Polizzi Generosa, Trapani, Lentini, adesso Bellolampo. È il tour compiuto negli ultimi tre anni e mezzo dagli autocompattatori delle ditte che raccolgono i rifiuti in alcuni centri della provincia di Palermo. La storia, di per sé piccola e replicabile anche in altre parti dell’isola, è utile a riportare all’attenzione l’attuale carenza di impianti di trattamento della spazzatura. Nello specifico i cosiddetti Tmb, da cui i rifiuti indifferenziati passano prima di essere smaltiti.
In Sicilia ce ne sono attualmente otto, dislocati in maniera non omogenea sul territorio e che non di rado hanno registrato problemi e contrattempi con la conseguenza di creare disagi nei conferimenti da parte dei Comuni.
Si tratta di una delle tante criticità che interessano il settore a livello regionale. Lacuna che, stando alle dichiarazioni del presidente della Regione e commissario straordinario Renato Schifani, verrà colmata con gli interventi previsti con il nuovo piano rifiuti varato a novembre.
Diciotto tonnellate
Nei giorni scorsi, il dipartimento regionale ai Rifiuti ha emanato un decreto con cui si autorizzano i Comuni di Campofiorito, Camporeale, Marineo, Misilmeri, Monreale, Palazzo Adriano, Prizzi, Roccamena, San Cipirello e Santa Cristina Gela – tutti ricadenti nella provincia panormita e appartenenti alla Srr Palermo Provincia Ovest – a portare i rifiuti indifferenziati nell’impianto di trattamento meccanico-biologico gestito di Bellolampo, gestito dalla Rap, la società partecipata dal Comune di Palermo.
La richiesta era arrivata dagli stessi uffici della Srr alla vigilia di Natale. Nel complesso era stata richiesta una disponibilità per 28 tonnellate al giorno. La Regione, effettuate le verifiche di rito e tenendo conto dei quantitativi di rifiuti prodotti lo scorso anno nei singoli Comuni, ha dato il via libera per 18 tonnellate, così ripartite: cinque quintali ciascuno giornalieri per Campofiorito, Camporeale, Prizzi, Roccamena, San Cipirello e Santa Cristina Gela, una tonnellata per Marineo e Palazzo Adriano, cinque tonnellate per Misilmeri e otto per Monreale.
“Sussistono le condizioni per l’autorizzazione al conferimento purché i gestori rispettino i limiti dei quantitativi autorizzati per il pretrattamento di tritovagliatura e biostabilizzazione”, si legge nel decreto firmato dal dirigente generale Arturo Vallone.
Nello stesso provvedimento, vengono riprese le autorizzazioni concesse negli anni scorsi agli stessi Comuni: a partire dal 2021 i rifiuti sono stati portati nell’impianto di Polizzi Generosa gestito dall’impresa Ecogestioni srl, a febbraio dello scorso anno nel Tmb di Lentini di proprietà della Sicula Trasporti e infine in estate nell’impianto pubblico di Trapani.
Giri, ma come detto non sono i primi e non saranno gli ultimi, che sono incompatibili con quanto previsto – ma solo sulla carta – dalla legge regionale di settore, secondo cui il ciclo dei rifiuti andrebbe concluso all’interno dell’ambito (in Sicilia ce ne sono 18) in cui la spazzatura viene prodotta.
Gli obiettivi futuri
Qualcosa dovrebbe cambiare con la messa in atto del nuovo piano regionale dei rifiuti. Il documento, che ha attirato l’attenzione dei più per la prevista realizzazione di due termovalorizzatori, dispone un potenziamento degli impianti di pre-trattamento dell’indifferenziata. Sia per quanto riguarda l’aspetto quantitativo che per la tipologia di tecnologia da implementare. “Gli esistenti impianti intermedi sono costituiti da Tmb per la quasi totalità privi di sezioni di recupero e raffinazione delle matrici omogenee”, si legge nel piano varato da Schifani, nella veste di commissario straordinario.
Il riferimento è alla funzione che i Tmb hanno finora avuto: assolvere a quanto previsto dal codice dell’ambiente nella parte in cui si esplicita che i rifiuti da avviare allo smaltimento finale devono essere il più possibili ridotti sia in massa che in volume. Risultati che generalmente si ottengono da una stabilizzazione per via biologica della frazione organica del rifiuto e tramite un processo meccanico.
Al momento i Tmb esistenti si trovano a Cammarata (Traina srl), Gela (pubblico), Lentini (Sicula Trasporti), Enna (pubblico), Palermo (pubblico), Polizzi Generosa (Ecogestioni), Ragusa (pubblico), Trapani (pubblico). “Effettuano un semplice pretrattamento del rifiuto prima del conferimento in discarica, mentre la pianificazione regionale – riporta il piano – prevede l’implementazione (quali-quantitativa) di questa tipologia di impianti (limitatamente a quelli a pubblica gestione) al fine di produrre combustibile solido secondario-combustibile (Cssc) destinato a recupero energetico presso cementifici e recupero di materiali da avviare a riciclo, oltre che la raffinazione della frazione organica finalizzata alla valorizzazione energetica di questa frazione merceologica omogenea”.
In prospettiva la fotografia della Sicilia dovrebbe includere la trasformazione dei cinque Tmb esistenti a gestione pubblica in piattaforme di selezione, recupero e raffinazione per una capacità di 720mila tonnellate all’anno e la realizzazione di undici nuove piattaforme di potenzialità complessiva superiore a 829mila tonnellate annuali. I nuovi impianti sono previsti a Sciacca, Ravanusa, Randazzo, Catania, Grammichele, Mazzarrà Sant’Andrea, Castellana Sicula, Corleone, Melilli, Trapani e Castelvetrano.

