La Regione ha dato il via libera a Sicula trasporti per il trasferimento del surplus nei Paesi Bassi, ma non c'è alcun accenno ai fondi dai quali attingere
La Regione con due distinti provvedimenti ha dato il via libera alla discarica Sicula Trasporti per il trasferimento all’estero di 20mila tonnellate di rifiuto indifferenziato. Nei due provvedimenti, che portano la firma del dirigente generale dell’assessorato Energia e Rifiuti, Calogero Foti, si legge che è “data autorizzazione al trasporto transfrontaliero di rifiuti, dall’impianto di detenzione, la discarica di Lentini sino all’impianto di destinazione, Holding Avr-Afvalvrker Gerbtanddyweg 10 – Rotterdam , Paesi Bassi”. Nel documento si legge che, “richiesti, sono pervenuti i consensi di transito dei rifiuti da “Belgio, Germania, atto – si legge – sul quale le altre autorità Francia, Spagna, Gran Bretagna non hanno sollevato alcuna obiezione”. Nei provvedimenti si fa presente che “Le spedizioni dovranno avere luogo solo dopo l’assolvimento delle prescrizioni di cui al regolamento Ce n. 1013-2006. Il presente regolamento è subordinato al rispetto delle altre norme comunitarie” e, si fa anche presente che “l’ultima spedizione utile non può arrivare all’impianto di destinazione oltre il 19 luglio del 2023”.
Nessun cenno alla copertura
In entrambi i provvedimenti, però, non si parla di alcuna copertura per le spese e allora la domanda sorge spontanea: chi paga? A questo punto abbiamo cercato di saperne di più, ma è stato come sbattere contro un muro di gomma. Dal Comune di Catania al momento nessuno saprebbe con certezza da dove proverrà la copertura delle spese. Alla Srr Catania metropolitana il telefono della direzione suona, ma nessuno risponde. Si fanno soltanto delle supposizioni e cioè che alla fine, come al solito a pagare saranno i cittadini, soprattutto di quelle aree servite dalla Sicula trasporti che non rispettano i parametri del 35% di indifferenziata consentita per il conferimento. Catania, quindi, dovrebbe essere il centro più penalizzato con un aggravio di spesa pro capite che potrebbe essere prevista al di fuori del già annunciato aumento del 18% della Tari, già deliberato per coprire i costi energetici della discarica, peraltro provvedimento ancora in stand by in Consiglio comunale che si è riunito proprio ieri sera per dibattere sull’argomento.
Non si attingerà a fondi regionali
Dalla Regione smentiscono anche che i fondi possano essere attinti direttamente da quel capitolo di spesa regionale già deliberato per queste procedure, che ammonta a 45 milioni di euro. Difatti la Regione ha spiegato che il fondo deliberato può essere solo richiesto dai Comuni e non essere direttamente spendibile. Secondo alcun esperti del settore la prassi potrebbe essere questa: la discarica che provvede al trasferimento riversa poi i costi, che non saranno poca cosa, sul costo generale del servizio, comunicando alle amministrazioni il surplus di spesa per il trasferimento all’estero del surplus. A questo punto le amministrazioni faranno richiesta alla Regione per attingere a una parte di questi fondi.
Paga sempre pantalone
Appare evidente, anche per la farraginosità dell’iter, che i cittadini – quelli che pagano ovviamente – saranno chiamati a un aggravio di spesa a causa di questa procedura nata per evitare la saturazione di queste discariche, prima fra tutte la Sicula trasporti. Sembra che altri tre provvedimenti del genere siano in fase di elaborazione per altrettante discariche siciliane, per un ammontare di trasferimento all’estero di 80mila tonnellate di rifiuti siciliani.
Termovalorizzatori in alto mare
Quello che fa rabbia è che i cittadini saranno chiamati a un altro salasso, mentre l’iter per i due termovalorizzatori siciliani sembra in alto mare e la campagna elettorale ha di fatto rallentato, per non dire fermato, tutte le procedure. Così i soldi dei contribuenti siciliani andranno a ingrassare i già ricchi olandesi che hanno realizzato impianti di trattamento all’avanguardia. Ma perché loro sì e noi no? Solo per scelte ideologiche o ci sono altre motivazioni?