Coronavirus, per la Fase 2 in Sicilia, riaprire tutte le saracinesche, gli ambulatori e i luoghi di culto - QdS

Coronavirus, per la Fase 2 in Sicilia, riaprire tutte le saracinesche, gli ambulatori e i luoghi di culto

Giovanna Naccari

Coronavirus, per la Fase 2 in Sicilia, riaprire tutte le saracinesche, gli ambulatori e i luoghi di culto

martedì 05 Maggio 2020

Nel rispetto delle misure anti-contagio e degli obblighi di distanziamento interpersonale, il presidente della Regione Nello Musumeci, ha firmato un’ordinanza all’interno delle linee guida fissate da Roma. Nel quadro del Dpcm del 26 aprile, Cosa si può fare nella nostra Isola dopo le disposizioni regionali del 30 aprile scorso

PALERMO – L’Italia, da ieri, ha iniziato il tanto atteso processo di ritorno, graduale, alla normalità. Eppure alcune regioni come Veneto, Puglia, Calabria e Sicilia hanno trovato eccessive le disposizioni del decreto del 26 aprile illustrato dal premier Giuseppe Conte per la Fase 2 dell’emergenza da Covid-19.

Nel rispetto delle misure anti-contagio e degli obblighi di distanziamento interpersonale, anche il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha firmato un’ordinanza all’interno delle linee guida fissate da Roma. Nel quadro del Dpcm del 26 aprile, vediamo cosa si può fare in Sicilia, anche in relazione alle disposizioni regionali del 30 aprile scorso.

I passeggeri possono salire sui mezzi di trasporto pubblico urbano mantenendo una distanza minima di un metro l’uno dall’altro. L’accesso è consentito nella misura massima del 40% dei posti omologati. L’attività in terreni agricoli e la cura degli animali in essi custoditi è consentita solo per la prevenzione degli incendi e per esigenze alimentari. Dal territorio comunale, a tal fine, possono uscire solo nei giorni feriali e, una sola volta al giorno, due componenti del nucleo familiare o un soggetto delegato. Le persone affette da disabilità intellettive, relazionali e/o motorie, possono uscire una volta al giorno e con accompagnatore, mantenendosi vicino alla propria abitazione. Si avvicina l’estate e nei giorni feriali ci si può spostare per il trasferimento “stagionale” nelle abitazioni diverse da quella principale.

Riaprono i Cimiteri con le modalità di accesso disposte dai sindaci. Ci si può spostare con l’animale di affezione, per le sue esigenze fisiologiche, solo in prossimità dell’abitazione. È autorizzata la tolettatura degli animali con appuntamento e la modalità “consegna dell’animale, tolettatura, ritiro dell’animale”.

L’attività sportiva è consentita in forma individuale, ovvero con un accompagnatore per i minori e le persone non autosufficienti, compresa la pesca sportiva. I circoli, le società e le associazioni sportive possono svolgere attività in luoghi aperti; tra queste, tennis, ciclismo, canoa, canottaggio e vela, equitazione, atletica e golf.

Chiunque faccia ingresso in Sicilia ha sempre l’obbligo di registrarsi sul sito internet www.siciliacoronavirus.it e dell’isolamento obbligatorio.

Tra le restrizioni, in questi mesi si è molto discusso dell’annullamento delle funzioni religiose e del diritto all’esercizio della libertà di culto. Il prolungamento di questa disposizione per la Fase 2 ha provocato nei giorni scorsi una dura posizione della Cei. Dopo il dialogo tra la Conferenza episcopale e il ministero dell’Interno sono state stabilite le misure di sicurezza anti-contagio per celebrare le esequie dal 4 maggio. Nei giorni scorsi è stato definito anche un protocollo di massima per la graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo, secondo quanto affermato dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei.

“Esprimo la soddisfazione mia – ha detto – dei vescovi e, più in generale, della comunità ecclesiale per essere arrivati a condividere le linee di un accordo, che consentirà nelle prossime settimane, sulla base dell’evoluzione della curva epidemiologica, di riprendere la celebrazione delle messe con il popolo”.

In questi giorni difficili molti malati sono stati costretti a rinviare numerosi trattamenti
Il presidente di Aiop Sicilia, Ferlazzo: “Il blocco un danno alla salute dei cittadini”

Palermo – Prima della Fase 2 alcune regioni come Calabria, Veneto ed Emilia Romagna hanno autorizzato l’attività ambulatoriale con l’applicazione delle misure nazionali di contenimento del rischio di diffusione del Coronavirus.

In Sicilia il presidente Nello Musumeci, nell’ordinanza del 30 aprile, ha stabilito le misure da adottare per la specialistica ambulatoriale e le attività extramurarie. Il provvedimento dispone l’autorizzazione delle attività che rientrano nei Codici Ateco 74 (scientifiche e tecniche) e 86 (assistenza sanitaria) per tutte le branche specialistiche, soltanto per prestazioni urgenti e indifferibili, così come i trattamenti di assistenza ambulatoriale e domiciliare, riabilitativo-infermieristica. L’assessorato regionale alla Salute, provvede ad attuare le disposizioni di pertinenza, secondo l’andamento dell’epidemia e previo parere del comitato tecnico scientifico.

“L’ospedalità privata – ha affermato il presidente di Aiop Sicilia, Marco Ferlazzo – si è preparata per la Fase 2 con le procedure interne, con dispositivi di protezione individuale e con l’obbligo del distanziamento sociale, sia per quanto riguarda gli operatori che i pazienti”.

Per il vertice dell’associazione che nell’Isola rappresenta le cliniche private e le Rsa accreditate dal servizio sanitario regionale è anche il tempo di pensare alle prestazioni programmabili e non urgenti. “Auspichiamo – ha aggiunto Ferlazzo – che l’assessorato regionale alla Salute, verificando l’andamento della pandemia e se ci saranno le condizioni per agire, possa disporre anche il riavvio dell’attività programmabile e ambulatoriale. Dobbiamo pensare alla programmazione e alla prevenzione. Si tratta di programmare tutta l’attività lavorativa in tempi più lunghi, ma bisogna partire perché il blocco è sicuramente un danno alla salute dei cittadini”.

“Dobbiamo riprendere – ha sottolineato – anche l’approccio alle patologie croniche, avendo riguardo ai pazienti fragili e osservando tutte le indicazioni che ci vengono date per controllare proprio il livello di pandemia”.

Il presidente di Aiop Sicilia ha invitato anche a riflettere sul blocco attuale dei viaggi della speranza come un’opportunità per la sanità. “Per noi – ha concluso – è un’occasione storica. I viaggi della speranza non ci sono stati, non avvengono e le risorse economiche restano qui. Considerando che ogni anno la Sicilia spende 300 milioni per le cure fuori regione e che altri vengono da noi, proviamo a fare curare i pazienti qui. La nostra sanità è altamente qualificata e, a eccezione di alcuni casi di specialistica per patologia, non c’è ragione di curarsi fuori”.

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