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Rifiuti radioattivi, ecco tutte le aree candidate in Sicilia

redazione web

Rifiuti radioattivi, ecco tutte le aree candidate in Sicilia

martedì 05 Gennaio 2021

Tra i sessantasette siti italiani, cinque sono nella zona occidentale della nostra Isola, nei Comuni di Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia sottana e Butera . Le veementi proteste dei sindaci Neglia e Tranchida

Tra le sessantasette aree candidate a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, cinque sono in Sicilia.

Risulta dalla Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), pubblicata nel cuore della notte.

Il documento elaborato dalla Società gestione impianti nucleari (Sogin), individua le zone dove localizzare in Italia il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico.

La Carta, elaborata in base ai criteri previsti dall’Ispra nella Guida Tecnica n.29, oltre che in base ai requisiti indicati nelle linee-guida dell’International Atomic Energy Agency (Iaea), individua 67 aree idonee per l’infrastruttura che da cronoprogramma dovrebbe funzionare a partire dal 2025.

Le cinque aree nella nostra Isola

In Sicilia, le cinque aree individuate si trovano tutte nella zona orientale dell’Isola e per la precisione nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta.

I Comuni interessati sono quelli di Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia soprana e Butera.

Le proteste dei sindaci

“Non sapevo nulla di questa cosa – ha rivelato Leonardo Neglia, sindaco di Petralia Sottana, nel Palermitano – nessuno ci ha mai informati. Se qualcuno è venuto a fare ispezioni non ce l’hanno detto. Neanche una mail”.

Neglia dice di non sapere neanche quale sia la zona individuata per il deposito di scorie radioattive.

“Il sito del Cnapi – ha aggiunto – è bloccato. Non posso neanche controllare per sapere se c’è la contrada specifica individuata”.

Incredibile le scorie nel Parco dei Nebrodi

“Rimasto di stucco” e “contrariato”, Neglia ha detto di esser rimasto sgomento per la notizia “Perché noi siamo anche sede dell’ente parco delle Madonie. Così, da un lato si vuole la protezione della zona, e dall’altro si vogliono seppellire qui scorie nucleari”.

Trapani, “Non ci stiamo”

“Apprendiamo che le campagne di Trapani saranno destinate a deposito di rifiuti radioattivi italiani: sconosciamo l’argomento e la cosa ci preoccupa non poco” ha detto il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida.

Che ha aggiunto: “in periodo di pandemia il Governo richiama alla responsabilità sanitaria dei Sindaci, tranne quando si ha l’esigenza, nemmeno informando la locale autorità sanitaria, di trovare silente una discarica”.

“Noi non ci stiamo” ha concluso Tranchida.

Una aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare dovrebbe essere tra il territorio di Trapani e quello di Calatafimi-Segesta, interessando anche quest’ultimo Comune.

Nei giorni scorsi il nulla osta

Nei giorni scorsi era giunto il nulla osta alla pubblicazione da parte dei ministeri Sviluppo economico e ambiente e ora si apre una fase di consultazione pubblica, della durata di due mesi, in cui le Regioni, gli enti locali e tutti i soggetti portatori di interesse qualificati possono formulare osservazioni e proposte tecniche.

Il via libera alla pubblicazione della Cnapi doveva arrivare entro il venti agosto 2015. La richiesta da parte dei ministeri competenti a Sogin e Ispra di alcuni accertamenti tecnici ha fatto però slittare più volte la data.

Ma a dilatare ulteriormente i tempi hanno pesato anche gli impegni politici: dalle regionali del 2015 al referendum costituzionale del 2016 fino ad arrivare alle elezioni del 2018 e al cambio di governo con il Conte 2.

Pandemia e rifiuti radioattivi

L’arrivo della pandemia ha poi fatto il resto ma non era più possibile rinviare, considerando anche che l’Unione Europea ad ottobre dell’anno scorso ha aperto contro l’Italia una procedura d’infrazione.

La pubblicazione della Carta e quella contestuale del Progetto Preliminare apriranno una fase di consultazione pubblica e di condivisione che durerà quattro mesi e che culminerà in un Seminario Nazionale, dove saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti ed interessati.

Il Deposito Nazionale è un’infrastruttura ambientale di superficie dove mettere in totale sicurezza i rifiuti radioattivi.

La sua realizzazione consentirà di completare il decommissioning degli impianti nucleari italiani e di gestire tutti i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca.

Deposito nazionale e Parco Tecnologico

Insieme al Deposito Nazionale sarà realizzato il Parco Tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato.

L’Unione Europea (articolo 4 della Direttiva 2011/70) prevede che la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi avvenga nello Stato membro in cui sono stati generati.

La maggior parte dei Paesi europei si è dotata o si sta dotando di depositi per mettere in sicurezza i propri rifiuti a bassa e media attività.

Per sistemare definitivamente i rifiuti ad alta attività, alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno la possibilità di studiare la localizzazione di un deposito profondo comune in Europa allo scopo di fruire dei potenziali vantaggi di una soluzione ottimizzata in termini di quantità di rifiuti, costi e tempi di realizzazione, così come prospettato dalla Direttiva Euratom 2011/70.

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