Una bella notizia per i pendolari, ma non significa certo la fine dei lavori lungo l'autostrada.
Ci sono voluti otto anni, più del tempo che in queste settimane si va annunciando per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Ma la notizia che mezza Sicilia attendeva ormai senza speranza, è arrivata. “Entro la fine di luglio riaprirà la galleria dell’autostrada A18 all’altezza di Letojanni”.
A darne conferma al Quotidiano di Sicilia è Maurizio Croce, il commissario per il dissesto idrogeologico in Sicilia, l’ente che ha gestito la realizzazione dell’opera. Era la notte del 4 ottobre del 2015 quando la collina sopra l’autostrada franò, non provocando miracolosamente nessun ferito. La storia di questi otto anni – dalla messa in sicurezza del costone fino alla realizzazione della nuova galleria – è emblematica di tutto quello che in Sicilia non funziona.
Letojanni, la riapertura dopo la frana
La buona notizia della riapertura della carreggiata lato monte in direzione Catania è però offuscata dal fatto che questo non significa la fine definitiva dei lavori. “Resta da realizzare una ulteriore paratia tra la carreggiata lato monte e quella lato mare, a protezione della nuova galleria”, spiega Croce. Il progetto originale, in realtà, prevedeva la costruzione di due gallerie, su entrambe le carreggiate, per rendere più stabile il piede della collina.
Nell’ultimo anno e mezzo si è fatta strada invece una soluzione diversa: non realizzare la galleria di Letojanni lato mare e sostituirla con una semplice paratia. La variante al progetto è stata approvata da tutti gli enti preposti. Questo ha permesso di risparmiare molto tempo e tre milioni di euro, senza compromettere – è la valutazione della Struttura per il contrasto del dissesto idrogeologico – la sicurezza.
Come proseguiranno i lavori
La prossima settimana il commissario Croce incontrerà i vertici del Consorzio autostrade siciliane per decidere come proseguire i lavori. La prima opzione è riaprire totalmente la A18 nei mesi di agosto e settembre su entrambe le carreggiate, per rendere più fluido il traffico nel periodo di massima presenza turistica, visti anche i numerosi altri cantieri lungo l’autostrada Catania-Messina che rendono spesso un inferno la quotidianità dei pendolari. E rinviare così a ottobre la costruzione della paratia. La seconda opzione è non interrompere i lavori, ma questo comporterebbe la chiusura immediata della carreggiata lato mare, quella che finora è rimasta aperta.
A concludere anche quest’ultima parte dei lavori sarà la società catanese Cospin, dell’imprenditore Antonio Pinzone, rimasto solo dopo che all’altra ditta con cui si era aggiudicato l’appalto in Ati, la calabrese Sgromo Costruzioni, la Regione ha rescisso il contratto. Una parte della tormentata storia dell’infrastruttura e dei suoi tempi biblici è proprio legata ai problemi della Sgromo Costruzioni. Già al momento dell’aggiudicazione dell’appalto e dell’inizio dei lavori nel 2019, la società calabrese veniva da una interdittiva antimafia due anni prima trasformata poi in controllo giudiziario, uno strumento che consente agli imprenditori di rimanere titolari della propria azienda, ma li obbliga a rendere conto delle loro attività a un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale. Una condizione che non impediva di partecipare a gare d’appalto. E vincerle, come è stato per la frana di Letojanni.
Due anni dopo, però, i guai della Sgromo sono aumentati: il titolare è stato coinvolto in una inchiesta contro la ‘ndrangheta in Calabria. E la Regione, a seguito di un parere dell’Avvocatura dello Stato, decise per la rescissione del contratto. Una ulteriore perdita di tempo di circa nove mesi. Seguita a numerosi altri problemi: il progetto più volte rivisto, il processo scaturito dai primissimi lavori, quelli della messa in sicurezza in massima urgenza della collina, di cui si attende la sentenza di primo grado. Un iter tormentato di cui entro due settimane si chiuderà un importante capitolo. Per la fine definitiva della storia restano altre pagine da scrivere.
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