Nuovo caso di razzismo, la velocista Dosso: "Mi hanno detto sporca negra" - QdS

Nuovo caso di razzismo, la velocista Dosso: “Mi hanno detto sporca negra”

Nuovo caso di razzismo, la velocista Dosso: “Mi hanno detto sporca negra”

Redazione  |
lunedì 17 Ottobre 2022

I fatti sono avvenuti qualche giorno fa in un locale di Roma Nord, mentre festeggiava con la sorella e le amiche il trasferimento in una nuova casa

Dopo il caso Egonu, ecco che la velocista azzurra Zaynab Dosso denuncia un nuovo caso di razzismo. “Mi hanno detto puttana straniera, sporca negra. Torna al tuo Paese. Nessuno mi ha difeso. Questa storia mi ha stravolto, ho il cuore spezzato, mi sento violata”, ha detto la vincitrice del bronzo con la 4×100 agli Europei di Monaco di Baviera.

Italiana con genitori della Costa d’Avorio ha raccontato tutto sui social e poi in un’intervista a La Stampa. I fatti sono avvenuti qualche giorno fa in un locale di Roma Nord, mentre festeggiava con la sorella e le amiche il trasferimento in una nuova casa.

Ad insultarla, una donna che prima le aveva chiesto dei soldi: “Siamo state aggredite, violenza verbale e senza motivo. Siamo state gentili, non avevamo monete e basta – spiega l’atleta azzurra -. Si è messa a bisbigliare crudeltà. Le ho detto ‘ripeti’ e lei lo ha fatto, a voce alta, in mezzo ai tavoli. Era un locale affollato, tutti hanno sentito e nessuno ha reagito. Una mia amica si è messa a piangere e qualcuno ha pure buttato lì ‘non è successo niente’. Era tutto molto evidente e la gente zitta. Anzi, certi sfottevano pure. Quella signora si è fermata lì, a chiedere soldi e a ridere di noi”.

La Dosso ha scritto la storia su Instagram e poi ha lasciato il social: “Non è nemmeno la prima brutta storia che capita da quando ci siamo trasferite: durante il trasloco, ci hanno tirato un sasso da un balcone. Non per prenderci, ma per spaventarci: non ho voluto credere che fosse mirato”.

“Sarebbe bello che chi ha vinto le elezioni desse un segnale forte contro il razzismo – ha poi aggiunto -. Se i beceri si sentono più forti, si credono liberi di alzare la voce e restare impuniti. Serve che chi starà al governo dica forte e chiaro che non è così. Mi aspetto delle risposte dalla politica”.

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