Differenziata, la Sicilia cresce ma non basta - QdS

Differenziata, la Sicilia cresce ma non basta

Chiara Borzi

Differenziata, la Sicilia cresce ma non basta

giovedì 22 Dicembre 2022

Presentato il nuovo rapporto dell’Ispra: l’Isola l’unica regione ancora sotto il 50% di raccolta (è al 47). La media nazionale resta lontana di 17 punti

ROMA – La Sicilia è la seconda regione d’Italia per crescita della percentuale di raccolta differenziata, ma resta tra i territori con la più bassa percentuale di differenziata complessiva. Il progresso dell’isola è certificato dal 24^ Rapporto Rifiuti Urbani di Ispra, ma all’interno del dossier i numeri contemporaneamente dimostrano quanto sia lunga la strada da percorrere, per amministrazione e cittadini. Il 46,9 per cento stabilito dalla Sicilia resta distante diciassette punti percentuali rispetto la media nazionale del 64 per cento.

Il dettaglio nazionale

Nel 2021, la più alta percentuale di raccolta differenziata è stata raggiunta, come nel 2020, dal Veneto, con il 76,2%, la Sardegna (74,9%), la Lombardia (73%), il Trentino-Alto Adige (72,6%), l’Emilia Romagna (72,2%) e le Marche (71,6%). Superano l’obiettivo del 65%, fissato dalla normativa per il 2012, anche Friuli-Venezia Giulia (67,9%), Umbria (66,9%) e Piemonte (65,8%) e sono prossime all’obiettivo l’Abruzzo (64,6%), Toscana (64,1%) e Valle d’Aosta (64%).

Il numero di regioni con un tasso di raccolta al di sopra o uguale alla media nazionale (64%) è, quindi, pari a 12. La Basilicata, la cui percentuale mostra un incremento di oltre 6 punti, si colloca al 62,7%, mentre il Molise, la Puglia e la Liguria e si attestano, rispettivamente, al 58,8%, al 57,2% e 55,2%. Per Molise e Puglia si registrano crescite delle percentuali di 3,3 e 2,7 punti, rispettivamente. La Campania raggiunge il 54,6%, il Lazio il 53,4% e la Calabria, con una crescita di 1,5 punti, al 53,1%. Al di sotto del 50% si colloca solo la Sicilia (46,9%) che, tuttavia, fa registrare un aumento di 4,7 punti rispetto alla percentuale di raccolta differenziata del 2020 (42,3%) e di 8,4 punti rispetto al 2019. Nell’isola la percentuale di raccolta differenziata è più che raddoppiata nel quinquennio 2017-2021, passata dal 21,7 del 2017 al 46,9 del 2021, un dato secondo solo a quello registrato dalla Basilicata, passata dal 45,3 per cento al 62,7 per cento nello stesso periodo.

Nel 2021 sono andati a riciclo poco più di un milione tonnellate di rifiuti, con un primato dell’organico (477 mila) e della carta (207 mila) ed una raccolta del vetro (127 mila ) che ha superato quella della plastica (90 mila). La Sicilia è tra le otto regioni che smaltisce più vetro, mostrando in questo caso un dato pari a quello della Toscana, ma anche tra quelle che produce più rifiuto organico (477 mila), settima, alle spalle del Lazio (576 mila).

Stando ai numeri forniti da Ispra resta comunque scarso il contributo dei siciliani alla produzione di differenziata. Il rapporto kg/abitante indica un risultato di 217,46 kg, numero che è il secondo più basso nel Mezzogiorno (dopo la Calabria, 218,14) e il penultimo più basso in tutta Italia, dove sono riferimento i 462,72 kg prodotti dai cittadini dell’Emilia Romagna.

Sicilia lontana dai target europei, ma meglio le province

Con una percentuale certificata di differenziata del 46,9 per cento, nel 2021 la Sicilia resta tre punti percentuali distante dall’obiettivo stabilito tredici anni fa (2009) del 50 per cento di raccolta, tredici punti lontana dall’obiettivo stabilito undici anni fa (2011) del 60 per cento e infine diciotto punti percentuali distante dall’obiettivo europeo tracciato dieci anni fa (2012) del 65 per cento di raccolta differenziata.

È una performance che non esclude però casi virtuosi e progressi territoriali confortanti. Trapani e Ragusa sono le province “più riciclone”, brave ad aver differenziato per il 72,2 e il 65,9 per cento nel 2021. Per questo dato rientrano nella classifica delle province con una percentuale di raccolta differenziata maggiore o uguale al target europeo del 2012 (65 per cento). In totale sono cinque i territori siciliani virtuosi: le già citate Trapani e Ragusa insieme ad Enna che sfiora il 60 per cento con una percentuale del 59,9, segue Caltanissetta al 56,7 per cento e Agrigento con il 54,4 per cento di tasso di differenziata. Quattro invece le province che non raggiungono ancora la soglia del 2009: Palermo che differenzia appena il 33,3 per cento dei rifiuti, Catania con il 41,2 per cento, Messina 45 per cento e poi Siracusa 49,9 per cento.

Stando ai dati Ispra, la raccolta differenziata in Sicilia è cresciuta sia nel breve periodo, dove Messina ha fatto registrare un aumento del 32,1 per cento, Palermo del 13,6 per cento e Catania del 11,3 nel confronto 2020-2021, sia nel lungo periodo, come evidenziato i dati quinquennali (+25,2 per cento dal 2017 al 2021). Tuttavia il gap con le regioni virtuose d’Italia resta ancora incolmabile, dove nessun confronto è possibile nonostante lo sforzo di Trapani e Ragusa.

Twitter: @ChiaraBorzi

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