Laricchia lascia Palermo, il suo saluto: "Grande onore" - QdS

Laricchia va a Roma, a Palermo torna Calvino. Il saluto dell’ex Questore: “Ho avuto grande onore”

Laricchia va a Roma, a Palermo torna Calvino. Il saluto dell’ex Questore: “Ho avuto grande onore”

Roberto Greco  |
giovedì 28 Settembre 2023

Arrivato a Palermo nel 2020, il Questore Laricchia ha salutato la città: "È stato un grande onore far parte di questa Questura".

Ieri il Questore di Palermo dottor Leopoldo Laricchia ha salutato la stampa. Arrivato a Palermo nell’ottobre 2020, il dottor Laricchia dal 1° ottobre sarà all’Ispettorato Ps della Camera Deputati.

L’incontro con la stampa è avvenuto all’interno dell’auditorium della Caserma Lungaro. Erano presenti le massime autorità civili, militari, politiche e religiose, molti familiari di vittime di mafia, esponenti della società civile.

Nell’occasione, ha dichiarato: “Per quasi 36 anni ho diretto uffici di Polizia, dai commissariati alle questura. Con la giornata odierna lascio definitivamente quello che in gergo chiamiamo il ‘territorio’, lascio il mondo delle Questure”.

La sua voce, sempre ferma e decisa, oggi è evidentemente pregna di una forte emozione. La sua carriera l’ha portato in ben 11 sedi diverse e, con la sua famiglia, ha vissuto in sette Regioni diverse.

Laricchia: “Portato grandi riconoscimenti a Polizia”

“Non ho mai chiesto che mi fosse data una sede o affidato un incarico specifico – ha proseguito il dottor Laricchia – Come Questore ho affrontato l’emergenza della pressione migratoria alla frontiera occidentale del Paese, alla gestione dell’esplosione della pandemia nell’epicentro lombardo. Mai mi sono tirato indietro innanzi a qualsiasi sfida la mia amministrazione mi abbia prospettato”.

“In questi anni ho fatto avere alla Polizia di Stato, non alla mia persona, ambiti riconoscimenti. Concludo il mio pellegrinaggio da ‘questurino’ in quella che definii, nel giorno del mio insediamento a Palermo, la Questura più significativa d’Italia, l’ufficio che ha pagato il più alto tributo di sangue nella lotta alla criminalità mafiosa. Dissi allora che era un grande onore e anche oggi, non senza commozione, lo confermo.

“Privilegio fare parte della Questura”

“È stato un grande onore essere il Questore di Palermo, il capo delle poliziotte e dei poliziotti palermitani. È stato un grande onore conoscere, abbracciare e condividere un tratto di cammino con i familiari delle tante vittime di mafia, cui rivolgo un commosso pensiero carico di affetto. È stato un grande onore e un prezioso privilegio far parte della Questura dove hanno prestato servizio, sacrificando la loro vita, quegli stessi uomini il cui sacrificio fu alla base della mia motivazione di lasciare le esperienze lavorative pregresse e fare il concorso da Commissario di Polizia”.

Il dottor Laricchia ha inoltre ricordato le operazioni congiunte realizzate con l’Arma dei carabinieri e la Guardia di Finanza e con il Tribunale e le procure della Repubblica di Palermo e di Termini Imerese. Un ringraziamento è stato anche rivolto ai giornalisti e all’Ordine dei Giornalisti, nella figura del suo presidente Roberto Gueli, per fattiva collaborazione”.

A Palermo arriva Calvino

Al suo posto, tra pochi giorni, arriverà Vito Calvino, che lascia la Questura di Catania dove era arrivato nel maggio 2021. Originario del capoluogo siciliano, 62 anni, è funzionario della Polizia di Stato da 36 anni, nei quali ha maturato importanti esperienze professionali. Ha diretto diversi e importanti uffici investigativi e commissariati, a cominciare dal Commissariato di Vittoria nel 1988. Per tre anni fu vice dirigente della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e, nel 1991, arrivò a Palermo, dove diresse il commissariato di Brancaccio per cinque anni e quello di San Lorenzo per altri due.

Le sue brillanti operazioni l’hanno portato alla guida prima della sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile di Palermo e, in seguito, dell’intera Squadra Mobile che, in quegli anni, disarticola numerose consorterie mafiose. Sotto la sua guida la cattura di diversi pericolosi latitanti, come Domenico Raccuglia, Gianni Nicchi e Giuseppe Falsone.

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