Rifiuti, aumenta la tariffa: stangata su Comuni e cittadini - QdS

Rifiuti, aumenta la tariffa: stangata su Comuni e cittadini

redazione

Rifiuti, aumenta la tariffa: stangata su Comuni e cittadini

Gabriele D'Amico  |
giovedì 16 Marzo 2023

Sicula Trasporti, in una lettera che il QdS ha intercettato, annuncia ai 170 Comuni “clienti” l’aumento della tariffa “a causa della definitiva chiusura degli impianti regionali”

“A causa dell’avvenuta definitiva chiusura degli impianti situati in Regione e la conseguente necessità di conferire i sovvalli solo presso impianti situati su territori nazionale ed extranazionale, siamo costretti, per i costi affrontati, per il mese di febbraio 2023 ad applicare la tariffa di €380/ton”. È questo il contenuto di una lettera che la Sicula Trasporti ha indirizzato a tutti i Comuni che conferiscono l’indifferenziato presso il suo Tmb. Lettera che si traduce per circa 170 Enti in aumenti per il servizio di smaltimento della spazzatura. Servizio interamente a carico dei cittadini, che già pagano una Tari salatissima nonostante i rifiuti rimangano ciclicamente sulle strade. Costi spropositati che stanno creando dei malumori pure in Regione. “Convocheremo gli amministratori giudiziari – dichiara al QdS l’assessore all’energia e ai servizi di pubblica utilità Roberto Di Mauro – per capire le motivazioni dell’aumento dei prezzi. Questo amministratore pensi alla sua discarica perché le altre funzionano regolarmente. La verità è che c’è un costo di trasporto in altre regioni d’Italia ed essendo in buona sostanza monopolisti aumentano il prezzo senza che c’è concorrenza”. In effetti, abbiamo provato a contattare alcune società che gestiscono le discariche rimaste attive in Sicilia per capire quale fosse la verità. Ci ha risposto la la Catanzaro Costruzioni Ambiente, che gestisce l’impianto di Siculiana, in provincia di Agrigento, spiegandoci che il sito “è ancora in funzione ma va verso la saturazione. Attualmente riceviamo i rifiuti già trattati negli impianti Tmb”. Ma non quelli di Sicula, da settembre 2022, perché non c’è stato più spazio per i numerosi Comuni che orbitano a Lentini.

I re mida della spazzatura: un affare da 15 milioni al mese

La chiusura della discarica di Lentini avvenuta ormai due anni fa non è stata per nulla una sfortuna per l’azienda che la gestisce. Infatti, da allora, il costo di conferimento chiesto ai comuni è quasi quadruplicato. “Sicula Trasporti – spiega Francesco Laudani, presidente della Srr Catania Area Metropolitana – funziona ormai solo come Tmb. Dal momento della saturazione del loro impianto, i sovvalli sono stati portati a Gela, a Siculiana e la rimanente parte fuori Regione o addirittura fuori Italia. Il problema è che questo quantitativo che esce dalla Sicilia cresce sempre di più. Prima la buona parte della spazzatura rimaneva in regione ma man mano che le discariche hanno limitato i quantitativi di ricezione è aumentato sempre di più il quantitativo che va fuori la Sicilia. Quindi il costo, che inizialmente era di 107 euro, oggi è di 380”.

Insomma, quello che i siciliani considerano materiale di scarto e buttano nei cassonetti dell’indifferenziata diventa oro per altri. Considerando che, secondo lo stesso dirigente della Sicula Trasporti, Marco Morabito, il Tmb di Lentini riceve circa 1.300 tonnellate di spazzatura al giorno, l’azienda di proprietà dei fratelli Leonardi attualmente in amministrazione giudiziaria si starebbe occupando di un affare da 15 milioni di euro al mese. “In questo momento – continua Laudani – tutti questi comuni che stanno conferendo a Sicula con dei costi altissimi saranno costretti a modificare i loro piani economici finanziari. Alla luce di queste richieste, durante un’assemblea dei soci è emersa l’esigenza di portare avanti questa discussione anche a livello regionale”.

