Rifiuti, 5mila tonnellate di spazzatura dalla Sicilia all'Austria
26 Marzo 2025

I rifiuti siciliani che vanno e vengono, 5mila tonnellate verso l’Austria e catalizzatori a Gela

I rifiuti siciliani che vanno e vengono, 5mila tonnellate verso l’Austria e catalizzatori a Gela

Simone Olivelli  |
giovedì 13 Marzo 2025

Arriva una nuova autorizzazione al trasferimento di spazzatura dalla Sicilia all'estero, mentre arrivano catalizzatori francesi da trattare a Gela.

A distanza di qualche settimana dalla temporanea sospensione delle attività dell’impianto di trattamento meccanico-biologico di Lentini, che per qualche giorno aveva lasciato in apprensione molti sindaci per il rischio di vedere rimanere i sacchetti dell’immondizia nelle strade, dalla Regione Siciliana arriva il via libera all’ennesima finestra temporale di spedizioni di rifiuti all’estero, verso l’Austria.

Il decreto riguarda ancora una volta Sicula Trasporti, la società – dal 2020 amministrata dal tribunale di Catania, in seguito all’arresto dei proprietari – a cui si rivolge oltre un terzo dei centri dell’isola per conferire l’indifferenziata. Com’è noto, però, Sicula da anni non ha più spazio per abbancare i rifiuti trattati e a sua volta dipende da terzi per lo smaltimento finale. Anche in questo caso si tratta di un termovalorizzatore situato fuori dall’Italia.

Rifiuti, 5mila tonnellate di spazzatura dalla Sicilia all’Austria

A presentare alla Regione la richiesta di autorizzazione al trasferimento dei rifiuti trattati nel Tmb di Sicula Trasporti è stata la Mag Gmbh, società tedesca che ha a Milano la propria succursale italiana. La Mag Gmbh riveste il ruolo di notificatore, cioè è il soggetto che si occuperà del trasporto delle eco-balle.

Chi invece riceverà l’immondizia prodotta in Sicilia sarà la società proprietaria dell’impianto di recupero Enages Energie-und Abfallverwertung GmbH, a Niklasdorf, in Austria. Le spedizioni transfrontaliere sono state autorizzate fino a fine settembre per un totale di cinquemila tonnellate di rifiuti.

Il recupero energetico

Utilizzare i rifiuti per produrre energia è l’orizzonte verso cui il Governo regionale – e prima ancora quello guidato da Nello Musumeci – tende. Per riuscirci il presidente della Regione Renato Schifani, che l’anno scorso da Roma ha ricevuto i poteri di commissario straordinario, mira a realizzare due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, finanziandoli con 800 milioni di euro.

Tuttavia il percorso resta ancora lungo. Come era ampiamente prevedibile, la partita passerà dalle aule dei tribunali amministrativi, dove a opporsi al piano di gestione dei rifiuti non sono soltanto gli ambientalisti ma anche la stessa Sicula Trasporti.

La società, che nel nuovo scenario immaginato dal governo vedrebbe ridimensionato il proprio peso all’interno del settore, ha presentato un ricorso al Tar del Lazio per contestare la valutazione ambientale strategica e la valutazione d’incidenza ambientale che hanno preceduto l’approvazione del piano regionale. L’opposizione di Sicula poggia su un aspetto in particolare: la società in passato aveva presentato un progetto per la realizzazione di un impianto di rigassificazione dei rifiuti, che avrebbe garantito lo smaltimento di 150mila tonnellate all’anno (circa un quarto del fabbisogno totale previsto dal governo Schifani che verrebbe soddisfatto dai termovalorizzatori).

Quel progetto, che aveva ottenuto pareri positivi, non ha mai visto la luce per via della decisione di Sicula di aggiornare le tecnologie da implementare. Il discorso è ripreso nel 2016, portando a fine 2023 – dopo una lunga trafila di accertamenti e valutazioni – a un nuovo giudizio positivo di compatibilità ambientale. Tutto però si è fermato nel 2024, nel momento in cui Schifani ha approvato il nuovo piano rifiuti contenente altre previsioni in materia di termovalorizzatori.

A valutare la fondatezza del ricorso di Sicula non sarà però il Tar del Lazio. Martedì scorso, infatti, i giudici della terza sezione del tribunale amministrativo capitolino hanno pubblicato un’ordinanza con cui si dispone il trasferimento della causa al Tar di Palermo. “Il piano è destinato a incidere unicamente e direttamente sulla gestione dei rifiuti della Regione Siciliana, avendo quindi una portata effettuale circoscritta al solo ambito regionale corrispondente con la circoscrizione del Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia”, si legge nell’ordinanza. E per i giudici “la circostanza per cui detto piano sia stato adottato dal Commissario straordinario per la valorizzazione energetica e la gestione del ciclo dei rifiuti della Regione Siciliana non vale a radicare in capo a questo tribunale la competenza territoriale di carattere funzionale sulla presente controversia”. A sollevare il tema della competenza territoriale era stato anche il Comune di Catania.

I catalizzatori dalla Francia

Per rifiuti che lasciano la Sicilia, altri ne arrivano. Si tratta di 500 tonnellate di catalizzatori – classificati con i codici 16 08 02* e 16 08 07*, cioè contenenti metalli o altre sostanze pericolose – che dalla Francia arriveranno a Gela, con il benestare della Regione, per essere trattati nell’impianto della Eco-Rigen srl. A spedirli sarà la Eurecat France sas, società che opera nella zona industriale di La Voulte-sur-Rhône. La Eurecat è anche socio di maggioranza – per il 70% – della Eco-Rigen, la cui parte restante delle quote è di Econova Corporate, società controllata dal gruppo Balistreri.

L’autorizzazione rilasciata dalla Regione è valida per 35 spedizioni e scadrà a fine anno.

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