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La salute mentale sempre più fragile dei siciliani: è boom di psicofarmaci, anche tra giovanissimi

La salute mentale sempre più fragile dei siciliani: è boom di psicofarmaci, anche tra giovanissimi
Psicofarmaci – salute mentale – medicine – lance-reis–unsplash

L’analisi dell’Agenzia Italiana del Farmaco mette in luce un contesto di fragilità diffusa. Gli esperti nazionali e siciliani mettono in guardia la popolazione e le autorità: “Serve agire”.

Gli italiani sono sempre più dipendenti dagli psicofarmaci. È questo il dato che emerge dal Rapporto OsMed 2025 dell’Agenzia Italiana del Farmaco. A essere tracciato è un quadro preoccupante: negli ultimi dieci anni, l’uso di ansiolitici, antidepressivi e antipsicotici è cresciuto costantemente, con un’impennata nel 2020 durante l’emergenza pandemica. Da allora, nonostante una lieve stabilizzazione, i livelli di consumo non sono mai tornati ai valori pre-Covid.

La Sicilia, secondo l’analisi, si colloca tra le regioni a più alta incidenza di prescrizioni, con numeri che superano la media nazionale soprattutto per benzodiazepine e antidepressivi. Un dato che interroga medici, istituzioni e famiglie, riflettendo un disagio psicologico che la pandemia ha soltanto esasperato. A certificare l’utilizzo, le tipologie impiegate, l’età sempre più bassa di chi vi accede, in quali regioni vengono utilizzati, lo racconta nel dettaglio l’AIF.

Rapporto OsMed, siciliani e italiani sempre più dipendenti da psicofarmaci

Nel 2023, il consumo complessivo di psicofarmaci in Italia ha raggiunto 103 dosi definite giornaliere ogni 1.000 abitanti, un dato stabile rispetto al biennio precedente ma nettamente superiore ai 96 DDD/1000 registrati nel 2018. Tra le categorie di farmaci, spiccano le benzodiazepine, utilizzate come ansiolitici e ipnotici, che restano tra i medicinali più prescritti, nonostante un lieve calo dei consumi nel 2023 (-4,3% rispetto al 2022).

Seguono gli antidepressivi, in costante aumento da dieci anni: solo nell’ultimo anno la crescita è stata del +3,1%, trainata in particolare dagli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), tra cui sertralina è il farmaco più prescritto. Gli antipsicotici, usati nel trattamento di disturbi come schizofrenia e disturbo bipolare, segnano invece un incremento più contenuto (+1,5%) ma la loro diffusione cresce con l’età, diventando significativa soprattutto oltre i 65 anni.

Sicilia: il Sud che consuma più ansiolitici

La fotografia regionale fornita dal Rapporto OsMed evidenzia un Nord che guida i consumi complessivi, ma un Sud e Isole che primeggiano in una categoria precisa: le benzodiazepine. Nel 2023, il dato siciliano si attesta attorno a 54 DDD/1000 abitanti, un valore superiore alla media nazionale (45,6) e significativamente più alto rispetto alle regioni del Centro (43,4) e del Nord (34,6). In altre parole, in Sicilia si consumano quasi una volta e mezzo più ansiolitici rispetto a Lombardia o Veneto.

Dietro questi numeri si intravede un disagio profondo, spesso sommerso, che riguarda soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione: donne, anziani e lavoratori precari. Secondo l’OsMed, la differenza di genere è netta: le donne assumono psicofarmaci quasi il doppio rispetto agli uomini, un trend confermato anche in Sicilia.

Antidepressivi: l’isola dei malesseri invisibili

Il ricorso agli antidepressivi continua a crescere in modo costante. Nel 2023, in Sicilia, le prescrizioni sono aumentate di quasi il 4% rispetto all’anno precedente, confermando un trend che riflette una fragilità psicologica radicata. La durata media delle terapie è di circa otto mesi, ma il dato sulla persistenza è allarmante: un paziente su due interrompe il trattamento dopo soli cinque mesi, spesso senza supervisione medica. Questo fenomeno, segnalano gli esperti, può compromettere l’efficacia delle cure e aumentare il rischio di ricadute depressive.