Comuni sotto scacco, la Srr si muove per trovare altre discariche

Insomma, la Sicula Trasporti si conferma la Regina dei rifiuti in Sicilia, in grado di mettere sotto scacco con una sola missiva 170 comuni siciliani che non hanno altre alternative se non quella di continuare a conferire presso il loro sito. “Cosa vuole che le dica? – risponde l’assessore Di Mauro – L’unica cosa che posso fare è mandare a chiamare l’amministratore giudiziario e poi vediamo che ne esce fuori”. Anche perché per il componente della Giunta Schifani la situazione relativa ai conferimenti in discarica è attualmente in equilibrio. “Tutti i comuni conferiscono: alcuni nelle loro province altri in altre province. Attualmente il sistema è in equilibrio. C’è questo costo straordinario di Siracusa che può costituire un brutto precedente nel coinvolgere altri soggetti privati”. Proprio per questo, mentre i primi aumenti dettati dalla Sicula Trasporti iniziavano ad intravedersi all’orizzonte, le Srr hanno cercato di correre ai ripari. In particolare quella di Catania. “Circa 15 dei nostri 28 comuni – spiega Francesco Laudani – conferiscono ad Enna perché siamo riusciti a far conferire i comuni più virtuosi (quelli che già raggiungevano la percentuale di differenziata del 65%) nella discarica pubblica della Srr ad un costo inferiore, intorno ai 200 euro a tonnellata. Questi rifiuti vengono lavorati nel Tmb di Enna e conferiti nella stessa discarica. Questa è stata un’importante attività che ho fatto dando questa possibilità ai comuni più virtuosi. Da quando è iniziata questa collaborazione alcuni comuni che prima non erano virtuosi hanno raggiunto le percentuali di differenziata pari o superiori al 65%: Misterbianco, Gravina, Tremestieri, Mascalucia e Zafferana. Anche loro, quindi, chiedono di poter conferire ad Enna, ma ad oggi ancora non siamo riusciti a farli conferire lì perché ci vogliono dei tempi tecnici”.

La Regione sblocca i 45 milioni per gli extracosti dei Comuni

A mettere delle pezze per cercare di sostenere i Comuni è anche la Regione. I fondi che oltre un anno fa erano stati individuati e riprogrammati per aiutare gli Enti che dovevano affrontare spese relative al trasporto fuori regione dei propri rifiuti sono stati finalmente sbloccati. Si tratta di 45 milioni di euro dedicati sostanzialmente ai comuni della Sicilia orientale. “L’assessore Di Mauro – dichiara Francesco Laudani – è stato molto disponibile e anche se ha iniziato da poco è riuscito a sbloccare quei famosi 45 milioni di euro per poter coprire gli extracosti dei rifiuti che vanno fuori. Proprio la Regione, alcuni giorni fa, ha inviato una lettera alle Srr interessate (le due del catanese, Siracusa, Messina e Ragusa) in cui ha chiesto dei dati”. In particolare, i parametri per la distribuzione dei fondi ai comuni sono cinque: periodo di riferimento per il calcolo compreso tra l’1 giugno 2022 e il 31 dicembre 2022; quantificazione dell’effettiva spesa sostenuta come extra costo rispetto alle tariffe base; destinazione delle somme che i Comuni acquisiranno a seguito dell’assegnazione delle risorse aggiuntive, con relativa percentuale di contributo da riconoscere ai singoli Comuni per il trasporto fuori Regione; individuazione della percentuale di rifiuto inviato all’estero; ulteriore parametro legato alla percentuale di raccolta differenziata raggiunta dal Comune, desunta da dati ufficiali. Una volta acquisiti tutti questi dati la Regione potrà poi procedere alla formulazione dei criteri di ripartizione per la quantificazione dei vari importi. Almeno secondo la delibera, in quanto l’assessore Di Mauro assicura che i pagamenti avverranno “man mano che i comuni rispondono fino ad esaurimento scorte”. Ma il problema ora per i Comuni è il recupero di questi dati che effettivamente non posseggono. “Avendo ricevuto questa nota, – spiega Laudani – abbiamo subito girato la richiesta a Sicula perché è lei che deve sviluppare questi dati: il comune che conferisce al Tmb non sa poi il proprio rifiuto dove va a finire”.

