Renzi lancia Faraone sindaco e infiamma le elezioni a Palermo - QdS

Renzi lancia Faraone sindaco e infiamma le elezioni a Palermo

Renzi lancia Faraone sindaco e infiamma le elezioni a Palermo

martedì 23 Novembre 2021

Dal palco della Leopolda il leader di Italia Viva ha messo una nuova pedina sullo scacchiere per la corsa a sindaco del capoluogo siciliano. Una mossa che ha agitato il centrodestra

PALERMO – Dal palco della Leopolda il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha scosso la corsa a sindaco di Palermo candidando a sorpresa il senatore Davide Faraone: “A Palermo non stiamo con Miccichè – ha annunciato Renzistiamo con Davide Faraone, che è una cosa diversa. Poi Micciché faccia lui, Provenzano faccia lui, ma noi a Palermo ci candidiamo per guidare una città che negli ultimi anni non è riuscita neanche a seppellire i propri morti”.

“Caro Davide – ha aggiunto Renzi – Palermo ha bisogno di te e noi siamo convinti che la tua candidatura a sindaco di Palermo non sarà figlia di un accordicchio con qualche forza politica ma sarà una candidatura che parla alla città”.

Un annuncio che scompagina i piani del centrodestra suscitando l’immediata reazione di Sicilia Futura-Italia Viva. La costola siciliana dei renziani, guidata dal deputato regionale Edy Tamajo, aveva già stretto un accordo con Forza Italia per Amministrative e Regionali (o almeno questi erano gli annunci) e la cena fra Renzi e il commissario regionale di FI Gianfranco Miccichè sembrava il preludio a un patto federativo dei centristi, prove tecniche di un Grande Centro. “Presenteremo liste comuni e Tamajo sarà candidato con Forza Italia”, aveva detto Micciché dopo la cena. Per questo la mossa di Renzi ha preso tutti in contropiede: con un lungo post su Facebook Tamajo ha bocciato senza mezzi termini la candidatura di Faraone: “Mentre a Roma (o alla Leopalda) si discute – ha scritto – la nostra Palermo viene espugnata come Sagunto. Mentre la nostra città è sopraffatta dai debiti, straziata dalla vergogna delle centinaia di bare abbandonate, devastata da decine di cantieri infiniti, la politica sta dando uno spettacolo indegno in un momento gravissimo per la nostra città e per l’intero Paese. Decine di candidati in corsa per la poltrona di sindaco di Palermo, ogni partito o movimento autocandida il proprio aspirante candidato, e tutti i partiti dell’arco costituzionale mettono in scena assemblee invocando il tanto osannato cambiamento”.

“Ma in realtà – ha aggiunto – non riesco a comprendere di quale cambiamento stiamo parlando, visto che siamo tornati alla vecchia logica del manuale Cencelli, condotta che veniva utilizzata con il solo scopo di alzare il prezzo cercando di ottenere qualche casella in più nello scacchiere politico. Non ho ancora sentito quasi nessuno parlare di programmi, di proposte, di idee, di cultura, di ambiente, di servizi, di infrastrutture, di aziende partecipate, di cercare soluzioni valide per risolvere la vergogna in atto al cimitero dei Rotoli. La proposta che lancerò alla coalizione sarà quella di azzerare tutte le candidature fino ad ora avanzate e di ripartire da un programma per salvare Palermo”.

Dopo l’investitura da parte di Renzi, Faraone non si è tirato indietro ma non si è sbilanciato sui possibili alleati: “Io per ora guarderei ai cittadini, guarderei ai palermitani. Farò un altro lavoro rispetto a quello che ho fatto finora. I cittadini palermitani hanno bisogno di una guida solida, che pensi innanzitutto a loro e meno alle alchimie politiche. Ho un grossissimo entusiasmo anche perché candidarsi alla guida della città dove sei nato e sei cresciuto, nei quartieri di periferia, dallo Zen a San Lorenzo, credo che sia il sogno di chi fa politica. Lo farò con il massimo impegno cercando di portare in dote la mia esperienza che ho costruito in questi anni, la mia relazione con tutte le donne e gli uomini che guidano questo Paese e che sono nei posti chiave, per far rinascere una città che purtroppo è piegata, in crisi economica e che non riesce a neanche a seppellire i suoi morti. Palermo ha bisogno di una svolta vera”.

Ma la sola ipotesi che la sua candidatura possa essere un test per verificare l’alleanza tra Forza Italia e Italia Viva fa salire la temperatura nel centrodestra. “Dalla padella – ha attaccato Sabrina Figuccia, consigliere comunale della Lega – alla brace: dopo il trentennio orlandiano, adesso Palermo rischia di finire in mano a un Faraone qualsiasi. Tra le tante idee strampalate di Renzi mancava solo quella di candidare uno dei suoi fedelissimi alla poltrona più importante di Palazzo delle Aquile, finora purtroppo occupata da chi ha ridotto la nostra città nelle disastrose condizioni che purtroppo sono sotto gli occhi di tutti noi. Sicuramente, però, i palermitani, dopo tanti anni di degrado, vogliono un sindaco credibile, capace, in grado di rimboccarsi le maniche e far cambiare rotta alla città, non certo uno che ormai da anni vive a centinaia di chilometri di distanza da Palermo e che è stato proposto da un altro che cambia idea ad ogni alito di vento come il leader toscano di un partitino ridotto a percentuali da prefisso telefonico”.

Alta tensione, Italia Viva Palermo risponde a Tamajo

PALERMO – Alle parole di Edy Tamajo hanno risposto in una nota i coordinatori di Italia Viva Palermo, Marcello Caruso, Giulia Noera e Toni Costumati. “L’onorevole Tamajo – hanno affermato – è una sorta di ‘Mister caos’, un uomo in totale e imbarazzante confusione. E lo è talmente tanto che quando interviene non si capisce a quale partito aderisca e in quale coalizione si collochi. Si firma in qualità di ‘deputato regionale di Sicilia Futura-Italia Viva prossimo candidato alle elezioni regionali nelle liste di Forza Italia’, ed è già tutto un programma. Partecipa al tavolo della coalizione di centrodestra per la scelta del candidato a sindaco con Lega e Fratelli d’Italia ma mantiene nell’Amministrazione comunale di centrosinistra due suoi uomini, il presidente dell’Amat e il vice all’Amg”.

“A che titolo – hanno aggiunto – fa appello ai candidati sindaci (di quale coalizione poi?) di fare un passo indietro? E poi, ciliegina sulla torta, ci resta male se Faraone non lo chiama per concordare la sua discesa in campo”.

“Crediamo – hanno concluso Caruso, Noera e Costumati – che se il presidente dei senatori di Italia Viva avesse voluto ascoltare il parere di Tamajo sulla sua candidatura l’avrebbe certamente incontrato. Se non l’ha fatto, ‘Mister caos’ dovrebbe darsi una risposta. Un risultato lo ha già centrato: la candidatura di Davide Faraone fa chiarezza”.

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