Una parte della fortezza, emblema del progetto, sarà riservata all'accoglienza. Il ministro della Cultura Franceschini, "Grazie ai fondi europei investiamo sulla bellezza delle nostre città"
E’ un emblema del progetto che promette di restituire all’Italia, grazie ai fondi del Recovery, luoghi di straordinaria bellezza che diverranno attrattive turistiche.
Parliamo del fascinoso castello della Colombaia a Trapani, maestosa isola fortezza che con la sua torre ottagonale si staglia sullo scenario delle Egadi e che il restauro punta a trasformare in un laboratorio di un nuovo modo di valorizzare e restituire alla collettività un bene culturale.
Ma nel progetto del ministro della Cultura Dario Franceschini, ci sono anche l’ex Manifattura dei tabacchi di Palermo, il waterfront di Reggio Calabria con il suggestivo progetto immaginato da Zaha Hadid, il Real albergo dei poveri di Napoli con la sua architettura imponente, l’antica cittadella del Porto vecchio di Trieste.
Ci sono anche i finanziamenti per imponenti operazioni di restauro e non solo, nella parte del Recovery plan destinata alla cultura, in tutto 14 interventi su altrettanti “grandi attrattori culturali” come li definisce il legislatore, sui quali vengono autorizzati investimenti per un totale di 1,46 miliardi di euro.
“Interventi diffusi sull’intero territorio nazionale – ha detto Franceschini – che vanno a migliorare la bellezza delle nostre città sia attraverso progetti di recupero sia attraverso importanti processi di rigenerazione urbana”.
I Fondi europei per sei miliardi e 675 milioni rappresentano “Un grande investimento sulla Cultura che aiuterà la ripartenza del Paese”.
E “la nuova centralità della cultura” è testimoniata dalla corposità dell’intervento da oltre sei miliardi garantito al settore dal piano di rilancio messo a punto dal governo.
Progetti ambiziosi e importanti, messi a punto con la collaborazione e la partecipazione degli enti locali e in molti casi richiesti a gran voce dalle comunità, com’è stato per la suggestiva Colombaia, la cui torre si riconosce nello stemma di Trapani.
Grandi investimenti che nella strategia del ministero guidato da Franceschini e del governo puntano a creare alternative di turismo e posti di lavoro, ma anche a smorzare l’impatto feroce della crisi sui territori e dunque per offrire nuovi luoghi di incontro, spazi per lo studio e per la ricerca.
E proprio con un occhio al turismo e allo sviluppo, una parte della fortezza trapanese – recuperarla costerà 27 milioni di euro – sarà destinata all’accoglienza.
Ma anche l’idea sottesa al rilancio delle ferrovie storiche e dei cammini – l’aiuto alla mobilità slow vale 435 milioni di euro – dovrebbe sostenere il turismo del mondo post pandemia su rotte alternative alle grandi città d’arte.
Mentre nello stesso tempo si punta a migliorare l’immagine delle città a renderle più vivaci, vivibili e attrattive per la comunità e i turisti.
In pratica interventi “che costituiscono un po’ un punto di convergenza tra le istanze nazionali e le necessità locali”, spiegano i tecnici del ministero che li hanno messi insieme.
La parte del leone la fanno i restauri nelle grandi città, con il recupero di spazi e di architetture da destinare ad attività culturali, biblioteche , musei, centri di ricerca, luoghi di incontro.
E’ il caso, in Sicilia e in Calabria, delle riqualificazioni urbanistiche di Palermo (33 milioni) e Reggio Calabria (53).