Rifiuti Messina, l’impianto di Mazzarrà aspetta ok dalla Regione - QdS

Rifiuti Messina, l’impianto di Mazzarrà aspetta ok dalla Regione

Rifiuti Messina, l’impianto di Mazzarrà aspetta ok dalla Regione

giovedì 19 Maggio 2022

Da oltre un anno si attende l’ultimo parere dalla Commissione per le autorizzazioni ambientali. Il sindaco Pietrafitta al QdS: “A regime potrà trattare 160 mila tonnellate l’anno di spazzatura”

MESSINA – Un impianto all’avanguardia che risolverebbe i problemi di smaltimento dei rifiuti di quasi tutti i Comuni del messinese. Per il via alla realizzazione però si attende da oltre un anno dalla Regione l’ultimo parere della commissione specialistica per le autorizzazioni ambientali con il rilascio del Paur. Eppure la Srr Messina Provincia aveva espletato la gara già nel 2020 individuando la società per la realizzazione e gestione, l’Asja ambiente Italia Spa, società leader nella produzione di energia da fonti rinnovabili e nella riduzione delle emissioni dei gas.

L’investimento è di oltre 40 milioni di euro tutto a carico della Spa che anticipa il capitale che potrà recuperare con la gestione ed i costi di conferimento. L’idea progettuale è del comune di Mazzarrà Sant’Andrea che sta pagando, insieme ai territori limitrofi, un prezzo non indifferente dal punto di vista ambientale per quella discarica dove per anni si sono conferiti rifiuti da svariate parti della Sicilia. La struttura chiusa dal 2014 e al centro di numerose inchieste giudiziarie, continua ad essere una sorvegliata speciale per tutti gli effetti che la montagna di rifiuti che la sovrasta continua a produrre; percolato che deve essere smaltito, biogas che potrebbe essere trasformato in energia e che invece brucia in torcia con inevitabili emissioni di CO2.

Sono in corso alcuni interventi di messa in sicurezza per evitare pericolosi cedimenti alla base ma bisogna lavorare per il suo alleggerimento e bonifica. L’impianto di biostabilizzazione con produzione di biometano e compost di qualità sarà realizzato nella stessa area della discarica in contrada Zuppà e potrà servire anche a svuotare più velocemente il sito dal percolato e a trasformarlo in energia il biogas.

“Sarà un impianto pubblico a tutti gli effetti che a pieno regime può trattare 160mila tonnellate l’anno di rifiuti – spiega al QdS Carmelo Pietrafitta, sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea – risolverà i problemi di smaltimento con la produzione di energia realizzando quell’economia circolare di cui abbiamo bisogno per abbattere i costi della Tari e salvaguardare l’ambiente. I rifiuti vengono lavorati al chiuso all’interno di capannoni in luogo anaerobico in modo che non ci sia fuoriuscita di odori, vengono trattati accelerando alcuni processi naturali attraverso dei procedimenti particolari. Viene trattato indifferenziato e umido; l’umido viene direttamente trasformato, l’indifferenziata deve essere prima selezionata. Alla fine avremo biometano e compost di qualità”.

La discarica produce percolato e biogas

Ma c’è un altro vantaggio. “Potremmo utilizzare l’impianto anche per fare il landfill mining della discarica – dice il sindaco – cioè svuotare la parete sommitale e metterla in sicurezza con molta più facilità. La discarica produce percolato e biogas, a valle ci sono già due impianti per il trattamento di percolato e biogas che però non funzionano. L’impianto una volta realizzato può trattare fino a 200 metri cubi al giorno di percolato e può lavorare tutto il biogas prodotto dalla discarica e trasformarlo in energia. In questo momento il biogas viene disperso e bruciato, il percolato viene trasportato in Calabria per lo smaltimento a costi esorbitanti perché in Sicilia non ci sono impianti. Con l’impianto in loco si risparmierebbe il 50%. In Sicilia non ci sono neppure impianti di trattamento per l’umido e dobbiamo conferire fuori regione al costo di 300 euro a tonnellata oltre il trasporto. Ecco perché decolla la tariffa Tari. Stanno inoltre chiudendo tutte le discariche e si dovrà conferire fuori regione sborsando 370 euro a tonnellata”.

Non arriva però ancora il via libera finale dalla Regione

Non arriva però ancora il via libera finale dalla Regione. “Sono state fatte le conferenze dei servizi, la commissione ha fatto un sopralluogo ed un altro è in programma il 7 giugno. Sono state chieste ulteriori integrazioni sulle emissioni odorigene e la società sta predisponendo la risposta. è da marzo del 2021 che la pratica è incardinata alla Regione”. E sui tempi. “La società ha fatto sapere che arrivato il Paur occorreranno 14 mesi per realizzare l’impianto. Una volta pronto potranno conferire i comuni della Srr Messina Provincia ma ci sono accordi con altri territori e tutta l’area metropolitana alla fine ne potrebbe usufruire”.

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