Ragusa unita per la pace, in migliaia in piazza San Giovanni, le Foto - QdS

Ragusa unita per la pace, in migliaia in piazza San Giovanni, le Foto

Ragusa unita per la pace, in migliaia in piazza San Giovanni, le Foto

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giovedì 03 Marzo 2022

Il sindaco: "La nostra è una comunità sana, che sa compattarsi in nome di valore supremi come quelli della libertà e della pace: la piazza di ieri sera ne è una dimostrazione plastica"

Hanno partecipato in migliaia, ieri a Ragusa, per dire no alla guerra in Ucraina. A raccontarlo è il primo cittadino della città iblea, Peppe Cassì. Piazza San Giovanni, invasa dalle bandiere della pace, dai cartelloni tra studenti, cittadini, sigle sindacali, rappresentati politici e della chiesa. La cattedrale, sulla facciata, portava i colori blu e gialli della bandiera ucraina. 

Tante foto e un lungo post pubblicato dal sindaco di Ragusa, dal suo profilo social.

“La manifestazione dimostra come la comunità ragusana sia informata e particolarmente sensibile su ciò che sta accadendo in Ucraina. Sono tanti i ragusani che si stanno mobilitando per offrire il proprio sostegno al popolo ucraino vittima di una aggressione terribile. La nostra è una comunità sana, che sa compattarsi in nome di valore supremi come quelli della libertà e della pace: la piazza di stasera ne è una dimostrazione plastica.

Quanto sta accadendo deve farci riflettere e rendere consapevoli della situazione privilegiata in cui ci troviamo.

Proprio al termine di una guerra tragica, il nostro Paese si è dotato di una Costituzione su cui poggia quell’architettura democratica che fa sì che in Italia non possa accadere ciò che invece è successo in Russia e succede in altre parti del mondo. Un bilanciamento dei poteri che altrove è tutt’altro che scontato.

In assenza di questo equilibrio, la storia ce lo insegna, arriva sempre, prima o dopo, l’affermazione di un tiranno; un uomo solo al comando che inevitabilmente tende ad espandere i confini della propria Nazione e la trascina in guerra.

Si parla spesso a sproposito anche di mancanza di democrazia , ma ecco quali sono gli effetti di una vera dittatura.

È giusto, anzi è necessario, scendere allora in piazza per chiedere pace e al tempo stesso per affermare, per ribadire quei valori di libertà, di giustizia, di democrazia, che sono in gioco in questa guerra e che vanno assolutamente difesi.

La prevaricazione del più forte non è accettabile in nessun campo e in nessun luogo, a maggior ragione in un’Europa che da 70 anni ha dimostrato che è possibile vivere insieme secondo irrinunciabili principi di rispetto e solidarietà.

Si impone quindi un sussulto emotivo, una ribellione, da parte di tutti, a cominciare dal popolo russo, che è vittima di questa guerra ma che avrà la responsabilità storica di esserne complice qualora si voltasse dall’altra parte.

Fingere di non vedere o, considerate le censure, fingere comunque di non capire, è impossibile”.

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