Cani e gatti chiusi e nelle peggiori condizioni possibili: dopo la segnalazione di una cittadina e il "blitz" delle guardie zoofile dell'Oipa, scatta la denuncia.
Un vero e proprio rifugio “lager” per animali, con cani e gatti rinchiusi in spazi angusti e in condizioni igienico-sanitarie spaventose: è quanto scoperto e denunciato dalle guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) in provincia di Ragusa.
La vicenda, svelata dopo la segnalazione di una cittadina, ha destato l’orrore degli animalisti: il coordinatore delle guardie zoofile di Ragusa e provincia, Riccardo Zingaro, ha presentato denuncia alle autorità compenti. L’Ufficio legale dell’Oipa ha inviato istanza di accesso agli atti al sindaco del Comune di Santa Croce Camerina (RG), Giuseppe Dimartino, e al Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa. La stessa istanza è stata inviata per conoscenza al Garante dei diritti degli animali della Regione Sicilia, Giovanni Giacobbe Giacobbe.
Ragusa, la denuncia contro il “rifugio lager” per animali
Nella denuncia del coordinatore Riccardo Zingaro si legge: “La persona (la titolare del rifugio, ndr) era già stata segnalata come accumulatrice, ma nessuno finora le ha impedito di destinare a tale fine tanti animali. Stiamo aspettando con ansia quest’azione per seguire poi gli animali sopravvissuti a tanta crudeltà. A oggi non ci risulta che gli animali siano stati portati in salvo dalle autorità competenti”.
L’Oipa invita a comunicare casi di degrado e maltrattamento di animali.
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L’orrore
Lo scenario scoperto nel rifugio “lager” è assieme tragico e crudele: “gatti chiusi in trasportini di ferro morti o moribondi e cani in estrema sofferenza chiusi con teli oscuranti in spazi angusti. Il tutto in un gravissimo contesto igienico-sanitario”, si legge nel primo comunicato di Oipa sulla vicenda.
Pare che la titolare della struttura degli orrori offrisse stalli a volontari locali, sempre in azione contro il randagismo, per poi lasciare i poveri animali in condizioni pessime.
Foto e video dall’ufficio stampa di Oipa