Caro Marco, Caro Nando: la corrispondenza tra l’economista Vitale e lo scrittore Dalla Chiesa. La scrittrice Dell’Orso: “Regione anomala, surreale che vanta unicità”
MILANO – “Perché sei andata a vivere in Calabria?”, hanno chiesto una volta alla scrittrice Ginevra Dell’Orso la quale, dopo anni dedicati alle Pubbliche Relazioni e all’Interior Design, decide di mollare la folle frenesia di Milano e di Los Angeles per trasferirsi in un magico paesino sulla costa jonica.
Ecco la sua risposta: “La Calabria è una regione anomala, per certi versi ‘surreale’, che vanta numerosi primati, tra cui molte unicità. è la regione con il più alto tasso di disoccupazione, ma al tempo stesso ha l’aria più pulita e la biodiversità più alta in Europa. Non c’è una folle corsa al turismo, ma possiede più di 800 chilometri di costa dalle quali si ergono alte vette di montagna, da cui si può persino sciare contemplando il paesaggio. Ci sono pochissime industrie, pochi abitanti, ma una natura che regna sovrana e incontrastata… Ci sono canyon e cascate, città millenarie e megaliti. Per non parlare del cibo: quest’anno il New York Times l’ha addirittura eletta la regione in cui si mangia meglio in Italia: non tanto per le ricette (che in realtà sono abbastanza povere) quanto per la qualità delle materie prime. Ogni anno che passa, il mondo si accorge di questa regione dimenticata, e quasi timidamente cerca un approccio per nulla scontato. Bisogna avere una visione del mondo un po’ particolare per amare questo posto. Bisogna saper vedere, e non guardare!”
Questo scritto, di cui abbiamo appena riproposto solo una parte, è stato distribuito dall’economista Marco Vitale (autore del libro “Il Sud esiste”, un’analisi lucidissima dei luoghi comuni che ruotano attorno alla questione meridionale e alle “zavorre” che impediscono la rinascita del Mezzogiorno) e si è, per così dire, incrociato con un articolo di Nando Dalla Chiesa pubblicato su Il Fatto Quotidiano dello scorso 22 febbraio e che racconta di una bella testimonianza di una professoressa calabrese che si è impegnata con grande coraggio e competenza a riorganizzare una scuola di San Luca.
“Ho molto apprezzato l’articolo di Dalla Chiesa – spiega Vitale – e gli ho scritto”. Ciò ha dato vita a uno scambio di corrispondenza che offre anche uno spunto di riflessione sul Sud.
“Caro Nando – scrive Vitale – il Tuo articolo del 22 febbraio sulla professoressa di San Luca è molto significativo e mi congratulo molto con Te. Anche il mio Sud è popolato di persone di questo stampo, sempre sole. Proprio ieri sera sentivo alla TV un missionario che diceva: la prima forma di solidarietà è la conoscenza. Per questo articoli come il Tuo sono preziosi. Da questa convinzione nasce la mia riflessione che con il Sud bisogna intrecciare rapporti personali ogni volta che si presenta l’occasione. Solo dall’infittirsi di questi rapporti (un po’ come fa Libera) può nascere la indispensabile rivoluzione culturale”.
“Incominciamo dalla Calabria – prosegue ancora Vitale – . Incominciamo da Domenica Cacciatore, professoressa calabrese. Non lasciamola più sola. Proposta: Tu la inviti all’Università per un incontro sulla Calabria di oggi. Potrebbero partecipare all’incontro Don Pino Demasi che certo Tu conosci (vedi pag. 255 del mio Al di là del Tunnel), Pippo Callipo e/o Florindo Rubbettino. L’incontro potrebbe intitolarsi: Incominciamo dalla Calabria. Io potrei fare una relazione introduttiva spiegando perché ciò che occorre è una rivoluzione culturale che seppellisca la cultura dell’accattonaggio della Svimez che da 50 anni sta rovinando il Sud. Naturalmente un incontro di questo tipo avrebbe senso solo di persona con pubblico studentesco, sia pur limitato e distanziato. Lo streaming è la morte di ogni speranza di incontro e di solidarietà”.
La risposta di Dalla Chiesa non tarda ad arrivare e da essa traspare la consapevolezza da parte dello scrittore della disponibilità che l’economista Vitale ha sempre mostrato per “le buone cause del Sud”.
“Caro Marco – si legge nella corrispondenza con Vitale – sono proprio d’accordo con te sul fatto che la prima forma di solidarietà sia conoscere e far conoscere. Bella l’idea dell’incontro in università. Ti chiedo però se non pensi che lo si possa fare anche a distanza, metodo con cui stiamo riuscendo, ti assicuro, a fare buone cose, e anche a creare spirito di gruppo, nonostante gli indubbi vantaggi e patrimoni di sensazioni che l’incontro diretto è in grado di regalare. Che ne diresti? Grazie anche per la testimonianza che mi hai fatto avere sulla scelta di Ginevra Dell’Orso. Molto bella e coinvolgente. Aggiungo però malvolentieri che nel suo panorama manca la ‘ndrangheta, che purtroppo avvelena la vita di tanti calabresi onesti non in grado di scegliersi il luogo in cui vivere”.
“Caro Nando – risponde ancora Vitale – ho circolarizzato il testo di Ginevra Dell’Orso con il titolo: “In Calabria non c’è solo la ‘ndrangheta”. Che questa ci sia tutti lo sanno compresa Ginevra Dell’Orso.
Che ci sia anche altro pochi lo sanno. Non possiamo pensare sempre solo al male. Qualche volta è salutare pensare al bene e al bello anche parlando di Calabria. Se farai qualcosa io ci sarò anche se odio questi incontri a distanza”.