Termovalorizzatori ancora in alto mare e nuove discariche

Il monopolio odierno della Sicula Trasporti nell’affaire munnizza è dovuto principalmente alla poco oculate scelte politiche siciliane sull’impiantistica. Negli anni si è sempre preferito guardare alla costruzione e all’ampliamento delle discariche piuttosto che alla costruzione di nuovi impianti tecnologici per il recupero di materia (per quanto riguarda i materiali differenziabili) e per il recupero di energia (per quanto riguarda l’indifferenziabile). L’attuale Governo regionale, dopo aver preso la decisione di rivalutare tutto il processo burocratico per la realizzazione di due termovalorizzatori fatto dalla precedente Giunta, continua a contare sull’ampliamento delle discariche di Bellolampo a Palermo e di contrada Borraneo a Trapani. “Abbiamo una consegna a breve – spiega Di Mauro al QdS – per la discarica di Trapani che consentirà di abbancare un milione di tonnellate. Così anche a Bellolampo, dove c’è un leggero ritardo. Ma noi contiamo di consegnarlo entro un mese”. Inoltre, sul tavolo di Schifani e Di Mauro ci sarebbe anche un piano da 150 milioni di euro che consentirebbe abbancamenti per altri cinque anni. “Abbiamo quasi definito un programma – dice Di Mauro – con il presidente. A breve potremmo dare alcuni dati che sono strategici per la Sicilia occidentale. Per la Sicilia orientale c’è qualche difficoltà perché di fatto le discariche non ci sono”. Un modo trovato dai vertici regionali per temporeggiare nell’attesa che il termovalorizzatore entri in funzione. Attesa dettata dalle pastoie burocratiche.

I primi passi da fare – spiega Di Mauro – sono quelli burocratici e tecnici: un nuovo piano dei rifiuti, per cui firmeremo una convenzione questa settimana con l’Università, e l’analisi dei flussi. Poi potremo parlare dei termovalorizzatori”. Mentre il nuovo piano dei rifiuti, che l’ultima volta era stato aggiornato dal Governo Musumeci nel 2021), verrà affidato ad un’Università, dell’analisi del flusso dei rifiuti se ne occuperà interamente la Regione. Con il supporto delle Srr. “Ieri – ha dichiarato Francesco Laudani – tutte le Srr sono state in assessorato per firmare un ulteriore accordo di collaborazione tra la Regione e le Srr. Insieme ci occuperemo di fare uno studio dei flussi e dei quantitativi dei rifiuti. Poi, in base ai risultati la Regione dovrà capire se effettivamente sono necessari due termovalorizzatori oppure uno solo”.

Che saranno o sarà realizzato, spiega l’assessore, sempre con la formula del project financing. I soldi, quindi “verranno dalle ditte”. Nel frattempo continua la trattativa con il Governo nazionale per garantire a Schifani poteri speciali, come quelli che ha ottenuto Gualtieri a Roma. “Non si tratta – dice Di Mauro – di una nomina a commissario straordinario per i rifiuti. Tutti i giornali avete scritto cose sbagliate. Si tratta di una nomina per accelerare l’iter procedurale relativo ai termovalorizzatori e quindi chiederemo al Governo, qualora fosse possibile, che sia il presidente o un suo delegato ad effettuare tutte le procedure con i termini accorciati. Presenteremo i dati e poi andremo a Roma con il Presidente”.

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