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Referendum Jobs Act, ecco cosa cambia: tutti i pro, contro e il quesito

Referendum Jobs Act, ecco cosa cambia: tutti i pro, contro e il quesito

In primavera 2025 si voterà sul referendum sul Jobs Act, la riforma del lavoro voluta dal governo Renzi: ecco pro e conto e il quesito

In primavera 2025 gli italiani saranno chiamati a votare per cinque referendum (di cui quattro promossi dalla Cgil e riguardanti il lavoro). Bocciato, invece, quello sull’autonomia differenziata.

Uno di questi riguarda il Jobs Act, ovvero quella parte sul “Contratto di lavoro a tutele crescenti-disciplina dei licenziamenti illegittimi”. Tra i firmatari c’è la segretaria del Pd, Elly Schlein, all’epoca in forte contrasto con il segretario dem Matteo Renzi, oggi leader di Italia Viva.

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Il quesito referendario

Quando si voterà ai referendum 2025? Ancora non è stata stabilita alcuna data, ma probabilmente cadrà in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno. Tra questi il referendum sul Jobs Act, che abrogherebbe una parte della riforma del lavoro voluta dal governo Renzi nel 2015. Ma qual è il quesito?

Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?

Cosa può cambiare?

Cosa cambiarebbe con l’abrogazione del Jobs Act? Nel corso degli anni la riforma del lavoro è stata modificata in parte con il decreto Dignità del 2018 promosso dal governo Conte I, oltre che a pronunce della Corte Costituzionale.

L’obiettivo è cancellare le norme sui licenziamenti che, grazie al Jobs Act, consentono alle imprese di non integrare una lavoratrice o un lavoratore licenziata/o in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015.

Per la validità del referendum servirà un quorum maggiore del 50% tra tutti gli avanti diritto. Se questa soglia non verrà raggiunta, allora il referendum non sarà valido anche in caso di vittoria del no o del sì.

I pro e contro sul Jobs Act

Ci sono diversi pro e contro sul Jobs Act, riforma del lavoro che spesso è stata oggetto di dibattito tra i politici e cittadini italiani. Vediamo intanto i pro:

  • il Jobs Act ha introdotto contratti a tutele crescenti facilitando l’assunzione di lavoratori, soprattutto per le imprese che prima potevano essere scoraggiate da rigidità contrattuali
  • il Jobs Act ha reso il mercato del lavoro più flessibile è stato considerato un passo verso un contesto economico più competitivo e adatto agli investimenti esteri
  • si è assistito a un aumento del numero degli occupati, anche con riguardo all’occupazione giovanile

Ma ci sono anche alcuni punti sfavorevoli alla riforma, ecco quali:

  • con il Jobs Act si è verificato anche un aumento del numero dei licenziamenti
  • la riforma del lavoro del governo Renzi avrebbe generato un importante calo dei contratti a tempo indeterminato, sostituiti da contratti di apprendistato e a tempo determinato
  • Secondo i critici i benefici sarebbero stati più per le aziende che per i lavoratori e,
  • per il Movimento 5 Stelle, il Jobs Act sarebbe “costato 23 miliardi” senza risolvere i problemi del mondo del lavoro in Italia