Rei, in Sicilia e in Campania presenti la metà dei beneficiari (50,4%) - QdS

Rei, in Sicilia e in Campania presenti la metà dei beneficiari (50,4%)

Serena Giovanna Grasso

Rei, in Sicilia e in Campania presenti la metà dei beneficiari (50,4%)

venerdì 21 Giugno 2019

Corte dei Conti: nell’Isola coinvolti 318.793 individui facenti capo a 105.388 famiglie. Nella nostra regione l’importo medio è di 315 €, superiore alla media italiana di 296 €

PALERMO – Nel 2018 il Reddito di inclusione (Rei) ha raggiunto complessivamente 462 mila nuclei familiari per un totale di 1.329.325 mila persone. In generale, i beneficiari della misura risiedono prevalentemente nel Mezzogiorno (71% degli individui): basti considerare che ben la metà dell’agevolazione è assorbita da due regioni, Campania e Sicilia.

Quasi un beneficiario su quattro è siciliano: infatti, nella nostra regione sono stati coinvolti 318.793 individui, il 24% del totale, facenti capo a 105.388 famiglie (il 22,8% del complesso), in media ogni nucleo familiare risulta composto da tre individui. Questi sono solo alcuni dei dati contenuti all’interno del “Rapporto 2019 sul coordinamento della finanza pubblica” della Corte dei Conti.

La Campania è la regione con il più alto numero di nuclei ed individui coinvolti a livello nazionale (rispettivamente 107.610, pari al 23,3% del totale, e 351.069, il 26,4% del complesso). Il Rei è una misura nazionale di contrasto alla povertà. Si compone di due parti: un beneficio economico, erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica, e un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà.

Il Rei è andato in pensione dallo scorso primo marzo, in conseguenza dell’introduzione del Reddito e pensione di cittadinanza. Ad ogni modo, il beneficio continua ad essere erogato nei casi in cui la domanda è stata presentata entro il 28 febbraio 2019 e il beneficio è stato accolto prima di aprile. Se contestualmente si presenta anche la richiesta di reddito o pensione di cittadinanza, l’accoglimento di queste misure comporta la decadenza del Rei.

A seguire troviamo la Puglia, in cui beneficiano della misura 35.712 famiglie (7,7% del totale) corrispondenti a 99.005 individui (7,4% del totale), e la Calabria con 30.994 nuclei coinvolti (6,7%) e 87.534 persone (6,6%). Un numero consistente di famiglie e di beneficiari si osserva anche nel Lazio (rispettivamente 33.116, pari al 7,2%, e 89.278, corrispondenti al 6,7%).

Mentre nelle regioni settentrionali la quota di beneficiari si riduce notevolmente. Basti pensare che in Lombardia, regione con una popolazione doppia rispetto alla Sicilia, beneficiano della misura 32.646 nuclei (7,1%), corrispondenti a 88.779 persone (6,7%). In Emilia Romagna, Veneto, Liguria e Toscana la quota dei nuclei familiari e dei beneficiari non raggiunge nemmeno il 3% per regione.

L’importo medio del reddito di inclusione è pari a 296 euro, più alto nel Mezzogiorno e meno al Nord: 309 contro 258 euro mensili. In Sicilia e Campania è possibile osservare gli importi più elevati (rispettivamente 315,60 euro e 327,60 euro). Mentre gli importi più contenuti si rilevano nella Valle d’Aosta (237 euro) e in Liguria (251,70 euro).

Quanto alla numerosità dei beneficiari, circa un quarto dei nuclei è composto da una sola persona, anche se la tipologia prevalente è quella in cui sono presenti dai due ai quattro individui. Spicca anche un 5,2% di nuclei in cui sono presenti almeno sei persone. Nel complesso, in poco più della metà dei casi (53%) si rileva la presenza di minori e in quasi un nucleo su cinque la presenza di disabili (17,8%). Naturalmente l’importo del Rei varia in funzione al numero di componenti e in relazione al numero di minori e persone con disabilità presenti.

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