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Ragusa, nuove restrizioni, i ristoratori temono il collasso

Stefania Zaccaria

Ragusa, nuove restrizioni, i ristoratori temono il collasso

giovedì 02 Settembre 2021

Le limitazioni imposte per l’aumento dei contagi (e il numero di vaccinati troppo distante dagli obiettivi) rischiano di dare il colpo di grazia ad attività già provate

RAGUSA – La Sicilia sta pagando un prezzo altissimo per le riaperture estive. Dopo la boccata d’ossigeno per l’economia, infatti, questa improvvisa sterzata sta già suscitando non pochi malcontenti. Tutta l’Isola è gialla mentre alcuni Comuni sono già in arancione visto che, più di altri, pesano giornalmente nel conteggio dei contagi.

È il caso di Comiso e Vittoria, in provincia di Ragusa, che da settimane vedono costantemente alzarsi il numero dei contagi e, purtroppo, anche quello dei decessi. I provvedimenti emessi sono andati a incidere nuovamente sulla vita dei cittadini, ma ci sono categorie che più di altre hanno pagato, e continuano a pagare, le conseguenze di tutto ciò. Tra questi vi sono senza dubbio i ristoratori. “Non possono essere sempre e solo i soliti – ha sottolineato il sindaco di Comiso, Mariarita Schembari in merito alle relative attività – a pagare per quanto sta accadendo. Assieme agli assessori Alfano e Di Trapani abbiamo raccolto le condivisibili rimostranze dei nostri concittadini che si occupano del settore ristorazione, ma è chiaro che lo stesso discorso vale per le altre categorie colpite dalle restrizioni della zona arancione”.

“Abbiamo condiviso – ha aggiunto – il fatto che l’ordinanza della Regione fosse un passo obbligato, alla luce dei dati incrociati che vedono l’altissima e progressiva incidenza di positivi, ricoverati e morti da una parte, e bassa percentuale di vaccinati dall’altra, secondo quanto stilato dagli uffici preposti dell’Asp di Ragusa. Ma il punto sul quale non ci troviamo assolutamente d’accordo è quello relativo alla inattualità delle prescrizioni, che sono rimaste ferme a quelle antecedenti alla campagna vaccinale, ormai aperta a tutte le fasce di età, dai dodici anni in su. Concordiamo sul fatto che non possono essere sempre e solo i soliti a pagare lo scotto di quanto sta avvenendo e quindi chiediamo al Governo regionale di farsi autorevolmente e con forza portavoce nei confronti del Governo nazionale di queste istanze”.

L’amministrazione di Comiso chiede “l’apertura di tutte le attività commerciali e artigianali, nessuna esclusa, limitazioni solo per chi non ha il green pass e imposizione dell’obbligo vaccinale a tutti coloro che, per età e condizioni di salute, rientrano tra i soggetti vaccinabili”.

Anche Confimprese vede nella zona arancione solo una penalizzazione per le attività di ristorazione “costrette a chiudere al pubblico e a garantire solo il servizio d’asporto”. Confimprese iblea con il presidente provinciale, Pippo Occhipinti, chiede al sindaco di Comiso e alla commissione prefettizia di Vittoria una interlocuzione ‘urgente’ con il ministero della Salute e con il governo nazionale. “Ci penalizzano per negligenze altrui – ha aggiunto – ma i ristoranti che rispettano le regole hanno il diritto di lavorare”.

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