Anche sul fronte economico, il peso è rilevante: la spesa pubblica per antidepressivi e antipsicotici nel 2023 ha superato i 729 milioni di euro, mentre per le benzodiazepine la spesa privata ha raggiunto 533 milioni, essendo farmaci generalmente non rimborsabili.

L’emergenza pediatrica: più psicofarmaci tra adolescenti

Il Rapporto OsMed registra un fenomeno che preoccupa: nel 2020, durante il primo lockdown, le prescrizioni di psicofarmaci tra bambini e adolescenti hanno segnato un balzo del 12%. Sebbene la prevalenza resti inferiore rispetto ad altri Paesi europei, l’aumento è significativo.

In Sicilia, il trend segue quello nazionale, con un ricorso crescente a farmaci come risperidone e aripiprazolo (antipsicotici atipici), sertralina (antidepressivo SSRI) e metilfenidato (per ADHD). Molti di questi farmaci vengono utilizzati anche nel trattamento di disturbi alimentari e disturbi ossessivo-compulsivi, patologie che mostrano un’incidenza crescente nella fascia 12-17 anni.

La pandemia ha amplificato il disagio psicologico tra i giovani, isolandoli e riducendo le reti di supporto. Gli esperti avvertono che senza un adeguato potenziamento dei servizi territoriali di neuropsichiatria infantile, il fenomeno rischia di consolidarsi.

L’ombra lunga del Covid: un Paese che non guarisce

Il 2020 resta uno spartiacque. Secondo l’OsMed, l’esplosione dei consumi durante la pandemia — +12% complessivo rispetto al 2019 — ha avuto un impatto duraturo. I livelli raggiunti non sono mai tornati indietro. In Sicilia, dove il sistema sanitario soffre di carenze croniche, la pandemia ha agito come acceleratore di fragilità.

Liste d’attesa lunghe, servizi di salute mentale sottofinanziati e un tessuto sociale segnato da precarietà lavorativa e isolamento contribuiscono a spiegare il perché l’isola consumi più ansiolitici e antidepressivi rispetto alla media nazionale.

Psicofarmaci, l’allarme degli esperti: “Monitorare, prevenire, intervenire”

Gli autori del Rapporto OsMed sottolineano come la verifica periodica dei consumi e dell’appropriatezza prescrittiva degli psicofarmaci risulti “essenziale per monitorare lo stato di salute mentale della popolazione”. La sfida, spiegano, è duplice: intercettare precocemente i segnali di disagio e garantire un uso appropriato dei farmaci, evitando abusi e dipendenze.

Una prescrizione che per la Sicilia si traduce nell’esigenza di maggiori investimenti in servizi di prossimità, nel rafforzamento della rete dei centri di salute mentale e nel potenziamento dei programmi di prevenzione, soprattutto nelle scuole. Un approccio positivo in quest’ottica arriva da Messina.

Anche per rispondere a questa crescente attenzione al benessere mentale degli individui, lo scorso 18 luglio è stato inaugurato a Messina un centro apposito per il contrasto di varie forme di dipendenza, compreso l’abuso di questa tipologia di farmaci. A spiegarlo ai microfoni del Quotidiano di Sicilia il direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asp peloritana, Pippo Rao.

“L’obiettivo dell’azienda è stato quello di potenziare in maniera sempre più marcata la rete di integrazione socio-assistenziale, terapeutica, psicopedagogica rispetto al dramma delle dipendenze patologiche, in particolar modo quelle da crack”, sottolinea il numero uno del dipartimento.

Sei i posti letto previsti dall’azienda per usufruire di strumenti medici innovativi “che oggi abbiamo a disposizione per la psicoterapia, interventi psicosociali o riabilitativi”. Non è solo questione di farmaci: è una questione di cura, di ascolto e di comunità. Perché se la Sicilia continua a guidare la classifica per benzodiazepine e antidepressivi, il rischio è che la risposta al disagio resti confinata alla chimica, senza affrontare le radici profonde del malessere.

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Foto di Lance Reis su Unsplash