Regione autorizza invio di rifiuti indifferenziati a Cipro. Ottenuto il via libera da parte del ministero dell'Ambiente cipriota
L’annuncio della firma dell’ordinanza con cui Renato Schifani ha varato il nuovo piano regionale ha rappresentato un passo fondamentale nel cambio di formula con cui la Regione ritiene di governare il ciclo dei rifiuti nel prossimo futuro. Ad attirare su di sé l’attenzione, come era normale che fosse, sono i due termovalorizzatori che il governo di centrodestra ha da tempo annunciato di voler realizzare per chiudere la lunga parentesi delle discariche. Per l’isola si tratterebbe di una prima assoluta, se si considerano i rifiuti urbani, quelli prodotti dalle utenze domestiche. Di contro l’iniziativa – e anche questo era ampiamente annunciato – ha scatenato le reazioni di chi considera i termovalorizzatori non solo la soluzione sbagliata al problema, ma anche un potenziale deterrente verso quella differenziata che con tanta fatica in più parti dell’isola, ma non nelle grandi città come Palermo e Catania, inizia ad affermarsi.
All’orizzonte ci saranno i ricorsi che metteranno in discussione i contenuti del piano voluto da Schifani e dall’assessore Di Mauro, mentre nell’immediatezza quella che si registra è l’ennesima autorizzazione per portare fuori dall’Italia i rifiuti prodotti in Sicilia.
Destinazione Cipro
L’ultimo provvedimento firmato dal dirigente generale del dipartimento regionale Rifiuti, Arturo Vallone, riguarda l’impianto che a Termini Imerese è gestito dalla Rekogest, società che ha sede legale a Milano.
Il decreto, al pari delle decine esitati negli ultimi anni, approva il trasferimento transfrontaliero di importanti quantità di rifiuti indifferenziati trattati nell’impianto Tmb della località palermitana. Processo dopo il quale è necessario trovare un sito di smaltimento. Considerata la carenza di spazi nelle discariche dell’isola, la scelta che è via via diventata prassi è quella dell’invio in impianti situati all’estero. Termovalorizzatori che guardano ai rifiuti nell’ottica del recupero energetico.
La Sicilia, da questo punto di vista, è diventata fornitrice di spazzatura indifferenziata per più zone del continente: dai paesi del Nord Europa agli impianti nei Paesi Bassi e in Germania, fino agli stabilimenti situati in area mediterranea o nei paesi dell’Est.
Nel caso di Cipro, l’impianto di destinazione dei rifiuti è quello di proprietà della Vassiliko Cement Works Pubblic Company. La società ha sede a Nicosia, mentre lo stabilimento dove concretamente i rifiuti arriveranno è nella zona industriale.
I dettagli delle spedizioni
Il via libera dagli uffici della Regione è arrivato dopo avere acquisito lo sta bene da parte del ministero dell’Ambiente cipriota. Una decisione quella di portare fuori dall’Italia i rifiuti in un termovalorizzatore che nasce da motivi economici, ma che si basa – come riportato nel decreto del dipartimento regionale – sulla considerazione che “sia nella normativa comunitaria che in quella nazionale le operazioni di recupero devono essere privilegiate a quelle di smaltimento”.
L’autorizzazione rilasciata a Rekogest riguarda l’invio di 20mila tonnellate che lasceranno via mare la Sicilia alla volta di Cipro. In totale sono state previste ottocento spedizioni, che dovranno concludersi entro il 19 novembre del prossimo anno. “Il produttore, il notificatore e le altre imprese interessate dalla spedizione di rifiuti o dal loro recupero o smaltimento – si legge nelle prescrizioni contenute nel decreto – dovranno adottare i provvedimenti necessari per garantire che tutti i rifiuti spediti siano gestiti senza pericolo per la salute umana e secondo metodi ecologicamente corretti per tutta la durata della spedizione e durante il recupero o lo smaltimento. Si dovrà durante le fasi del trasporto – viene specificato dalla Regione, ricalcando i provvedimenti simili che in questi anni sono stati emessi per cercare di non fare scivolare la Sicilia in una crisi igienico-sanitaria – far ricorso ad opportuni sistemi di contenimento tali da evitare ogni possibile rischio di sversamenti, spargimenti, contaminazione o contatti con l’ambiente”.