Questo sconosciuto mondo digitale: l’impatto ambientale - QdS

Questo sconosciuto mondo digitale: l’impatto ambientale

Sofia Marcinno

Questo sconosciuto mondo digitale: l’impatto ambientale

sabato 11 Dicembre 2021

L’universo digitale su scala mondiale è costituito da 34 miliardi di apparecchiature elettriche ed elettroniche

Dopo aver seguito una conferenza – diretta da Frédéric Bordage, fondatore di GreenIT.fr – sul tema della sobrietà digitale e sull’impatto di quest’ultimo sull’ambiente, ho notato con stupore che la maggior parte dei concetti presentati mi erano completamente oscuri! Non solo non avevo la minima idea di quale fosse il mio impatto ambientale in tale ambito, ma, peggio ancora, credevo nell’efficacia di alcune azioni in ambito digitale per la riduzione dell’impronta ecologica che erano in realtà praticamente inutili: frutto di puro e semplice greenwashing (strategia di comunicazione o di marketing perseguita da aziende, istituzioni, enti che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo). A quel punto mi sono detta che l’azione più efficace che potessi fare fosse diffondere le informazioni appena imparate. Quindi vuoto il sacco.

L’universo digitale su scala mondiale è costituito da 34 miliardi di apparecchiature elettriche ed elettroniche (più del numero degli abitanti sulla terra moltiplicato per quattro), utilizzate da 5 miliardi di persone; il che significa che, nei paesi ricchi come l’Italia, la Francia, etc… in media ogni persona possiede 15 apparecchiature di tal tipo (telefono, tv, ipod, ipad, computer, joystick, telefono di casa, macchina fotografica, mouse, wifi e così via). Già questi dati sono abbastanza scioccanti.

In seguito, per calcolare l’impatto ambientale di un’apparecchiatura, bisogna analizzare il suo ciclo di vita: fabbricazione, utilizzo, smaltimento. Tale impronta ecologica è calcolata a partire da quattro indicatori: consumo di energia primaria, emissione di gas a effetto serra, tensione sull’acqua dolce, consumo di risorse abiotiche. In base a questi quattro indicatori è stato dimostrato che il momento più inquinante è quello dell’estrazione e della trasformazione delle risorse per produrre le apparecchiature elettriche ed elettroniche. Per dare un’idea dell’impatto di ogni singolo individuo in ambito digitale, ogni giorno una persona in media in un anno consuma 1000W* 8 ore di energia primaria ; emette 150gCO2e/Km (6Km in macchina); consuma 6 litri di acqua minerale e causa lo scavo di una quantità di terra pari a 75Kg! Insomma, con questo ritmo di estrazione delle materie prime per produrre quasi ogni tipo di tecnologia (incluse pale eoliche, pannelli fotovoltaici, batterie, etc…) ci restano circa 30 anni di digitale! Dunque non lasciatevi ingannare: non sono le ricerche su internet o l’invio di e-mail e messaggi le cause principali dell’impatto ambientale.

Considerando che tale impatto è soprattutto dovuto all’enorme quantità di terminali utilizzati da ogni persona, ogni persona può agire su questo fronte. Le principali azioni sono 3:

1. Ridurre il numero di apparecchiature per persona (concentrare più funzioni su un solo apparecchio)

2. Prolungare la durata di vita di tali apparecchiature (riparazione, dare una seconda vita, rigenerazione, comprare d’occasione)

3. Spegnere le apparecchiature (per evitare sprechi di energia e per prolungare la durata di vita dell’apparecchiatura). Un altro piccolo consiglio è quello di controllare gli eco-labels (certificazioni apposte sui prodotti per garantirne la sostenibilità) delle apparecchiature. I più conosciuti sono: TCO, EPEAT ed Blue angel.

Infine, andare nella direzione della “sobrietà digitale”, cioè ridurre l’utilizzo del digitale in certi contesti in cui non è necessario, potrebbe essere una soluzione sia dal punto di vista della riduzione dell’impatto ambientale sia sotto altri aspetti. Insomma, una partita a carte reale è meglio di una virtuale.

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