Ricongiungimento delle famiglie di migranti, a Catania funziona la rete delle associazioni - QdS

Ricongiungimento delle famiglie di migranti, a Catania funziona la rete delle associazioni

Ricongiungimento delle famiglie di migranti, a Catania funziona la rete delle associazioni

giovedì 09 Gennaio 2020

Si è concluso il progetto “Family in tow(n)” realizzato da Asa Onlus con Acli e Fondazione Sicilia. Sperimentato un modello alternativo di inclusione socio-culturale che ha coinvolto 21 persone

CATANIA – È giunto al termine il progetto “Family in Tow(n)” realizzato da Asa Onlus, in partenariato con Acli Catania e cofinanziato dalla Fondazione Sicilia. Per l’occasione una tavola rotonda dal titolo “Family in Town(n); scoperte sul campo – Analisi, buone prassi e prospettive. Ricongiungimento familiare e processi di integrazione dei nuclei migranti” (evento accreditato per gli assistenti sociali al Croas Sicilia) ha consentito di restituire l’esperienza del progetto, grazie alla presenza degli operatori che hanno esposto i risultati ottenuti e la metodologia operativa. Un momento dunque di riflessione sulle prospettive di accoglienza, sui processi di integrazione socio-culturale dei nuclei familiari migranti.

Il progetto è nato dall’esigenza di migliorare la dimensione esistenziale dei migranti, principalmente valorizzando e affermando il ricongiungimento familiare. Sperimentando un modello alternativo di inclusione socio-culturale, grazie al progetto “Family in Town(n)” sono stati approntati nel corso dell’anno, presso la sede provinciale delle Acli di Catania, i servizi di consulenza per la richiesta di ricongiungimento familiare, assicurando parallelamente supporto psicologico, sociale, culturale e burocratico.

L’attività degli sportelli è stata sostenuta da un team composto da un consulente legale, due mediatori culturali e uno psicologo con esperienza pluridecennale nel settore, costantemente aggiornato sulla normativa vigente e la relativa giurisprudenza, sulla mediazione linguistica e culturale, sulla psicologia interculturale.

I servizi progettuali hanno coinvolto 21 migranti, soprattutto di sesso maschile (13 uomini e 8 donne) e coniugati. La maggior parte degli utenti proviene dall’Africa; si trova in Italia con regolare permesso di soggiorno ed ha usufruito della formazione civico-linguistica; l’utenza senza regolare permesso di soggiorno ha invece usufruito dello sportello legale per avere sostegno nelle procedure di richiesta del permesso di soggiorno. Di fatto i servizi offerti dal progetto sono stati utili soprattutto per la presenza dello sportello civico-linguistico (per maggiori dettagli sui risultati del progetto www.asaonlus.com).

Le attività del progetto, gli incontri e i seminari organizzati hanno permesso, inoltre, di tessere una rete con altre associazioni del territorio, in particolare modo con l’associazione “Trame di quartiere” e con la Cri Comitato di Catania. Luca Lo Re, presidente di “Trame di quartiere”, ha portato l’esperienza dell’associazione, che da anni vive a stretto contatto con le difficoltà di integrazione in un quartiere, quello di San Berillo, caratterizzato da un’alta presenza di immigrati; Stefano Carmelo Principato, presidente Cri Comitato Catania, ha invece raccontato concretamente quanto sia fondamentale ed importante il lavoro dei volontari del Cri Catania, in contatto continuo con bisogni ed esigenze dei migranti.

Per il presidente Asa Onlus, Maria Virgillito, il progetto è stato un modo per saldare l’attività delle varie associazioni presenti nel territorio: “Solo con la collaborazione tra le varie realtà associative è possibile un’azione concreta ed incisiva nel territorio. La tutela dei diritti dei minori, la salvaguardia della famiglia è fondamentale poiché è il perno su cui si fonda l’intera Comunità”.

Riguardo agli obiettivi e ai risultati raggiunti, il presidente Acli Catania, Agata Aiello, ha sottolineato l’importanza di agire concretamente sul territorio, a sostegno della famiglia e dei soggetti più fragili della Comunità: principi cardine delle Acli, pienamente condivisi con l’associazione Asa Onlus.

Per Mariella Spoto, che ha partecipato in rappresentanza dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Sicilia (di cui è vice presidente) all’evento iniziale e finale di disseminazione del progetto si è trattato di “un valido strumento, concreto, per poter pienamente attuare processi di integrazione avendo sempre come obiettivo la salvaguardia della famiglia”.

Per Rosalba Mirci, direttrice e coordinatrice del progetto: “Il progetto realizzato è la piena dimostrazione di quanto sia importante operare in collaborazione e sinergia con le altre associazioni, poiché solo così è possibile realizzare una comunione umanitaria”.

Hanno composto il team: Silvia Dizzia, e Leja Ida Chiara Cassia, mediatrici culturali;Sana Ben Dhiab, mediatrice culturale e volontaria del progetto; Letizia Enrica Vasta, consulente legale; Amelia Reina, psicologa-psicoterapeuta; Lucia Borghi, docente del corso civico-linguistico.

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