Riforma delle pensioni, spunta l'ipotesi Quota 41 con soglie di età - QdS

Riforma delle pensioni, spunta l’ipotesi Quota 41 con soglie di età

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Riforma delle pensioni, spunta l’ipotesi Quota 41 con soglie di età

lunedì 17 Ottobre 2022

Il centrodestra sta valutando l'ipotesi per scongiurare il ritorno della legge Fornero da gennaio. Al vaglio anche l'Opzione uomo che consentirebbe di lasciare il lavoro a 58 anni

Una delle priorità del nuovo governo sarà la riforma delle pensioni. L’obiettivo è superare la legge Fornero che da gennaio tornerebbe in vigore alla scadenza di quota 102, Opzione Donna e Ape Sociale. Nel centrodestra l’intenzione è quella di intervenire in fretta per scongiurare il ritorno alla pensione di vecchiaia a 67 anni.

Pensioni, spunta Quota 41 con soglie d’età

Un’ipotesi che emerge da fonti della maggioranza è Quota 41 con una soglia d’età. E’ al momento solo una possibilità che si starebbe valutando in quanto consentirebbe di superare l’ostacolo della copertura per Quota 41. La soglia di età diventa dunque decisiva affinché la misura sia sostenibile per le casse dello Stato.

Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, intanto, a Palermo per la presentazione del XXI Rapporto annuale Inps. ha rivelato che per pensioni e assistenza nel 2021 l’Inps ha speso 385 miliardi di euro. Alla domanda se una riforma è necessaria ha risposto: “I tempi li deciderà la politica”. Poi ha aggiunto: “Tutte queste riforme sono orientate a un principio giusto, garantire una certa flessibilità in uscita, rimanendo ancorati al modello contributivo. Su questo eravamo orientati anche durante il governo Draghi. Quindi, se si va in questa direzione mi sembra che si sia abbastanza in linea rispetto a quanto si stava facendo prima”.

Al centro del dibattito c’è Opzione donna, in scadenza a fine anno e anche l’ipotesi di una Opzione uomo che consentirebbe di accedere alla pensione anticipata già a 58 anni di età. Questa possibilità, però, è stata bocciata dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini perché prevederebbe una riduzione del 30% dell’assegno. “Mandare in pensione le persone riducendogli l’assegno non mi pare sia una grande strada percorribile”, ha commentato Landini all’assemblea nazionale dei delegati della Fillea-Cgil a Milano. “Credo – aggiunge – che il tema sia quello di affrontare la complessità del sistema pensionistico”.

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