Con Calabria, Basilicata, Campania e Toscana la nostra Isola ha un Rt molto vicino a 1 e un'incidenza sopra 200. Puglia, Sardegna e Val d'Aosta in rosso, le altre undici regioni puntano al giallo
Nelle prossime ore il Comitato tecnico scientifico, poi il confronto con le regioni, e domani, o al più tardi giovedì, il Consiglio dei ministri per mettere nero su bianco il nuovo decreto che indicherà il calendario e le regole per le riaperture, con undici regioni e provincie che puntano alla zona gialla.
La certezza si avrà con il monitoraggio di venerdì che determinerà le prime regioni in cui sarà possibile riaprire.
Stando ai dati attualmente a disposizione, purtroppo, la Sicilia resterà in zona arancione con Calabria, Basilicata, Campania e Toscana con un Rt molto vicino a 1 e un’incidenza sopra 200.
Rosse resteranno certamente Puglia, Sardegna e Val d’Aosta e per loro si parlerà di riaperture non prima di maggio.
Undici, invece – Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Umbria e Veneto – oltre alle province di Trento e Bolzano a puntare alla zona gialla, avendo un Rt nel valore inferiore sotto l’1 e un rischio basso o moderato, compatibile con uno scenario 1.
Il Governo conferma la road map
Il Governo, intanto, conferma la road map annunciata dal premier Mario Draghi stoppando da un lato le pressioni che arrivano dal destra per posticipare il coprifuoco e aprire in zona gialla anche i bar e i ristoranti al chiuso e dall’altro quelle di buona parte delle regioni che chiedono di rivedere la scelta di riportare tutti gli studenti in classe dal 26 se non si interverrà sui trasporti.
Il primo passaggio è la riunione degli esperti del Cts che dovranno esprimere un parere sul pass che servirà per spostarsi tra le regioni di colore diverso ma anche per accedere ad alcuni eventi, come assistere a spettacoli dal vivo o andare al cinema.
Le certezze al momento sono due: la prima è che non sarà pronto per il 26 aprile, dunque da lunedì prossimo ci si sposterà verso le regioni rosse e arancioni con l’autocertificazione e uno dei tre documenti necessari allegato, il certificato vaccinale, quello di avvenuta guarigione o l’esito del tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. Elemento, quest’ultimo, sul quale sia il sottosegretario all’interno Carlo Sibilia sia il sindaco di Firenze Dario Nardella chiedono un intervento del governo per eliminare o abbassare i costi ed evitare che ci siano cittadini di serie A e serie B.
L’altra è che il pass sarà in linea con quello europeo che dovrebbe diventare operativo tra giugno e luglio. Prima si capisce come funziona quello Ue e poi ci si adegua.
L’ipotesi più concreta è utilizzare una app che contenga un Qr code con le informazioni, da esibire a richiesta.
Potrebbe essere utilizzata “Io”, la app della Pubblica amministrazione già utilizzata per il cashback di Stato: è costruita, dicono gli esperti, secondo tutti i canoni europei per quanto riguarda l’identità digitale e il rispetto della privacy, dunque già pronta per l’utilizzo.
In ogni caso una decisione definitiva ancora non c’è e al momento non sono escluse neanche le altre due opzioni: rimanere con il certificato cartaceo o utilizzare la tessera sanitaria.
Sul tavolo degli esperti del Cts ci saranno anche le linee guida delle Regioni per le riaperture che, almeno su due punti, suscitano perplessità e preoccupazione: né la richiesta di riaprire bar e ristoranti anche in zona arancione e rossa, né l’utilizzo degli spogliatoi in piscine e palestre (queste ultime le regioni chiedono che possano aprire dal 15 maggio e non il primo giugno) dovrebbero passare il vaglio.
E ad alimentare le tensioni all’interno della maggioranza e tra governo e regioni è proprio la questione dei ristoranti, che si porta dietro quella del coprifuoco: buona parte dei presidenti e del centrodestra vorrebbero poter aprire anche i locali al chiuso in zona gialla e posticipare il divieto di circolazione alle 23 o a mezzanotte.
Da palazzo Chigi si ribadisce però che sul cronoprogramma e sulle misure vale l’impostazione, già generosa, illustrata venerdì dal premier Mario Draghi in conferenza stampa e ribadita da Speranza: “In questa fase la scelta del governo è mantenere il coprifuoco così come vigente, si valuterà la curva epidemiologica ed eventuali ulteriori misure di settimana in settimana”