La grande sfida del nuovo anno per la Regione: ecco quando è attesa l'approvazione della riforma, la prima dopo ben 25 anni.
In arrivo una “mini rivoluzione” nella pubblica amministrazione locale: sarebbe vicino il via libera alla riforma della dirigenza della Regione Siciliana.
Dopo l’approvazione della Finanziaria, la riforma sui dirigenti sembra essere il primo obiettivo del nuovo anno per l’Amministrazione regionale.
Riforma della dirigenza della Regione Siciliana in arrivo
L’obiettivo sarebbe quello di approvare la riforma a metà gennaio. Si prevede un deciso cambio di rotta rispetto all’attuale normativa, che risale a 25 anni fa (legge n.10 del 2000). Con la nuova legge, tra l’altro, si potrebbe aprire la già auspicata e annunciata fase dei concorsi pubblici della Regione Siciliana per riorganizzare la macchina burocratica e far ripartire la stagione delle assunzioni.
Le novità
Il testo della riforma della dirigenza della Regione Siciliana non è ancora ufficiale. Si prevede però il passaggio dalle tre fasce attuali per i dirigenti al ruolo unico. Il Governo potrà quindi attingere a un unico elenco per le nomine dei direttori generali e direttori dei vari servizi regionali.
I sindacati – secondo le prime indiscrezioni – avrebbero però espresso delle perplessità sul testo, chiedendo la distinzione degli elenchi degli attuali dirigenti e quelli nuovi assunti tramite i futuri concorsi della Regione Siciliana.
Il presidente della commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale, Ignazio Abbate, a tal proposito ha dichiarato all’Ansa: “Da parte mia c’è l’intenzione di chiudere tutto entro il 14 gennaio. Per noi è importante capire se modificando la proposta del governo con la richiesta dei sindacati rischieremmo di andare incontro al rischio di impugnativa da parte del Consiglio dei ministri”.
Poco tempo per l’approvazione
Per l’approvazione della riforma della dirigenza della Regione Siciliana c’è poco tempo: tra febbraio e marzo, infatti, sono in scadenza i contratti degli attuali dirigenti generali. La nuova legge, quindi, serve in tempi molto brevi.
Tra l’altro, c’è un ulteriore elemento da considerare: nel giro di pochi anni, la metà degli attuali dirigenti regionali (in numero già drasticamente ridotto dalla legge del 2000 a oggi, con conseguenti accorpamenti di uffici) andrà in pensione. Servirà quindi una riforma in tempi brevi per permettere di risolvere le attuali carenze di organico in questo ambito.
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