L’ex sindaco di Catania ed europarlamentare uscente si candida con la Lega per continuare l’attività a Bruxelles
Già sindaco di Catania, senatore della Repubblica ed eurodeputato, ci vuole riprovare. Non più con Fratelli d’Italia, il partito che ha contribuito a rilanciare, almeno in Sicilia, ma scommettendo su un’altra formazione. Raffaele Stancanelli scende in campo per confermare il proprio seggio in Europa, ma con la Lega a trazione Salvini e, in Sicilia, a marchio Luca Sammartino. Una scelta maturata dopo una lunga riflessione, come spiega lo stesso esponente politico.
“Al congresso di Fratelli d’Italia – afferma l’europarlamentare – dissi apertamente che, dal momento che non mi piace essere di peso e che avevo creato qualche imbarazzo quando si chiedeva se fossi io il candidato, ho deciso di non candidarmi più. E non perché non lo volessi, ma perché avevo capito che non vi erano le condizioni politiche per una mia ricandidatura. Ho continuato a fare il parlamentare europeo – aggiunge – e ad andare a fare il mio dovere nelle commissioni dove sono stato designato a inizio legislatura – giuridica, dove sono vicepresidente, e in commissione pesca – in attesa che si completasse la legislatura”. Ma poi è intervenuto il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti a corteggiarlo. “Senonché – prosegue Stancanelli -, sono stato corteggiato moltissimo, con parole e con espressioni di grande apprezzamento da parte di altri. Ricordo che il ministro Salvini disse che era un peccato che un’esperienza come la mia si disperdesse. Da quel momento, è iniziata una interlocuzione e ora sono candidato”.
Raffaele Stancanelli inizia un nuovo capitolo con la Lega
Un uscente ricandidato, dunque, seppur in altro partito, comunque all’interno della maggioranza politica a Roma e a Palermo. Una scelta nata dopo un fitto dialogo con gli esponenti del Carroccio, con cui Stancanelli inizia un nuovo capitolo. “Non ha senso continuare a parlare del passato e di cosa è successo, ai cittadini non interessa – dice ancora -. Quando Salvini mi ha invitato a discutere con lui, ho accettato ma ho detto subito che se il partito fosse stata la Lega di cinque anni fa, non avrei accettato. Io sono un uomo di destra e sarò sempre un uomo di destra – incalza -: dissi a Salvini che non avrei dialogato in termini politici con un partito che si richiamasse all’indipendenza di una parte d’Italia. Ma la Lega è cambiata e lo dimostrano i fatti: il partito è nazionale e porta avanti questioni nazionali. Da partito per un territorio è diventato un partito dei territori, e ha dimostrato sul campo che questo cambio di passo è avvenuto con fatti concreti”.
Il primo pensiero di Stancanelli va al Ponte sullo Stretto – “non parliamo di un’opera che interessa solo la Sicilia o la Calabria, ma l’intera economia nazionale – sottolinea -. Salvini, da uomo del Nord, ha capito che salvaguardando l’economia meridionale si dà un valore aggiunto all’economia nazionale”. Non solo infrastrutture: la scelta di Stancanelli riguarda anche altro. “Uno dei motivi per cui ho aderito alla richiesta di incontro di Salvini – continua l’ex primo cittadino etneo – è il contributo che il ministro ha dato a Catania. Io ero senatore e all’opposizione, e la città in gravi difficoltà. Chiesi all’allora titolare del Ministero dell’Interno di fare qualcosa per Catania. E lui diede disposizione a Candiani per far sì che la città avesse un contributo a fondo perduto di 530 milioni di euro, 35 milioni l’anno in 15 anni, per cui oggi il Comune di Catania non paga più i mutui. Questo dimostra che Salvini non è più il nordista contro il meridione, ma il capo di un partito che si occupa di territori”.
Resta la questione molto cara alla Lega dell’autonomia differenziata che in tanti leggono in chiave antimeridionalista. “Ho affrontato la questione – evidenzia Stancanelli: ho detto a Salvini di voler parlare con il ministro Calderoli proprio sull’autonomia differenziata che, per me, diventa un grave problema se non la si comprende in tutta la sua portata. Occorre accompagnare la riforma con i Lep, i livelli essenziali di prestazione. Un criterio di equità per quel che riguarda l’assistenza, la sanità, la formazione e le infrastrutture. Se non si stabiliscono quali servizi debbano essere dati in relazione a questi temi, allora non può esserci autonomia differenziata”.
Non solo Italia ma anche un’idea di Europa, nella candidatura di Raffaele Stancanelli. “Penso che l’Europa abbia una grande incidenza nella realtà quotidiana dell’Italia e della Sicilia: basta sapere che il 70% delle norme approvate dal parlamento europeo entrano direttamente nella legislazione italiana – dice. È stata vista spesso come qualcosa di lontano che non ci appartiene, che non ci interessa e che a volte è matrigna. Questo è il quadro in cui viene percepita l’Europa, tant’è vero che gli elettori che si presentano alle urne per le elezioni europee non raggiungono mai il 50%, in Sicilia addirittura la volta scorsa ha votato solo il 36% degli aventi diritto”.
“Io penso che l’Europa debba interessarsi di più delle problematiche che interessano tutti i cittadini europei – prosegue – ad esempio la difesa comune o la politica estera. Sì deve occupare più delle macro questioni e deve essere al servizio dei cittadini, di cui deve comprendere le ragioni. L’ideologia non paga – conclude -: ci vuole pragmatismo. Io sono convinto che nella prossima legislatura, i partiti del centrodestra che si attrezzano per vedere quali sono i bisogni veri, avranno un successo. Se si riuscirà a essere propositivi, avere la capacità di programmare e interloquire, credo che si possa fare un buon servizio all’Italia e ai cittadini italiani”.