libera vita dei
siciliani e devono essere smentite con una forza assoluta.
Se
ciò non avvenisse la Sicilia precipiterebbe nel Caos, quello in cui uno è nessuno,
ma anche centomila, in cui non vi è differenza fra le parti politiche, in cui
cambiano i governi, ma la logica del padrone è sempre la stessa.
Non
crediamo che i siciliani perbene possano pensare di poter vivere in una Sicilia
così.
Gatto Silvestro