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La ricchezza non è peccato se redistribuita

La ricchezza non è  peccato se redistribuita
sviluppo e ricchezza

Progressività imposte dimezzata

Sentiamo da più parti che essere ricchi è un peccato. Dissentiamo. Tuttavia, osserviamo che bisogna distinguere quale sia la strada che porta alla ricchezza.
In primis, se la strada è quella dell’onestà e della correttezza oppure quella del malaffare, che poggia su delitti e turpitudini di varia natura.

Analizziamo ora la ricchezza prodotta onestamente. Essa si presenta anche in due modi: quella attiva, capace di mettere insieme nel miglior modo mezzi, risorse finanziarie, risorse umane e quant’altro possa servire; e l’altra della ricchezza prodotta parassitariamente, cioè senza che vengano inserite capacità, intelligenze e quant’altro necessario.
Questa seconda strada è fatta di eredità ricevute, risorse finanziarie impegnate che producono interessi, cedole dal possesso di azioni e obbligazioni e quant’altro. Si potrà subito osservare che se i capitali che fruttano quanto precede sono stati accumulati con merito, non vi è nulla da obiettare. Se invece non vi è stato nessun merito, si deve considerare non positivo che qualcuno possa godere di vantaggi senza che ci abbia messo nulla di proprio, nessuna fatica, nessuna capacità, nessun utilizzo della propria intelligenza.

Nella nostra Costituzione vi è l’articolo 53 che prevede la progressività delle imposte. È un principio obiettivo che vuole applicare la regola etica della redistribuzione della ricchezza, che appunto si verifica con la suddetta progressività.

Tuttavia, questo principio è condizionato da una serie di leggi, che sono state approvate dal Parlamento a partire dal Dopoguerra, le quali affossano in maniera non secondaria tale principio. Ve ne indichiamo qualcuna.
Sugli interessi di capitale, sia investito in azioni che in obbligazioni, l’imposta è del 26 per cento. Una volta tassato il reddito con tale percentuale esso non va ad accumularsi in quello della persona fisica o di fondazioni, mentre va ad accumularsi nel reddito delle persone giuridiche.
Vi è un’ulteriore agevolazione al riguardo e cioè che sui Buoni del Tesoro emessi dai Governi di tutta Europa tale percentuale è ridotta al 12,5 per cento.

Una legge dei nostri giorni prevede che i redditi degli affitti brevi siano tassati in misura fissa del 21 per cento, poi elevato al 26 per cento. Cosicché, anche in questo caso, il relativo reddito non va ad accumularsi a quello personale, bensì viene omesso e pertanto anche in questo caso viene violata la regola costituzionale della progressività delle imposte.

Altra legge dei nostri giorni ha inserito il forfait, cioè a dire il regime forfettario, secondo il quale i percettori di reddito da 35 mila a 85 mila euro all’anno pagano un’imposta fissa. Anche in questo caso viene violata la regola della progressività delle imposte.
Al quadro che precede dobbiamo aggiungere le imposte indirette come l’Iva, la quale ha lo stesso livello di prodotti e di servizi acquistati da ricchi o da poveri.
Vi sono altre imposte fisse che vi omettiamo, perché seguono la stessa regola della non progressività e quindi della violazione dell’articolo 53 richiamato più volte.

La questione della redistribuzione della ricchezza tocca un altro tasto della legislazione italiana, cioè a dire quello della mancata tassazione dei patrimoni al di sopra di una certa soglia, poniamo di dieci milioni di euro. Anche qui va valutata la circostanza se l’accumulo del patrimonio sia conseguente al lavoro e alla capacità delle persone, se sugli accumuli sono state pagate le relative tasse, ovvero se tali patrimoni siano arrivati per successione, per cui chi li riceve non ci ha messo nulla di sé, avendo preso possesso senza merito di risorse provenienti da genitori, parenti o terzi.

La questione in esame potrebbe continuare per altri casi di trasferimento di ricchezze che vengono ricevute da chi non le ha meritate. Ma qui ci vogliamo fermare per evidenziare le disuguaglianze che esistono nel nostro Pianeta, conseguenti al fenomeno prima indicato: aumenta il numero di ricchi e super ricchi e aumenta il numero dei poveri e super poveri.