Termovalorizzatori, quello di Bolzano riscalda le case e abbatte le emissioni - QdS

Termovalorizzatori, quello di Bolzano riscalda le case e abbatte le emissioni

Termovalorizzatori, quello di Bolzano riscalda le case e abbatte le emissioni

mercoledì 18 Novembre 2020

Parla Marco Palmitano, direttore generale di Eco Center, società pubblica che gestisce l’impianto: “A pieno carico polveri e altri inquinanti ridotti del 20% rispetto ai riscaldamenti a metano”

BOLZANO – Mentre la Sicilia continua a fare i conti con la saturazione delle discariche, restando impantanata in un’emergenza senza fine, a Bolzano nel sacco della spazzatura non avranno certo trovato l’oro, ma una risorsa ugualmente preziosa: l’energia. Sì perché il locale termovalorizzatore – gestito dalla società a capitale totalmente pubblico “Eco Center” – permette di riscaldare circa 8-10 mila altoatesini che in media, dati di Cittadinanzattiva alla mano, pagano 186 euro di Tari, 300 in meno di quanto invece deve sborsare, per esempio, un catanese.

I professionisti del “no” ad ogni costo all’inceneritore storceranno comunque il naso, ma l’impatto del termovalorizzatore sull’ambiente viene monitorato costantemente, con report quotidiani pubblicati sul sito della società. Per esempio i famigerati “NOx”, gli ossidi di azoto, a causa dei quali l’Isola è coinvolta in una procedura di infrazione aperta dalla Commissione europea, in media sono stati dichiarati (tra il 19 ottobre e il 16 novembre 2020) intorno ai 30 mg/Nm3, meno di un quarto rispetto al valore limite consentito di 200 mg/Nm3.

E intanto, dall’altra parte d’Italia (o meglio del “mondo” come abbiamo scritto in una recente inchiesta) i cittadini vengono appestati dai lezzi provenienti dalle discariche. Nel mese di settembre, tramite l’app “Nose” di Arpa Sicilia, sono state registrate 1.824 segnalazioni di molestie olfattive provenienti da Catania, Belpasso, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Lentini e Carlentini, territori in cui insistono ben due, enormi, impianti.

Marco Palmitano, direttore generale di Eco Center

Abbiamo intervistato Marco Palmitano, direttore generale di Eco Center, per capire meglio come funziona il loro modello di gestione dei rifiuti.

Quanta energia produce, ogni anno, il termovalorizzatore di Bolzano e quante sono le famiglie altoatesine le cui abitazioni vengono riscaldate grazie alla spazzatura?

“Il termovalorizzatore attualmente serve circa 4.000 abitazioni e a pieno regime potrebbe servirne circa 13.000. Si conta di arrivare a regime con l’espansione della rete di teleriscaldamento (che viene gestito da un’altra società pubblica, la ecoplus del gruppo Alperia) entro un paio di anni, ma già da questo inverno vi sono molti nuovi allacciamenti. Attualmente cediamo in rete circa 100.000 MWh all’anno di energia termica. Con l’impianto a pieno regime potremmo cedere fino a oltre 20.000 MWh al mese. Ovviamente la domanda della rete in inverno richiede tutto il calore prodotto, in estate e nelle stagioni intermedie molto meno. Oltre all’energia termica possiamo produrre energia elettrica con una turbina da 15 MW. Nel caso di cessione massima di energia termica siamo comunque in grado di produrre contemporaneamente circa 12 MW di energia elettrica a pieno carico”.

Che impatto ambientale ha il termovalorizzatore? Come controllate le emissioni?

“Oltre ai controlli previsti per legge, viene fatto un campionamento continuo dei fumi sui quali facciamo vari cicli di controlli in laboratorio. Di fatto i valori sono bassissimi e, per alcuni parametri, in linea con i valori ambientali dell’aria. Abbiamo anche fatto uno studio di Land Monitoring per misurare in campo l’effettiva ricaduta al suolo dei fumi dal camino del termovalorizzatore nelle condizioni atmosferiche più sfavorevoli ottenendo valori bassissimi di concentrazione del gas tracciante utilizzato. Di fatto con il calore ceduto al teleriscaldamento siamo in grado, al netto dei fumi immessi in atmosfera, di ridurre le polveri e altri inquinanti sulla piana di Bolzano del 20% circa a pieno carico rispetto all’utilizzo dei riscaldamenti domestici a metano. Lo studio è stato condotto dall’Università di Trento, dall’Istituto Mario Negri e da eco research  e i dati dello studio sono pubblicati e disponibili per tutti. Inoltre i valori delle emissioni medie misurate al camino sono pubblicate on line sul nostro sito.  Quindi di fatto sfruttando l’energia prodotta l’impatto è ampiamente positivo”.

Si può oggi, grazie alle ultime tecnologie, parlare ancora di “inceneritori”?

“Di fatto con l’utilizzo dell’energia e con i sistemi di trattamento dei fumi disponibili, sarebbe più corretto parlare di termovalorizzatore di rifiuti”.

Ricevete rifiuti dalle regioni del Mezzogiorno?

“L’impianto è della provincia autonoma di Bolzano ed è gestito da Eco center che è interamente pubblica. Viene quindi amministrato non con logiche di business, bensì di razionalizzazione del sistema dei rifiuti e di chiusura del ciclo in loco. Trattiamo i rifiuti prodotti in provincia di Bolzano e in misura molto inferiore rifiuti del Trentino sulla base di una convenzione stipulata fra le due Provincie di Trento e Bolzano. I costi attuali di smaltimento si trovano sul nostro sito internet e coprono di fatto i costi reali di gestione e l’ammortamento dell’impianto”.

È realistico dire che si può chiudere il ciclo dei rifiuti senza termovalorizzatori?

“Ad oggi purtroppo no. Se andiamo a vedere i dati dell’Ispra sulle uscite dei trattamenti meccanico-biologico, alla voce input/output dei trattamenti, si nota subito un quantitativo rilevante di rifiuto residuale che attualmente trova un possibile recupero solo a livello di termovalorizzatore”.

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