Rifiuti, martedì all'Ars il punto sul piano regionale

Rifiuti, martedì all’Ars il punto sul piano regionale. Schifani pronto a firmare il decreto attuativo

Marco Cavallaro

Rifiuti, martedì all’Ars il punto sul piano regionale. Schifani pronto a firmare il decreto attuativo

Simone Olivelli  |
domenica 15 Settembre 2024

L'ultimo passaggio prima del decreto con cui il presidente della Regione, Renato Schifani, approverà il documento contenente le linee guida per la gestione del ciclo dei rifiuti nell'isola nei prossimi anni

Martedì, ore 11.30, palazzo dei Normanni. Sono queste le coordinate spazio-temporali dell’appuntamento che da quasi un mese è atteso da chi è interessato al nuovo piano regionale dei rifiuti. Martedì mattina, infatti, è prevista la seduta della quarta commissione Ambiente dell’Ars, nel corso della quale dovrebbe essere rilasciato il parere previsto dalla legge regionale che regola il settore.

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L’ultimo passaggio prima del decreto con cui il presidente della Regione, Renato Schifani, approverà il documento contenente le linee guida per la gestione del ciclo dei rifiuti nell’isola nei prossimi anni. Dopo il decreto, bisognerà infatti soltanto attendere i tempi tecnici della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della Regione per l’entrata in vigore ufficiale.

La scommessa termovalorizzatori

Davanti alla commissione legislativa presieduta dal lombardiano Giuseppe Carta, sono stati convocati Schifani, nella duplice veste di presidente della Regione e commissario straordinario per il completamento della rete impiantistica, l’assessore Giovanni Di Mauro e Arturo Vallone, da qualche mese alla guida del dipartimento regionale Acqua e Rifiuti.

Saranno loro a dover presentare il nuovo piano che, al momento, si concentra soltanto sulla gestione dei rifiuti urbani, ovvero quello prodotti dalle utenze domestiche e che, pertanto, interessano maggiormente i cittadini da anni alle prese con aumenti della Tari, scaturiti dall’aumento dei costi di smaltimento della spazzatura. Proprio a tal riguardo, la maggiore novità inserita nel piano – e già ampiamente annunciata dal governo regionale – sarà rappresentata dagli investimenti sui termovalorizzatori.

Gli impianti saranno due, uno da costruire in provincia di Palermo, l’altro nel catanese, e secondo Schifani e Di Mauro rappresenteranno la svolta per riuscire a riportare all’interno dei confini regionali la chiusura del ciclo dei rifiuti. Da un paio di anni, infatti, la Sicilia deve costantemente fare ricorso alle spedizioni all’estero per disfarsi della spazzatura indifferenziata, dopo che le discariche presenti nell’Isola hanno visto man mano ridursi gli spazi a disposizione per abbancare rifiuti. Per realizzarli, il governo punta a usare 800 milioni di euro di fondi nazionali e superare anche le certe opposizioni che arriveranno dal fronte degli ambientalisti, secondo cui individuare nei termovalorizzatori la soluzione per i cronici problemi della Sicilia nella gestione della spazzatura è anacronistico, oltre a rischiare di scontrarsi con gli obiettivi imposti dall’Europa in materia di riduzioni di emissioni nell’atmosfera.

La partita finirà certamente al vaglio dei tribunali amministrativi, ma fino ad allora il governo Schifani è convinto di andare avanti, avendo incassato il via libera dalla commissione tecnica-specialistica sulla valutazione ambientale strategica (Vas) e avere gestito le osservazioni arrivate da alcuni Comuni – come Gela – sugli impatti che il nuovo piano avrà non solo sul fronte della tutela della natura e della salute.

I numeri in commissione

Fino alla scorsa settimana, il passaggio dalla commissione Ambiente non sembrava essere certo. Per quanto lo preveda la legge regionale, l’ipotesi di poter farne a meno era legata ai poteri che a inizio anno il governo nazionale ha concesso a Renato Schifani, nominandolo commissario straordinario. Un ruolo che, per natura, consente di accelerare gli iter burocratici. Alla fine, però, si è deciso di rispettare il protocollo ordinario e il confronto con i deputati della commissione legislativa che si occupa di tematiche ambientali ci sarà.

Quanto ciò potrà incidere sui contenuti del piano è tutto da vedere. In quarta commissione dicono che la maggioranza ha otto deputati, mentre i partiti di opposizione cinque: Josè Marano e Cristina Ciminnisi per il Movimento 5 Stelle, Fabio Spada e Nello Dispasquale per il Partito Democratico e infine Pippo Lombardo per Sud chiama Nord. I numeri, dunque, dicono che il voto a favore del piano – e comunque non vincolante per il governo – dovrebbe essere pressoché in cassaforte.

Il futuro vaglio dell’Ue

Più interessante, ma non in programma nell’immediato futuro, sarà invece la valutazione che sarà fatta dalla Commissione Ue chiamata a pronunciarsi sulla compatibilità del piano con le normative
di rango europeo. Nel 2022, un anno dopo l’approvazione dell’aggiornamento dello stralcio del piano riguardante i rifiuti urbani voluto dall’allora governo Musumeci, la Commissione notificò al ministero dell’Ambiente alcune osservazioni sul documento pubblicato sulla Gurs impegnando la Regione nel colmare le lacune ravvisate. Un iter che poi si interruppe in concomitanza con la fine della legislatura e l’intenzione, da parte del nuovo governo Schifani, di rimettere mano all’aggiornamento inserendo in maniera dettagliata la previsione dei termovalorizzatori e del quantitativo dei rifiuti che annualmente riceveranno.

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Un commento

  1. Danilo Marino ha detto:

    Finalmente. Era ora. Gli ambientalisti non sanno di che parlano. Il ciclo dei rifiuti, per come espressamente regolato dalla norma comunitaria e nazionale si articola in: prevenzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero di energia, smaltimento. Ora, secondo voi, come si ottiene il recupero di energia, se non con i termovalorizzatori? Quanto all’abbattimento delle emissioni, l’Europa si preoccupa, giustamente, dei Paesi nordeuropei che hanno troppi termovalorizzatori, non di noi che non ne abbiamo neanche il minimo sindacale

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