Schifani, sprint per la Giunta dopo lo strappo con Micciché - QdS

Schifani, sprint per la Giunta dopo lo strappo con Micciché

Schifani, sprint per la Giunta dopo lo strappo con Micciché

sabato 12 Novembre 2022

Rottura totale con l’ex presidente dell’Ars dopo l’elezione di Galvagno. Attesi entro il 16 novembre i nomi dei nuovi assessori regionali

PALERMO – Un nuovo vento soffia sul Palazzo dei Normanni e sembra che la maggioranza questa volta potrebbe riuscire a lavorare indisturbata, forte del consistente numero di deputati che la compongono. Il sentore che qualcosa stia cambiando lo si è avuto già giovedì scorso, quando Gaetano Galvagno è stato eletto presidente dell’Assemblea regionale.

Alla prima votazione, sembrava di rivedere la stessa scena messa in atto nel Parlamento nazionale qualche settimana addietro, quando uno dei partiti di maggioranza non si era allineato alle votazioni. E anche a Sala D’Ercole è stata messa in atto la stessa strategia. Ma alla seconda votazione dalle urne è uscito un risultato forte e deciso sul nome di Galvagno, molto gradito al presidente del Senato Ignazio La Russa. Anzi i voti sono stati ben più di quelli che ci si aspettava. Galvagno è stato eletto con 43 preferenze su 70. Lo stesso presidente della Regione è voluto intervenire in conferenza stampa subito dopo l’elezione e ha mostrato evidente soddisfazione per i voti ottenuti, parlando di una maggioranza rafforzata.

Conti alla mano, anche se il voto è stato segreto, si può ipotizzare che i 43 voti provengano da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Democrazia cristiana, Autonomisti e Sud chiama Nord con Sicilia Vera. Quattro schede sono andate a Giorgio Assenza, ex Forza Italia e oggi Fratelli d’Italia, 11 bianche e il Pd (11 voti) ha dichiarato apertamente che i propri deputati avrebbero votato per se stessi. Questo significa che in Parlamento all’opposizione resteranno i 22 componenti del Pd e di M5S, un numero che non dovrebbe preoccupare in caso di votazione. Come non desterà preoccupazione se il gruppo dei quattro che ha dirottato il voto su Assenza si metterà di traverso al momento di votare i provvedimenti perché si tratterà sempre di 43 voti di maggioranza contro i 26 di opposizione.

Conti, questi, che però non combaciano con le dichiarazioni rilasciate dal coordinatore dei gruppi parlamentari Sicilia Vera e Sud chiama Nord, Danilo Lo Giudice. “Noi coerentemente e correttamente – ha detto in un comunicato diffuso ieri – siamo stati gli unici a dichiarare anzitempo come avremmo votato sia in occasione della prima che della seconda votazione. Alla prima votazione ci siamo astenuti facendolo formalmente rilevare e alla seconda abbiamo votato scheda bianca. Ci è stato chiesto insistentemente da più fronti di non votare scheda bianca alla seconda chiamata, evidentemente per rinviare a ulteriore votazione l’eventuale elezione del candidato della maggioranza. Il nostro netto rifiuto, comunicato anche da Cateno De Luca a Gianfranco Miccichè in una breve riunione intercorsa presso la torre Pisana tra la prima e la seconda votazione, ha evidentemente costretto la maggioranza a ricompattarsi. Abbiamo probabilmente evitato che si creassero le condizioni per le classiche imboscate d’Aula finalizzate a far alzare il prezzo in trattative alle quali noi abbiamo dichiarato anzitempo di non essere interessati”. Una ricostruzione che farebbe rientrare nei 43 voti nomi appartenenti all’opposizione, sia del Partito democratico che del Movimento 5 stelle.

Irritato da quanto accaduto Gianfranco Miccichè, che solo poco tempo fa aveva dichiarato di voler optare per il seggio all’Ars piuttosto che per quello del Senato per rimanere con “Schifani fino alla morte”. E invece questa volta Micciché si è ritrovato ai margini, estromesso praticamente da tutta la maggioranza. E oggi spara a zero contro Schifani e il nuovo Esecutivo regionale: “Mi hanno fatto fuori perché non avrei consentito a questo Governo di continuare a fare clientele”.

Nel corso di alcune interviste rilasciate a Palazzo dei Normanni l’ex seconda carica siciliana ha mostrato tutto il suo disappunto per non aver ottenuto neanche una poltrona. Ma questo Governo ha deciso evidentemente di fare a meno di Miccichè. Ora la partita si gioca sulla nomina degli assessori e dei presidenti di Commissione, le cui nomine saranno completate tra questo fine settimana e i primi giorni della prossima, comunque entro il 16 novembre, data stabilita per il giuramento della Giunta a Sala D’Ercole.

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