La denuncia di Cristoforo Pomara, ordinario UniCt di Medicina legale e componente del Cts. "Così è normale che aumentino i decessi"
“Concordo con le parole del commissario Covid di Catania, Pino Liberti. Uno dei temi fondamentali ora, nella lotta alla pandemia, è correggere l’inappropriatezza dei ricoveri negli ospedali. E il provvedimento deve venire dall’alto, dall’Istituto superiore di Sanità“. Lo dice il prof. Cristoforo Pomara, ordinario all’Università di Catania di Medicina legale e componente del Cts regionale (Comitato tecnico scientifico).
Cts a scadenza
Prof. lei fa ancora parte del Cts. L’organismo regionale è in scadenza a partire dal 31 marzo come quello nazionale?
“Intanto non so ancora se il comitato è in funzione perché non ci riuniamo da mesi e quindi credo sia già scaduto nei fatti. Secondo, deduco che a partire dalla fine del mese decadrà definitivamente e ufficialmente anche quello regionale”.
L’anomalia dei ricoveri inappropriati
Lei ha seguito il dibattito sollevato già da alcuni mesi dai tre infettivologi di Catania, Cacopardo, Iacobello e Montineri sull’urgenza di correggere l’anomalia dei ricoveri inappropriati, cioè quelli dei pazienti asintomatici che arrivano in ospedale per altre patologie anche gravi e poi essendo risultati positivi finiscono in Malattie infettive?
“I positivi asintomatici è anomalo che siano ricoverati nei reparti di Malattie infettive. Questo problema è già stato affrontato e, come giustamente dice anche il commissario Liberti, deve essere il ministero a dare le nuove direttive. Ora, al punto in cui siamo con la pandemia e la sua virulenza, ad esempio, un positivo infartuato deve andare in Cardiologia, non in un reparto Covid. Qui bisogna fare il salto di qualità visto che la pandemia non è finita. Innanzitutto bisogna capire in fatto di decessi se ci troviamo davanti a decessi per il Covid o con il Covid..”.
Una falla nel sistema di sorveglianza dell’ISS
Secondo lei dove sta la verità?
“Siamo davanti a una falla enorme nel sistema di sorveglianza messo in piedi dal ministero. Ad oggi non esiste un piano di studio delle cartelle cliniche dei deceduti e soprattutto la figura scientifica del medico legale non esiste all’interno dell’Istituto superiore di Sanità, composto da epidemiologi che fanno soltanto calcoli matematici. Io in passato sono stato molto chiaro nelle critiche e negli apprezzamenti nei confronti del ministero. E la responsabilità di questa situazione è tutta dell’Istituto superiore di Sanità che continua ad ignorare le prerogative medico legali”.
Difficile il conteggio dei morti di Covid
Ma allora con i tanti accessi inappropriati negli ospedali è possibile ipotizzare che i decessi siano aumentati per questo?
“E’ normale. E non parliamo di quelle morti avvenute in casa per inappropriatezza dell’approccio di assistenza sul territorio. Noi abbiamo sempre detto che i morti per colpa del Covid in tutta Italia devono essere moltiplicati per 3. Adesso, però, bisogna cambiare regime. Non c’è dubbio che un malato Covid asintomatico e vaccinato che entra in un reparto di vaccinati non provoca nessun focolaio. Al massimo si mette magari in una stanza apposita, gli si mette una tendina accanto, la mascherina e si continua ad operare normalmente.
Il problema potrebbe essere per i non vaccinati che arrivano in ospedale, ma mi permetta di dire che sono affari loro perché chi ha scelto di vivere la vita negando la pericolosità del Covid deve rimanere coerente sino in fondo. Noi non possiamo porci il problema dei no vax che arrivano negli ospedali, semmai quello della tutela dei pazienti ospedalieri fragili che non possono essere vaccinati. Quindi bisogna agire su questa linea tutelando i potenziali non vaccinati perché non possono esserlo, ma allo stesso tempo bisogna smetterla di ricoverare soggetti fragili asintomatici in reparti non idonei per la loro assistenza sanitaria. Per questo bisognerebbe prevedere anche delle aree grigie all’interno dei reparti per la tutela di tutte queste categorie di malati”.
L'”attacco” all’Istituto superiore di Sanità
Ma allora secondo lei perché il ministero non ha ancora agito?
“Non saprei, ma questo è il Paese che ha vietato anche le autopsie perché manca una cultura di approfondimento delle norme medico legali che ha dimostrato tutta la fallacità del sistema dell’Istituto superiore di sanità che non intende prendersi alcuna responsabilità. E allora delle due l’una: o accettiamo il concetto che siamo ormai tutti vaccinati, come ha detto anche il presidente del Consiglio, oppure è ovvio che avremo persone che neanche vengono ricoverate in ospedale perché vengono lasciate a casa con la febbre e poi muoiono, oppure degenti con infarto, ictus… positivi ma asintomatici che verranno piazzati in Infettive e lì poi decedono perché non sono andati in Cardiologia…
Quindi è logico dedurre che nessun risk-manager di qualsiasi ospedale della penisola si prenderà mai la briga di chiedere un cambio di rotta nei ricoveri dei positivi asintomatici, per non andare incontro a contenziosi e denunce che poi rischierebbe di pagare personalmente. E allora cosa ci vuole? La programmazione e la riorganizzazione del sistema, ma le ripeto, in Italia noi non programmiamo. Concludo: se abbiamo deciso di riaprire tutto non possiamo sottovalutare quello che oggi correttamente sollecitano gli infettivologi e allora qualcuno all’Istituto superiore dovrà cominciare a cambiare rotta….”.