La Srr della provincia di Trapani chiede il rinnovo delle autorizzazioni ambientali: ecco come procede la realizzazione del nuovo impianto di smaltimento nel Trapanese.
I lavori per la discarica sono prossimi al completamento e il progetto per l’impianto di trattamento meccanico-biologico prossimamente andrà a gara: sono le motivazioni che hanno portato la Srr che raggruppa i Comuni della parte nord della provincia di Trapani a chiedere alla Regione il rinnovo delle autorizzazioni ambientali per la piattaforma prevista in contrada Borranea, nel capoluogo.
L’opera è tra quelle per cui il governo Schifani ha previsto la copertura finanziaria nella programmazione europea 2021-2027 e ha una storia abbastanza lunga. Per evitare che si arrivi a scrivere l’ultima pagina, però, sarà necessario prorogare le autorizzazioni che sono in scadenza a fine mese.
I lavori per la discarica della provincia di Trapani, Tmb gestito da un privato
In un’area vasta oltre 180mila metri quadrati saranno realizzate due differenti opere che, pur trovandosi in due livelli diversi della piramide gerarchica con cui è possibile rappresentare la gestione dei rifiuti, hanno entrambe a che vedere con lo smaltimento.
Il Tmb – opera che al momento è fermo al livello progettuale – avrà la capacità di processare oltre 118mila tonnellate di rifiuti solidi urbani all’anno. Si tratta di 375 tonnellate giornaliere, considerate 315 giornate effettive di conferimento ogni dodici mesi. Come in tutti gli impianti di questo tipo, ci sarà una linea dedicata alla biostabilizzazione e un’altra alla parte che sarà sottoposta al vaglio meccanico con l’obiettivo di recuperare materiali riciclabili e mandare il resto in discarica.
In origine l’obiettivo della Srr era stato quello di mantenere la gestione dell’impianto totalmente pubblica, stipulando una partnership con Trapani Servizi, la società partecipata del Comune di Trapani. Così, però, non sarà. A dirlo è stata la Corte dei conti in un parere richiesto dalla Srr, dopo il decreto legislativo che nel 2022 ha modificato la normativa in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica.
A quel punto, l’unica soluzione percorribile è stata quella del partenariato pubblico-privato. La decisione è stata ufficializzata a inizio 2024 e in primavera ha portato all’indizione di una manifestazione d’interesse, i cui tempi per partecipare sono scaduti il mese scorso. Dall’esame delle proposte arrivate, si individuerà il progetto di base che poi andrà a gara per l’affidamento a un privato della gestione del Tmb, mentre la proprietà rimarrà pubblica.
Con l’obiettivo di supportare dal punto di vista tecnico il responsabile del procedimento, la Srr si avvarrà del dottor Enzo Vittorio Favoino, della Scuola Agraria del Parco di Monza, e dell’ingegnere Saviero De Donato della Luel srl.
Il punto sul progetto
A essere quasi arrivato all’ultimo chilometro è invece l’iter di realizzazione della discarica. Dalla capienza di oltre 600mila metri cubi, accoglierà i rifiuti indifferenziati della provincia trapanese.
L’opera è una di quelle inserite nell’ordinanza della Protezione civile nazionale che nel 2018 fu emessa in concomitanza con l’assegnazione all’allora presidente della Regione, Nello Musumeci, dei poteri straordinari per rientrare dall’emergenza rifiuti.
I rifiuti che verranno depositati in contrada Borranea saranno classificati non pericolosi. Su quando ciò potrà avvenire, dettagli ancora non ce ne sono, ma quel che si sa – e lo si ricava dalla relazione che la Srr Trapani Provincia Nord ha inviato alla Regione per chiedere la proroga delle autorizzazioni ambientali – è che i lavori dovrebbero concludersi a inizio ottobre.
Iniziato nell’estate del 2022, dopo l’aggiudicazione di una gara d’appalto da oltre sette milioni di euro, i lavori in cantiere sono andati avanti per poi interrompersi nel momento in cui la ditta esecutrice si è accorta che quanto previsto dal progetto rischiava di non essere sufficiente a garantire la stabilità degli argini della vasca della discarica dove verranno depositati i rifiuti.
Tali osservazioni hanno portato alla redazione di una perizia di variante che ha fatto aumentare la spesa pubblica da 7,2 a 7,9 milioni di euro, prevedendo alcune modifiche al progetto, tra cui una riduzione della pendenza degli argini di una decina di gradi.
“La risagomatura delle scarpate con le modifiche relative all’angolo di inclinazione – si legge nella relazione – ha comportato una riduzione del volume di abbancamento di 33.636,50 metri cubi e pertanto, il volume della vasca con le relative modifiche si è ridotto a 602.624,75 metri cubi rispetto al volume del progetto esecutivo di 636.261,25 metri cubi”.
Spazi che comunque, considerata l’attuale penuria di siti di smaltimento in Sicilia e la lunga strada da percorrere prima di arrivare ai termovalorizzatori, risulteranno utili.
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