Il dibattito sul bilancio nel Parlamento siciliano, protrattosi per quasi cinque ore, ha confermato le fortissime difficoltà del governo di Nello Musumeci sotto il profilo politico.
Oltre agli attacchi dell’opposizione e in particolare del Pd che ha chiesto le dimissioni del Governatore per come la sua Amministrazione ha tenuto i conti – la situazione finanziaria della Regione è gravissima, con un disavanzo di oltre sette miliardi di euro e debiti fuori bilancio che continuano a saltar fuori – l’andamento del dibattito ha confermato anche i rapporti tesissimi tra Musumeci e quello che finora era stato il suo principale sponsor, ossia il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè.
Scontro frontale tra Micciché e Musumeci
Dopo un siparietto su populismo e demagogia da parte di Miccichè che, davanti ai cronisti, ha attaccato il Governatore sui vitalizi, a Musumeci che in aula ha parlato di “veleno contro il governo” bollando come “spettacolo indecoroso” le osservazioni dal pulpito fatte dal M5s e Pd, Miccichè ha risposto: “Mi sembra di avere assistito a un dibattito sulle finanza della Regione; è prassi di questa presidenza lasciare la parola, con garbo, a chi interviene in aula e sarei intervenuto davanti a fatti di maleducazione o a interventi fuori tema, ma non mi risulta che ciò sia accaduto”.
“Fino a oggi credo di avere garantito lo svolgimento imparziale di quest’aula e continuerò a fare così”, ha poi detto Miccichè, replicando a Musumeci, che poco prima lo aveva invitato a “scindere il suo ruolo di garante delle parti da quello di coordinatore del suo partito”.
“Sono ‘irricattabile’ anche io – ha avvertito Micciche’ rivolgendosi al presidente della Regione – Il mio compito è quello di essere garante e non di favorire la maggioranza, che in tutti i Parlamenti si difende da sola”.
Impossibile approvare la Finanziaria entro fine dicembre
Così non è stato, anche perché quanto comunicato da Musumeci all’aula è stato molto grave: “Stiamo lavorando alla prossima sessione di bilancio, ma come comprenderebbero anche le pietre, si dovrà fare ricorso per 60 giorni all’esercizio provvisorio”.
E questo perché, dopo la parifica del rendiconto 2018 da parte della Corte dei conti, prevista il 13 dicembre, “ci sarà il voto sull’assestamento di bilancio e poi quello sul rendiconto”.
Impossibile, dunque, approvare la manovra finanziaria entro fine dicembre.
Il Pd, “Nello Musumeci è inadeguato, si dimetta”
Così il capogruppo del Pd all’Ars, Giuseppe Lupo, rivolgendosi al governatore della Sicilia Nello Musumeci, l’ha attaccato duramente, chiedendone le immediate dimissioni: “Se non se la sente di avanzare proposte lei ha il dovere di dimettersi, liberi la Sicilia e andiamo a nuove elezioni”.
“Il presidente Musumeci – ha aggiunto il dem Antonello Cracolici – ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza. Ha continuato a scaricare la colpa sugli altri raccontando la favola del lupo cattivo, ma ormai non ci crede più neppure Cappuccetto rosso”.
E rispondendo al Governatore che, attribuendo il disavanzo al governo Crocetta, aveva detto “porto la croce”, Nello Di Pasquale (Pd), ha risposto: “La croce non la porta lei, la croce la portano i siciliani per ogni giorno che lei rimane in quella poltrona”.
Il M5s, “La relazione di Musumeci un trattato sul nulla”
Francesco Cappello, capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars, ha definito la relazione di Musumeci “Un lungo, estenuante trattato sul nulla”.
“Basta – ha aggiunto – col rifugiarsi sotto l’ ombrellone delle responsabilità da attribuire ai precedenti governi. La verità è che il governo Musumeci non sa dove andare a parare. Quali sono le azioni che ha in programma? Cosa possiamo andare a raccontare agli anziani, ai disoccupati, ai giovani con la valigia in mano, pronti a lasciare la Sicilia in cerca di un futuro, ai turisti, al cospetto dei quali, abbiamo perso la faccia, a causa della montagne di rifiuti che li accolgono nelle nostre città? Nulla, assolutamente nulla”.
“L’unico successo di cui Musumeci va orgoglioso – ha concluso Cappello – è avere lanciato lo stemma della Regione nello spazio. Ricordiamo al Presidente che i siciliani aspettano con ansia il suo primo successo sulla terra”.
Fava il rating Ba1 la Regione lo mantiene dal 2013
Attacco frontale a Musumeci anche dal presidente della Commissione regionale antimafia Claudio Fava, secondo il quale “spacciare il rating Ba1 della Moody’s come un premio o un salvacondotto per la Regione Siciliana, tacendo che quel bollino, sempre lo stesso dal 2013, ci confina in zona retrocessione (highly speculative…), è un modo furbo e reticente per affrontare il disavanzo”.
“La sua relazione – ha aggiunto – non serve a dissipare i dubbi: lei deve dire cosa il suo governo intenda fare in modo strutturale. Ci aspettavamo proposte e misure concrete, da un censimento delle partecipate regionali per capire quali liquidare a una spending review vera, capace di tagliare la ricostruzione dei borghi fascisti e le spese per le fiere equine a Militello. Sono arrivate solo parole autoassolutorie”.
Di Mauro, l’Inps batte cassa e vuole 96 milioni
Per aggiungere al bianco lo splendore, tra i debiti fuori bilancio che il governo Musumeci ha inserito in un disegno di legge trasmesso all’Ars e all’esame della commissione Bilancio, c’è una voce pari a ben 96 milioni di euro chiesti dall’Inps per obbligazioni non versate dalla Regione.
A rivelare l’ammontare del debito con l’Inps è stato il deputato Giovanni Di Mauro, intervenendo in aula durante il dibattito sulla situazione finanziaria della Regione.

