Unimpresa, le Regioni non sono in ritardo per carenza di medici - QdS

Unimpresa, le Regioni non sono in ritardo per carenza di medici

redazione

Unimpresa, le Regioni non sono in ritardo per carenza di medici

domenica 04 Aprile 2021

Indagine su dati della Corte dei conti, dell'Istat e del Ministero della Sanita. In Sicilia un camice bianco ogni 569 abitanti, sopra la media nazionale

PALERMO – La Sicilia ha un rapporto tra medici (8.939, pari all’8,35% del totale) e cittadini (8,2% della popolazione italiana) più favorevole rispetto alla media nazionale: un “camice bianco” ogni 545 abitanti.
Lo rivela un’analisi del Centro studi di Unimpresa realizzata per capire se l’inefficienza registrata, in alcune regioni italiane, nei primi mesi del piano vaccinazioni può essere legata a uno squilibrio nella ripartizione del personale medico: in media il rapporto, su scala nazionale, è di un medico ogni 569 abitanti.

Su 104.821 “camici bianchi” che lavorano in Italia, al Nord opera il 45,2% del totale, percentuale che si sovrappone al 46,3% degli abitanti del settentrione. Al Centro, lavora il 19,7% dei medici italiani e in quelle zone vive il 19,8% della popolazione, mentre al Sud i camici bianchi sono il 22,6% e i la percentuale demografica si attesta al 23,0%; nelle Isole, invece, i “dottori” sono il 12,5% e i cittadini il 10,9% del totale.

Emblematico il caso del Lazio che ha un medico ogni 767 abitanti (dato peggiore a livello nazionale) e procede più spedito rispetto alla Lombardia (un “camice bianco” ogni 697 cittadini) con le somministrazioni dei vaccini. La sperequazione delle somministrazioni dei vaccini anti-Covid nelle regioni d’Italia non può essere motivata, dunque, con lo scarso numero di medici sul territorio italiano né con una distribuzione non adeguata del personale sanitario. C’è un sostanziale equilibrio, infatti, tra la presenza di medici nelle vare aree del Paese e il quadro demografico della Penisola.

“È evidente che qualcosa non sta funzionando in alcune regioni. A noi non interessano le polemiche politiche, ma trovare soluzioni. Il governo, pertanto, deve avocare la regia del piano vaccinazione e procedere in maniera più spedita: entro giugno vanno finite le somministrazioni, per poter riaprire in sicurezza e rimettere in moto il Paese sia da un punto di vista economico sia per quanto riguarda gli aspetti della socialità” commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

“I modelli organizzativi di alcune regioni hanno funzionato meglio di altri e allora vanno imitati i sistemi migliori nelle aree del Paese che ancora fanno fatica a procedere in maniera spedita sia per quanto riguarda i sistemi di prenotazione sia per l’organizzazione delle strutture in cui si somministrano le dosi” aggiunge il presidente di Unimpresa.

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