Scarso senso civico, sistemi di raccolta ancora da rivedere e percentuali basse in molti grossi centri: il punto sulla raccolta differenziata nell'Isola.
Nel flusso costante di annunci, promesse e polemiche che accompagna costantemente il dibattito sui rifiuti in Sicilia, sono pochi i punti fermi a cui ci si può affidare per farsi un’idea sullo stato dell’arte in giro per l’isola. Tra questi i dati sulla raccolta differenziata possono offrire una prospettiva utile per comprendere come in Sicilia ci siano situazioni molto differenti tra loro; anche se alla fine, prendendoli tutti insieme, la fotografia che viene fuori è quella di una regione in cui ancora i sistemi di raccolta e il senso civico degli abitanti resta lontano dagli obiettivi che l’Unione europea impone di raggiungere.
L’ultimo aggiornamento dei dati risale a metà settembre ed è frutto di un’elaborazione degli uffici dell’Assessorato regionale. Statistiche che a loro volta si rifanno alle informazioni caricate dai singoli Comuni su ORSO 3.0, la piattaforma informatica adottata dalla Regione per l’attività di controllo e monitoraggio dei flussi dei rifiuti nell’ambito di una convenzione stipulata con Arpa Lombardia.
Dati sulla raccolta differenziata in Sicilia, la media regionale
I dati più recenti pubblicati sul sito del dipartimento regionale Rifiuti descrivono l’andamento della raccolta differenziata nel 391 Comuni dell’isola nel corso del 2023. Come detto, si tratta di un’elaborazione che riporta come data di aggiornamento il 16 settembre. La tabella in alcuni casi è carente dei dati – per esempio mancano quelli di Misiliscemi, l’ente locale istituito nel 2021 dove il servizio fino a gennaio 2026 verrà svolto in sinergia con il Comune di Trapani, ma anche quelli di Motta Camastra (Messina) relativi ai mese di settembre e dicembre – ma comunque adeguata a fare un punto su come sono andate le cose l’anno scorso.
Il dato più importante è quello relativo alla media regionale: nell’isola la raccolta differenziata è stata del 55,78%, di poco superiore a quanto si era registrato nel 2022 quando si era fermata al 53,34%. Nel 2023, sono stati 303 i Comuni che sono riusciti a superare la soglia del 65%, 83 si situano nella fascia tra 30 e 65 per cento, mentre in quattro casi (più Misiliscemi) il dato registrato è inferiore al 30%. Facendo un confronto con l’anno precedente, si può dire che sono diversi gli enti che sono riusciti a compiere qualche passo in avanti: nel 2022, infatti, quelli che avevano superato il 65% di differenziata erano stati 274, 104 popolavano la fascia tra 30 e 65%, mentre erano stati 13 (il dato comprende Misiliscemi) quelli rimasti sotto al 30%.
I 15 migliori
La classifica dei più Comuni in cui sono stati raggiunti i risultati migliori in termini di raccolta rifiuti conferma un fattore risaputo da tempo: fare la differenziata, sia in termini di organizzazione che di monitoraggio della corretta esecuzione dei conferimenti da parte degli abitanti, è più semplice nei piccoli centri.
A eccezione di Mazara del Vallo – 13esima in graduatoria con 88,91% a dispetto dei quasi 50mila abitanti – i primi 15 posti sono tutti occupati da piccoli centri.
In testa c’è Sinagra, in provincia di Messina, con il 93,88% di differenziata. Seguono Mirto (93,86%, Messina), San Giuseppe Jato (93,31%, Palermo), Ustica (92,98%, Palermo), Longi (92,71%, Messina), San Cipirello (92,37%, Palermo), Cinisi (90,92%, Palermo), Camporeale (90,92%, Palermo), Capri Leone (90,90%, Messina), Motta d’Affermo (90,48%, Messina), Santa Cristina Gela (90,33%, Palermo), Castel di Lucio (88,95%, Palermo), Mazara del Vallo (88,91%, Trapani), Montelepre (88,51%, Palermo) e Cerami (88,42%, Enna).
Chi sta messo peggio
Guardando chi ha registrato i risultati peggiori, ci si ritrova invece davanti sia grosse città, che medi e piccoli centri, a riprova di come per le amministrazioni comunali avere a che fare con pochi abitanti non è garanzia di successo in materia di raccolta di rifiuti.
Questo l’elenco dei dieci Comuni con le percentuali più scadenti nel 2023: Palma di Montechiaro (9,58%, Agrigento), Palermo (16,83%), Motta Camastra (18,81%, Messina), Graniti (22,31% Messina), Augusta (33,93%, Siracusa), Catania (35,05%), Santa Domenica Vittoria (35,13%, Messina), Pietraperzia (35,48%, Enna), Lentini (37,51%, Siracusa) e Priolo Gargallo (38,83%, Siracusa).
Dati raccolta differenziata in Sicilia, capoluoghi e grossi centri
Se le criticità a Palermo sembrano molto lontane dall’essere risolte, con un miglioramento tra il 2022 e il 2023 di appena lo 0,78%, a Catania il 2023 ha registrato un miglioramento di nove punti percentuali rispetto all’anno precedente, quando la differenziata si era fermata al 26,04%.
Le due più grandi città dell’isola incidono pesantemente sia in termini di dato medio a livello regionale che di pressione sugli impianti. In tal senso, se Palermo continua a fare affidamento sulla discarica pubblica di Bellolampo, a Catania le ingenti quantità di indifferenziata che vengono prodotte giornalmente finiscono per alimentare il flusso dei rifiuti verso l’estero. Una situazione che, stando ai convincimenti del Governo Schifani, rientrerà nel quando in Sicilia verranno realizzati i due termovalorizzatori previsti dal nuovo piano regionale.
Guardando agli altri capoluoghi di provincia, i dati sulla raccolta differenziata sono decisamente migliori: ad aver fatto meglio di tutti nel 2023 è stata Ragusa con il 70,84 per cento (70,25% nel 2022), seguita da Agrigento che con il 69,74 per cento fa registrare una leggera flessione (70,57% nel 2022) ed Enna con il 69 per cento (68,28% nel 2022). L’elenco è completato da Trapani (67,17% nel 2023, 65,32% nel 2022), Caltanissetta (61,84% nel 2023, 60,15% nel 2022), Messina (55,39% nel 2023, 53,41% nel 2022) e Siracusa (50,31% nel 2023, 50,46% nel 2022).
Buoni anche i risultati anche dai Comuni di Marsala (Trapani) e Vittoria (Ragusa), che – nonostante una popolazione numerosa – nel 2023 hanno registrato rispettivamente il 78,31 e il 64,84 per cento, in leggero miglioramento rispetto all’anno precedente. Scende, invece, il dato riguardante Gela: a fronte del 55,98% del 2022, l’anno scorso la differenziata si è fermata al 50,06%.
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