Ribera, per le case di largo Martiri di via Fani si aspettano ancora i primi fatti concreti - QdS

Ribera, per le case di largo Martiri di via Fani si aspettano ancora i primi fatti concreti

redazione

Ribera, per le case di largo Martiri di via Fani si aspettano ancora i primi fatti concreti

mercoledì 10 Luglio 2019

Lunedì sarebbero dovuti partire i primi interventi propedeutici alla demolizione, ma nulla di fatto. Nei giorni scorsi una nuova protesta degli ex residenti, costretti a lasciare le proprie case

RIBERA (AG) – Nuove proteste di un gruppo di cittadini, ex residenti di una sessantina di case popolari situate in largo Martiri di via Fani, che dal 2012 sono dichiarate inagibili.

È stata inscenata una manifestazione pacifica all’interno dell’area interessata – situata nel quartiere di San Francesco – per contestare i cronici ritardi nell’atteso avvio dei lavori di demolizione e ricostruzione ex novo degli alloggi.

Per la giornata di lunedì era in programma la bonifica dei luoghi, propedeutica di qualche giorno all’approdo delle ruspe. Ma non se n’è fatto niente. Diversi degli appartamenti in questione, pur essendo ufficialmente sgomberati da sette anni (un’inchiesta della magistratura accertò che erano stati costruiti con cemento depotenziato) sono stati occupati abusivamente da alcuni soggetti senza fissa dimora, soprattutto nordafricani impegnati in lavori nelle campagne riberesi.

“Se prima non si procede allo sgombero, la ditta appaltatrice non potrà iniziare i lavori”, ha dichiarato il sindaco di Ribera Carmelo Pace.

La protesta degli ex residenti (a cui, dopo essere stati costretti ad andare via dai loro appartamenti, il Comune garantisce un contributo sull’affitto di 250 euro perfamiglia) è culminata con alcuni piccoli incendi di sterpaglie e rifiuti in una zona, quella dove si trovano gli alloggi, particolarmente degradata.

Per demolire e ricostruire le palazzine il Governo della Regione (presidente in carica era ancora Raffaele Lombardo) stanziò circa 10 milioni di euro.

Adesso si attendono i primi passi concreti per poter venire a capo di una questione che sta esasperando sempre più le famiglie interessate.

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