C’è da capire il tema finale, la vendetta. Andrà in sogno a Schifani Cesare Miccichè predicendogli una Filippi ferale?
Improvvisamente Shakespeare entra a Palazzo dei Normanni. Gianfranco Miccichè, dioscuro dell’impero di Forza Italia, in piena assemblea nella sala adornata delle fatiche di Ercole prorompe in un ardito parallelismo. “Tu Bruto Schifani, che io ho allevato come l’aspide fatale in seguito a Cleopatra, mi hai tradito. Ma tu sempre Bruto sei, ed io sempre Cesare rimarrò.”
Sipario atto primo. I temi del Giulio Cesare del vate di Stratford on Avon ci sono tutti. Il tradimento, la cospirazione con Cassio, e qui di Cassi c’è l’imbarazzo della scelta, l’assassinio politico perpetrato in queste regionali. C’è da capire il tema finale, la vendetta. Andrà in sogno a Schifani Cesare Miccichè predicendogli una Filippi ferale?
Intanto ad oggi nessun Marco Antonio ha proferito l’elogio funebre, ed ha svelato davanti ai cittadini la cospirazione avvenuta, nel dramma Shakespeariano per vile interesse. Può essere il vice presidente Sammartino il Marco Antonio che nel film di Mankievitz del 1953 fu impersonificato da un superbo Marlon Brando? Su Porzia, figlia di Catone l’Uticense, che in seconde nozze si unì a Bruto, qualche ipotesi mi sovviene.
Ma soprattutto chi può essere, nel panorama politico siciliano, l’Ottaviano che erediterà l’alloro di Cesare Miccichè? C’è qualcuno che abbia una visione della Sicilia che possa riportarla in auge tra i cosiddetti Forty, la nuova generazione della politica siciliana? Ad oggi un Augusto, un uomo dotato di intelletto superiore, studi raffinati con mentori di alto livello, determinazione spietata, non lo vedo tra gli attori in scena onestamente. Può darsi che sia nascosto per paura dei cospiratori oggi al potere ed esca fuori successivamente però.
Intanto a Cesare Miccichè l’onore delle armi lo faccio io, da modesto scriba. Nonostante gli avvertimenti sulle idi di marzo è andato incontro al suo assassinio, senza accordi o sotterfugi. Il male che gli uomini fanno gli sopravvive, il bene, spesso, viene sepolto con le loro ossa. Così sia di Cesare. Bruto vi ha detto che Cesare era ambizioso. Se così fu è un ben grave difetto. E se lo è stato ne ha pagato il fio. Ma Bruto è un uomo d’onore. Parole non mie ma del massimo Poeta.
Così è se vi pare.
Giovanni Pizzo