Rifiuti, Messina prima Città metropolitana per differenziata - QdS

Rifiuti, Messina prima Città metropolitana per differenziata

Lina Bruno

Rifiuti, Messina prima Città metropolitana per differenziata

martedì 14 Luglio 2020

La soddisfazione di Giuseppe Lombardo, presidente di Messinaservizi Bene Comune: obiettivo il 45 per cento. Gli appelli alla responsabilità sono continui ma la città si presenta comunque sporca e con minidiscariche

MESSINA – In 10 mesi la raccolta differenziata porta a porta è stata completata in due terzi della città raggiungendo circa 160mila utenti. Da lunedì prossimo il servizio sarà esteso a tutta la zona 4 dell’Area Sud e Nord.

“Siamo veramente soddisfatti perché nonostante le tante problematiche non dipendenti da noi in ambito burocratico, giuridico e operativo, ora ci confermiamo la prima Città metropolitana della Sicilia come percentuale di differenziata e raggiungeremo presto, quando queste aree saranno a regime, oltre il 45%.

A dirlo è il presidente di Messinaservizi Bene Comune Giuseppe Lombardo. Al momento solo i residenti ed amministratori di condominio delle nuove zone 4 dell’Area Nord e Sud, potranno recarsi nelle sedi circoscrizionali di riferimento per concordare le modalità di consegna dei carrellati o mastelli. Chiediamo ancora una volta – esorta Lombardo – maggiore collaborazione ai cittadini, ai commercianti e agli amministratori di condominio, tutti devono rendersi conto che questo è un cambiamento epocale per la nostra città. Dopo l’estate sarà avviata l’area Centro ed entro fine anno – dice Lombardo- la completeremo, estendendo così il servizio a tutta la città”.

Gli appelli alla responsabilità da parte di MessinaServizi sono continui ma la città si presenta comunque sporca e con mini discariche di ingombranti che si formano anche in pieno centro con una velocità sconcertante, magari nello stesso posto dove poco prima gli operatori avevano pulito.

Ci sono poi amministratori di condominio che non hanno ancora ritirato i contenitori, le resistenze e le difficoltà maggiori si registrano nei grandi complessi dove vivono oltre cento famiglie. Sta continuando intanto la campagna di sensibilizzazione tra i commercianti.

MessinaServizi in accordo con Confesercenti, Confcommercio e Confartigianato sta cercando di indurre gli esercizi commerciali del centro città ad effettuare con regolarità la differenziata e a rispettare il calendario già consegnato e pubblicizzato più volte per le utenze non domestiche. Sono state ancora rilevate delle incongruenze tra i materiali conferiti rispetto a quanto prevede il calendario e per questo alcuni operatori commerciali hanno dovuto pagare multe salate”.

La società prosegue nella gestione sapendo comunque che per il futuro si prospetta la privatizzazione del servizio, così come più volte ha dichiarato lo stesso Sindaco Cateno De Luca. Una scelta politica ma che potrebbe diventare anche obbligata per gli effetti della legge Madia dopo il fallimento di MessinAmbiente. Un processo che si sarebbe già avviato secondo i rappresentanti di Cambiamo Messina dal Basso e di cui l’ultimo tassello è l’esternalizzazione del servizio di trasporto rifiuti in discarica.

“Con il recente affidamento il trasporto verrà svolto per 12 mesi rinnovabili da una ditta di Ragusa che intascherà un milione 300mila euro. In precedenza altre scelte erano andate in questo senso, – sostengono gli ex sostenitori della precedente sindaco Accorinti- dall’affitto e la manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi, alle consulenze esterne.

Di contro c’è stata la decisione di affidare in house un servizio comunale come la disinfestazione, per circa 250mila euro, mai svolto da Messinaservizi. Ciò che preoccupa è che si andrebbe verso la gestione in house anche per la cura del verde urbano e per i servizi collegati alla prevenzione del randagismo, il che fa temere che sta prendendo forma in maniera quasi silente l’idea dell’Amministrazione di lasciare a Messinaservizi solo disinfestazione, cura del verde e randagismo, trasferendo ai privati la gestione dei rifiuti. Per completare questo disegno si è in attesa da oltre un anno del parere del Cga”.

I rappresentanti di CMdb temono, come Cgil e Uil, la perdita del controllo pubblico di un servizio essenziale ma anche la perdita di posti di lavoro, malgrado le garanzie date sempre dai vertici societari sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali.

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