Salari bassi, prezzi alle stesse e spesa sempre più ridotta: il quadro italiano peggiora. I dati diffusi da Federconsumatori.
I rincari dei carburanti e, soprattutto, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari peggiorano il potere d’acquisto dei consumatori in Italia. E i salari nazionali sono tra i più bassi dei Paesi dell’Unione Europea. Non è una gran sorpresa, ma di sicuro non sono confortevoli i dati diffusi nelle scorse ore da Federconsumatori.
L’aumento dei prezzi, l’inflazione, la guerra, gli altri rincari… La situazione non è facile da nessuna parte. In Italia, però, ai prezzi “alle stelle” si aggiungono gli stipendi bassi e la disoccupazione “sovrana”: lo confermano anche i dati di una ricerca della Fondazione di Vittorio, che spiega come nella penisola la condizione retributiva peggiori di pari passo con l’aumento dei prezzi. Le conseguenze principali sono chiare: una riduzione del potere d’acquisto della popolazione e un tenore di vita peggiore per i cittadini e le famiglie italiane.
Tra rincari e salari al minimo storico, il potere d’acquisto è sempre più basso
Dalla ricerca commentata da Federconsumatori si evince che il salario medio annuo lordo dei lavoratori italiani a tempo pieno, nel 2021, con 29.400 euro. Questo è non solo inferiore dello 0,6% rispetto al periodo pre-Covid, ma anche tra i più bassi in Europa. Peggio solo in Spagna, dove lo stipendio in questione ammonta a circa 27.400 euro medi lordi.
Francia e Germania mostrano un quadro migliore, rispettivamente con 40.100 e con 44.500 euro. Gli italiani, quindi, ricevono paghe annuali inferiori del 27% rispetto ai francesi e del 34% rispetto ai tedeschi. L’Italia appare come il Paese dei precari, ma anche quello spesso dove si cercano e non si trovano professionisti qualificati.
Spesa? Il 60% per bisogni essenziali
Il potere d’acquisto degli italiani è sempre più basso. E la gente compra sempre meno: secondo i dati di Federconsumatori, infatti, il 60% della spesa è attualmente destinato a soddisfare bisogni essenziali.
Alla luce di tali tendenze l’O.N.F – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha condotto un monitoraggio dei prezzi di un paniere standard di prodotti primari nei supermercati italiani, spagnoli, francesi e tedeschi. In base ai risultati, è la Germania la nazione in cui fare la spesa costa di più (con una media di 131,43 euro). Seguono Francia (104,65 euro), Italia (93,72 euro) e Spagna (88,85 euro).
Con un salario basso per molti lavoratori, però, il minore costo della spesa non vuol certo dire una qualità di vita migliore. In Italia, infatti, la spesa alimentare incide sul reddito netto annuo per il 20,19%. In Spagna, Germania e Francia l’impatto è decisamente minore (rispettivamente al 19,88%, al 19,51% e al 16,03%).
PREZZI PRODOTTI ALIMENTARI | ITALIA | FRANCIA | SPAGNA | GERMANIA |
FARINA 1 KG | € 1,29 | € 1,39 | € 1,31 | € 1,49 |
PANE AL KG | € 4,20 | € 4,60 | € 3,32 | € 6,32 |
UOVA CONF. DA 6 | € 2,49 | € 2,57 | € 2,29 | € 2,79 |
LATTE FRESCO L.1 | € 1,89 | € 1,96 | € 1,49 | € 2,34 |
OLIO EXTRAVERGINE L.1 | € 7,90 | € 8,49 | € 6,99 | € 14,98 |
FETTINE DI VITELLO KG.1 | € 19,50 | € 25,90 | € 18,75 | € 33,27 |
PASSATA DI POMODORO IN BOTTIGLIA | € 1,69 | € 3,32 | € 2,88 | € 5,85 |
PATATE KG.1 | € 1,68 | € 1,65 | € 1,65 | € 2,53 |
BANANE KG.1 | € 2,49 | € 1,79 | € 1,49 | € 1,79 |
MELE KG.1 | € 2,29 | € 2,36 | € 2,24 | € 3,99 |
LIMONI KG.1 | € 2,78 | € 2,24 | € 2,04 | € 3,69 |
BURRO G.250 | € 3,20 | € 3,52 | € 3,40 | € 3,39 |
OLIO DI SEMI DI GIRASOLE | € 3,07 | € 3,75 | € 3,29 | € 3,99 |
TONNO IN SCATOLA KG.1 | € 17,65 | € 18,11 | € 20,76 | € 18,69 |
NASELLO KG.1 | € 21,60 | € 23,00 | € 16,95 | € 26,32 |
TOTALE | € 93,72 | € 104,65 | € 88,85 | € 131,43 |
Federconsumatori: “Servono misure di sostegno”
I dati, per Federconsumatori, rendono necessaria e urgente l’adozione di misure di sostegno dei redditi delle famiglie, specialmente quelle meno abbienti.
“Si tratta di misure indispensabili per contrastare il progressivo aumento dei numeri già preoccupanti della povertà nel nostro Paese, ma anche per scongiurare il rischio, oggi dietro l’angolo, che la crisi delle famiglie e la contrazione dei consumi inneschino una spirale negativa di riduzione delle produzioni e delle attività che porterebbe a conseguenze drammatiche sul fronte dell’occupazione. E per disinnescare tale concreta minaccia è necessario intervenire ora”, afferma Michele Carrus, Presidente di Federconsumatori.