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Bellolampo, in attesa dell’ammodernamento: il piano della Regione per evitare l’emergenza

Bellolampo, in attesa dell’ammodernamento: il piano della Regione per evitare l’emergenza
Rap Bellolampo

La Regione autorizza impianti mobili: ecco i lavori previsti per l’importante discarica di Palermo.

“È necessario adottare ogni misura per evitare, da un lato, il rischio dell’abbancamento dei materiali fuori sito per cui sarebbe concreto il rischio di danno ambientale e alla salute della cittadinanza e, dall’altro, un notevole incremento dei costi per l’amministrazione comunale”. Sta sintetizzato in queste poche righe, inserite in un provvedimento preso dall’assessorato regionale, lo scenario di una nuova emergenza rifiuti a Palermo che il governo Schifani vuole scongiurare. Per riuscirci, la Regione ha deciso di autorizzare in via straordinaria alcuni trattamenti e operazioni all’interno dell’impianto di Bellolampo, dove ha sede anche la discarica pubblica che dovrebbe servire il capoluogo, l’aeroporto di Punta Raisi e l’isola di Ustica, ma in cui da anni conferiscono decine di centri della provincia palermitana.

Operazioni nella discarica di Bellolampo, la settima vasca

L’autorizzazione concessa dalla Regione, con un decreto firmato dal dirigente generale Arturo Vallone, avrà validità fino al 26 aprile 2026. Per allora, Rap – società partecipata del Comune – dovrebbe essere nelle condizioni di gestire i rifiuti con una maggiore tranquillità, grazie agli spazi previsti dalla settima vasca della discarica di Bellolampo. L’opera, che fu inserita tra quelle per cui a inizio della scorsa legislatura regionale l’allora presidente Nello Musumeci ricevette i poteri commissariali dal governo nazionale, è in dirittura d’arrivo: stando a fonti vicine all’Assessorato, entro giugno la vasca dovrebbe essere collaudata e pronta a ricevere i rifiuti.

Nel frattempo, però, a Palermo e in provincia la spazzatura viene prodotta giornalmente e, specialmente nel capoluogo, sotto forma di indifferenziata. Nonostante, infatti, i passi avanti nell’estensione del servizio di raccolta porta a porta, sono ancora ampie le porzioni di città dove la differenziata non è stata implementata. Per questo il rischio è quello di ritrovarsi a ricevere spazzatura in quantità maggiore rispetto a quella che gli impianti presenti attualmente a Bellolampo consentono.

L’attesa dell’ammodernamento

All’origine della decisione della Regione ci sono anche i tempi per l’ammodernamento di Bellolampo. Si tratta di un progetto che va oltre l’avere a disposizione una nuova vasca e che a settembre dello scorso anno ha ottenuto dalla Regione l’autorizzazione (Paur) per un adeguamento della piattaforma di trattamento dei rifiuti “tramite l’inserimento nell’impianto esistente di una sezione di digestione anaerobica della frazione organica proveniente dall’impianto di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti solidi urbani, finalizzata alla produzione di biometano, nonché l’implementazione della sezione di digestione anaerobica della Forsu (frazione organica, ndr), derivante dalla raccolta differenziata, con produzione di biometano”.

Tali modifiche consentiranno un migliore trattamento dei rifiuti, sia in termini di recupero energetico che di riduzione della quantità da depositare in discarica.

Il tema degli spazi occupati dalla spazzatura e la costante necessità di trovarne altri ha segnato la storia di Bellolampo: per fare un esempio, dal 2013 a oggi la sesta vasca è stata oggetto di autorizzazioni all’ampliamento che hanno portato la capacità da 1,7 milioni a oltre due milioni di metri cubi.

A complicare le attività di Rap sono stati anche gli episodi incendiari che negli ultimi anni si sono verificati all’interno di Bellolampo. Il più importante, a settembre 2023, danneggiò parte del Tmb. “Ha provocato danni, anche strutturali, di notevole entità e una conseguente rimodulazione complessiva dell’intervento di revamping in corso”, viene ricordato nel decreto.

Gli impianti mobili

L’attesa delle nuove sezioni di lavorazione sarà compensata dall’utilizzo di impianti amovibili di trattamento meccanico-biologico. La richiesta, fatta da Rap, dovrebbe basarsi sull’impiego di macchinari di proprietà della stessa società e consentire di lavorare fino a 600 tonnellate al giorno.

“Gli impianti mobili, oltre che in sostituzione per le necessarie ed urgenti manutenzioni dell’impianto Tmb, consentiranno il supporto per i fermi, anche parziali del suddetto impianto”, si legge nel decreto. Nello specifico l’autorizzazione prevede la lavorazione di tritovagliatura mobile, il trattamento fino a 4,5 tonnellate al mese di sottovaglio all’interno di biocelle localizzate in punti diversi dell’area di Bellolampo.

“Per le finalità del successivo trattamento di biostabilizzazione nelle biocelle si autorizza il deposito temporaneo del sottovaglio prodotto dal processo di tritovagliatura, in adiacenza dei setti in muratura presenti per un quantitativo massimo di duemila tonnellate – si legge –. I cumuli saranno ricoperti da idonei teli per il contenimento delle emissioni odorigene e saranno previsti i presidi antincendio conformi alla normativa vigente”.